DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
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joe biden donald trump amiconi secondo l'intelligenza artificiale
Mai si era visto uno scenario politico americano così frammentato e instabile a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Sia i democratici che i repubblicani vivono una condizione di divisioni interne e confusione.
Alla notizia della decisione della Corte suprema di riconoscere a Donald Trump il diritto di candidarsi, la componente del Partito repubblicano che detesta il tycoon, che l’ha sempre combattuto e che teme una sua “vendetta” in caso di rielezione, è arrivata a un vicolo cieco: come lo fermiamo? Come gli portiamo via voti per impedire il suo ritorno alla Casa Bianca?
L’anima anti-trumpiana del Partito repubblicano sta cercando di convincere Nikki Haley, unica candidata in grado di rosicchiare voti e consensi a Trump, di presentarsi alle elezioni di novembre come indipendente.
L’ex ambasciatrice americana presso l’Onu, secondo le proiezioni di voto e qualche sondaggio riservato, potrebbe raggranellare il 6% dei consensi, una percentuale che potrebbe essere fatale per i sogni di gloria di Trump. E chissà se in questo scenario Biden non si “sdebiterebbe” con la Haley chiamandola ad un ruolo di responsabilità nella sua amministrazione…
Se i repubblicani si arrovellano per fermare l’ascesa di “The Donald”, i democratici non sanno come gestire la smania di ricandidatura di Joe Biden, nonostante la sua irreversibile senescenza. Quel che preoccupa i democratici, vista ormai l’irremovibilità di Sleepy Joe a correre al secondo mandato, è trovare un vicepresidente in grado di prendere le redini della Casa Bianca nel caso in cui le condizioni di salute dell’82enne Biden dovessero peggiorare nel tempo.
joe biden michelle e barack obama
Il profilo di questo vice credibile, pronto a subentrare alla presidenza, non corrisponde a quella di Kamala Harris, giudicata incolore e inconsistente durante i quattro anni del suo mandato. Ha perso quota anche la suggestiva ipotesi di infilare alla vicepresidenza Michelle Obama, amatissima dalla base degli elettori democratici e a lungo considerata la migliore fiches da giocare contro Trump.
Piazzare l’ex first lady nella posizione di secondo di Biden, però, creerebbe più di un problema al presidente: già ora Barack Obama è considerato il vero puparo della Casa Bianca (e persino Trump quando parla di Biden, spesso lo cita), figurarsi cosa accadrebbe con Michelle vice e Barack consorte “vicario”. Sarebbe un colpo alla già fragile credibilità di Biden, e un’arma di propaganda per Trump.
meme sul cane di joe biden pubblicato da trump
2 - LA «VIA GIUDIZIARIA» È FALLITA
Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Qui lo chiamano victory lap: il giro di pista del vincitore. Donald Trump se lo è concesso ieri dopo la sentenza della Corte Suprema che ha annullato la «squalifica» del Colorado. Un discorso trionfale circondato da bandiere a stelle e strisce.
L’ex presidente ha buoni motivi per festeggiare: chi pensava di poterlo fermare per via giudiziaria deve prendere atto che denunce e incriminazioni, anche quando ben fondate, non solo non hanno frenato la sua corsa verso la Casa Bianca, ma l’hanno agevolata.
Vestendo i panni del perseguitato, usando le udienze per fare comizi, ha spiazzato gli altri candidati repubblicani e ha scavalcato Biden nei sondaggi. Tanti hanno continuato a sostenere che dopo la prima condanna penale federale l’umore degli elettori sarebbe cambiato. Non sapremo mai se è vero: ormai abbiamo la quasi certezza che solo il processo di New York per aver comprato con fondi elettorali il silenzio della pornostar Stormy Daniels (quello meno rilevante, celebrato da magistrati eletti nelle liste democratiche) arriverà a sentenza prima del voto di novembre.
Quello della Florida per i documenti top secret illegalmente […] è già slittato ad agosto e il giudice (nominato da Trump) è orientato a concedere altri rinvii. Il processo della Georgia per il tentativo di alterare i risultati del voto è sempre bloccato dall’indagine sui comportamenti della procuratrice Fani Willis.
Nikki Haley - Kiawah Island, South Carolina
E il processo di Washington per i fatti del 6 gennaio, il più serio, deve attendere il giudizio della Corte Suprema sul ricorso di Trump che invoca l’immunità presidenziale anche per i reati penali. […] La Corte dovrebbe dargli torto, ma non si pronuncerà prima di maggio. Solo allora si potrà calendarizzare il processo, forse per fine agosto: troppo tardi, anche alla luce di una norma che vieta di processare un candidato nei 60 giorni che precedono il voto.
2 - BIDEN INTANTO ARRANCA NEI SONDAGGI MA RESTA FIDUCIOSO: “VINCERÒ DI NUOVO”
Estratto dell’articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”
immagini fake di donald trump insieme a persone di colore 2
I dolori del vecchio Joe Biden. Il presidente li ha confidati al prestigioso New Yorker che ieri gli ha dedicato un profilo intitolato “L’Ultima Campagna”: «Se non pensassi di aver messo in atto le politiche migliori per il Paese, non mi ricandiderei. Ma sono orgoglioso di quanto fatto, voglio continuare».
Sulla carta, ha ragione lui: ha trasformato in leggi progetti senza precedenti tracciando un percorso di rilancio e soluzioni green. L’inflazione rallenta, la disoccupazione è a numeri pre pandemia, il mercato azionario batte nuovi record. Tanto che The Donald già prova a mettere il cappello sull’economia: «Va così perché gli investitori sanno che vincerò io». Ma la percezione degli americani è diversa. Tolto un sondaggio di Quinnipiac Universit y che a febbraio dava Biden 6 punti avanti al rivale, in altri rilevamenti è sempre dietro di 4-5 punti.
Secondo Bloomberg , a turbare gli elettori sono i suoi 81 anni, certo: il 44% teme non sia in grado di governare (il 45 ritiene Trump, su cui pesano 91 capi d’accusa, “pericoloso”). Il 74, poi, è convinto che l’economia stenti. E il 72 crede che solo il tycoon possa rilanciarla.
Il presidente che aveva promesso di rivolgere l’attenzione lontano dal Medio Oriente, concentrandosi sulla competizione cinese, non è aiutato nemmeno dalla guerra a Gaza. E infatti sembra pronto a dare maggior attenzione al disappunto degli elettori più empatici alla causa palestinese che già alle primarie del Michigan – stato col più alto numero di arabi-americani - hanno fatto sentire il loro peso scrivendo in 101mila (il 13 per cento) “uncommitted”, “non impegnato”, sulla scheda. […]
3 - LA TENTAZIONE DI HALEY CORRERE DA INDIPENDENTE DOPO IL SUPER TUESDAY
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
E se a Nikki Haley venisse la tentazione di correre per la Casa Bianca da indipendente, per condannare Donald Trump alla sconfitta e favorire la rifondazione del Gop di Lincoln e Reagan? […] Parlando con la Nbc , infatti, ha detto di non sentirsi più legata all’impegno morale di appoggiare chiunque sarà il candidato del suo partito, perché il partito con cui aveva preso quell’impegno nel frattempo è cambiato. Non esiste più, per la verità.
DONALD TRUMP CONDIVIDE UN MEME DI LUI SPEAKER CHE DERIDE BIDEN
È diventato il braccio elettorale personale di Trump, con tanto di nuora Lara candidata alla copresidenza del Republican National Committee, e ciò la svincola da ogni promessa e la mette in condizione di fare le sue scelte. Ipotesi difficile e lontana, ma ex leader del Gop di altri tempi, come il capo dei neocon bushiani Bill Kristol, la caldeggiano pubblicamente.
L’idea è che Trump otterrà di sicuro la nomination e quindi Haley non ha più futuro nel partito. Potrebbe inginocchiarsi e baciare la pantofola, ma non è da lei, e soprattutto non è scontato che Donald accetterebbe l’atto di penitenza. Oppure potrebbe restare in gara fino alla Convention, pur senza vincere alcuno Stato, per diventare la portabandiera del dissenso e sperare di prendere il posto di Trump, se i processi, la salute o qualunque altro imprevisto gli impedissero di completare la corsa.
[…] Però se anche solo un 5% dell’elettorato repubblicano scontento del candidato ufficiale la seguisse, lei toglierebbe a Trump voti indispensabili per vincere, e sufficienti per far prevalere Biden negli Stati chiave tipo Pennsylvania, Michigan o Wisconsin. Sarebbe un enorme sacrificio che il partito non le perdonerebbe mai, se restasse nelle mani dei trumpisti.
Se però invece il fenomeno Maga sparisse, dopo la sconfitta elettorale, il Gop sarebbe costretto a rifondarsi. A quel punto la repubblicana tradizionalista Haley […] potrebbe tornare come salvatrice del partito. Fantasia molto difficile, assai improbabile e finora esclusa da lei stessa, ma non manca chi sogna questa soluzione tra le file del Gop che ancora guarda a Lincoln o Reagan […]
donald trump vs joe biden immagine creata con midjourney 1
joe biden e kamala harrisbarack obama joe biden a flint michigan ottobre 2020 michelle obama joe bidenkamala harris joe biden anniversario dell'assalto a capitol hill
SUPPORTER NIKKI HALEY trump avanti negli swing statesNIKKI HALEY nikki haley new hampshire 3donald trump vs joe biden immagine creata con midjourney 2
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