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DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...
DAGOREPORT
giorgia meloni - question time al senato - foto lapresse
Doveva essere una “pontiera”, Giorgia Meloni ormai è una “portiera”.
Nel senso che apre e chiude il portone agli ospiti in arrivo a Palazzo Chigi: l’ultimo che sarebbe dovuto arrivare tra frizzi e lazzi è Robert Fico, il primo ministro slovacco unico leader europeo a presenziare alla parata militare del Giorno della Vittoria, a Mosca, scambiandosi smancerie con Vladimir Putin.
Fico, ex socialista sospeso dal gruppo europeo S&D, sarebbe dovuto arrivare a Roma domani, martedì 13 maggio. Una visita riprogrammata per martedì 3 giugno, senza spiegazioni ufficiali, ma ovviamente per evitare a Giorgia Meloni l’ennesimo imbarazzo.
robert fico con vladimir putin
Come si può, infatti, dichiararsi la più fervida alleata di Volodymyr Zelensky e poi accogliere a Roma uno che si scambia i buffetti con Putin nel giorno in cui mostra i suoi razzi più grossi (nemmeno Orban è arrivato a tanto)?
La fiamma magica ha capito che la stretta di mano tra i due premier, a 4 giorni dal Giorno della Vittoria di Mosca, avrebbe attirato sulla Ducetta quantomeno gli strali degli ucraini.
Kiev, del resto, pur apprezzando il sostegno italiano, è ben consapevole che si tratta di un appoggio più di facciata che “sostanziale”. Il contributo fattivo dell’Italia alla resistenza ucraina, infatti, fa ridere: Roma ha stanziato per Kiev soltanto lo 0,07% del Pil, meno di 1 miliardo e 400 milioni di euro.
E così non stupisce che di Giorgia Meloni, a Macron, Merz, Starmer e Tusk importi poco o niente.
L’Italia conta quanto il due di picche: questi sono i fatti geopolitici che contano, non i video e gli annunci propagandistici sui social, a uso e consumo dei trombettieri della Sora Giorgia.
La premier italiana, che si era autocelebrata come “pontiera”, è talmente irrilevante sui temi di politica estera, che anche il suo “caro amico” Trump l’ha scaricata senza pensarci un attimo: si consulta quotidianamente con il nemico Macron, che non a caso lo ha chiamato in diretta alla presenza di Zelensky e dei caballeros Volenterosi.
La pietra tombale finale sulle ambizioni della Ducetta potrebbe arrivare nei prossimi mesi. Secondo più di un rumor, durante il viaggio a Kiev il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, sarebbe perplesso sulla sua partecipazione alla Conferenza di Roma per la ricostruzione ucraina, a luglio.
Il cristiano-democratico crucco avrebbe manifestato ai suoi colleghi la sua insofferenza per l’atteggiamento del governo italiano: “Noi mettiamo i soldi e soldati, perché dobbiamo andare a Roma?”
Le voci di un’ostilità crescente di Merz, leader su cui Giorgia Meloni puntava molto (anche in funzione di un suo possibile avvicinamento al Ppe, auspicato dal Quirinale), sono rimbalzate di bocca in bocca e sono state intercettate dalle antenne di Palazzo Chigi: la “Thatcher della Garbatella” spera di rimpannucciare i rapporti con Merz domenica prossima, all’intronizzazione di Papa Leone XIV.
donald trump e giorgia meloni alla casa bianca - foto lapresse
Riuscirà a dare ennesima mostra del suo camaleontismo e a intortare lo spilungone teutonico? Ah, saperlo…
ITALIA-SLOVACCHIA: IL 3 GIUGNO INCONTRO TRA MELONI E PRIMO MINISTRO FICO
(Agenzia Nova) - La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, incontrerà il primo ministro slovacco, Robert Fico, martedì 3 giugno alle ore 15:30 a palazzo Chigi, Roma. L'incontro era inizialmente previsto per martedì 13 maggio. (Rin) © Agenzia Nova - Riproduzione riservata
ECCO PERCHÉ LA MELONI È TAGLIATA FUORI DAL TAVOLO DELLE TRATTATIVE DI PACE TRA RUSSIA E UCRAINA: SE N'È FREGATA DI KIEV - IL VALORE ECONOMICO DEL SOSTEGNO MILITARE ITALIANO NEI CONFRONTI DI KIEV È PARI A SOLO LO 0,07% DEL NOSTRO PIL (È UGUALE A L'IMPEGNO DELLA GRECIA. PEGGIO DI NOI SOLO L'AUSTRALIA, CON LO 0,06%) - L'EUROPA HA AIUTATO L'UCRAINA PIÙ DI QUANTO VENGA RACCONTATO, CIOÈ CON 202,6 MILIARDI DI EURO A FRONTE DEI 119 MILIARDI STANZIATI DAGLI STATI UNITI (PARI A SOLO LO 0,3% DEL PIL USA)
robert fico vladimir putin a mosca
DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...
meme su robert fico cagnolino di putin
GIORGIA MELONI E DONALD TRUMP - MEME
donald trump e giorgia meloni alla casa bianca - foto lapresse
SELFIE DI EMMANUEL MACRON CON FRIEDRICH MERZ
keir starmer emmanuel macron e Friedrich Merz a kiev
giorgia meloni alla casa bianca per il bilaterale con donald trump foto lapresse
Donald Tusk Keir Starmer Volodymyr Zelensky Olena Zelenska Emanuel Macron Friedrich Merz – foto lapresse
keir starmer emmanuel macron e Friedrich Merz a kiev
keir starmer emmanuel macron Friedrich Merz volodymyr zelensky donald tustk a kiev
Donald Tusk Keir Starmer Volodymyr Zelensky Olena Zelenska Emanuel Macron Friedrich Merz – foto lapresse
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