RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
DAGOREPORT
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Come vanno le trattative tra Ursula e Giorgia? Oggi dovrebbe esserci una telefonata tra Roberta Metsola e la Meloni.
La presidente uscente del Parlamento europeo, che ha già incassato il sostegno di Ecr e oggi sarà con ogni probabilità confermata nel suo ruolo, proverà a convincere la sora Giorgia a dare il suo appoggio anche alla riconferma di Ursula von der Leyen come presidente della commissione
La premier, che ha compreso l’importanza di non autoescludersi dalle stanze del potere con un voto contrario all’ex cocca della Merkel, è però terrorizzata sia dalla reazione dei suoi alleati conservatori (in primis, i polacchi del Pis) sia dall’assalto, da destra, di Matteo Salvini e Marine Le Pen, che la accuserebbero di tradimento e di inciucione con i socialisti.
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI BY EDOARDO BARALDI
Non solo. La Ducetta teme di alienarsi anche una grossa fetta del suo elettorato, rimasto immarcescibilmente euroscettico, e dunque contrario ad atteggiamenti dialoganti con i “burocrati” di Bruxelles.
Il tutto mentre l’alleato nemico Salvini cavalca nelle praterie dell’opposizione in Europa con il gruppo dei Patrioti e flirta in prima linea con Donald Trump (il leghista incontrerà il tycoon nei prossimi giorni alla convention repubblicana di Milwaukee ed è stato uno dei pochi ad accusare direttamente “la sinistra” di essere mandante dell’attentato all’ex presidente americano).
matteo salvini e marine le pen a bruxelles dopo le europee 2024
Quel che la Meloni ha capito, ma ormai è chiaro a tutti i capi di stato e di governo europei, è che per l’Unione cambierà tutto, indipendentemente dall’elezione di Biden o di Trump. All’isolazionismo dei repubblicani, ormai fa da contraltare lo scetticismo dei democratici, stanchi di fare da badanti al Vecchio continente.
L’umore generale negli States spinge a una “spending review” per tenere in patria i miliardi ora destinati a proteggere l’Europa, e qualcuno a Bruxelles forse ora rimpiange il naufragio degli accordi di Ankara, per arrivare alla pace tra Mosca e Kiev, faticosamente messi in piedi dalla mediazione di Erdogan e affossati dall’allora premier britannico, Boris Johnson, convinto che la Russia fosse ormai in ginocchio.
ECR, 'NOSTRA MAGGIORANZA A FAVORE DELLA CONFERMA DI METSOLA'
(ANSA) - "Una larga maggioranza" del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (Ecr) voterà a favore della conferma di Roberta Metsola alla guida dell'Eurocamera. "Metsola ha mostrato il suo impegno al dialogo, la sua apertura all'equilibrio e al compromesso, perfino quando c'erano opinioni fortemente divergenti. E' stata abile a costruire ponti e a trovare terreni politici comuni", ha sottolineato il co-presidente di Ecr Nicola Procaccini. "Metsola ha molte delle qualità che una presidente del Pe necessita. Il suo impegno per l'Ucraina è stato notevole", ha aggiunto l'altro co-presidente, Joachim Brudzinski.
ROBERTA METSOLA RIELETTA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO
(ANSA) - La Plenaria riunita a Strasburgo ha rieletto Roberta Metsola presidente del Parlamento europeo. L'eurodeputata maltese guiderà l'Eurocamera per i prossimi due anni e mezzo.
MAGGIORANZA RECORD PER METSOLA, RIELETTA CON 562 VOTI
(ANSA) – Roberta Metsola è stata confermata alla guida dell'Eurocamera con una maggioranza record della Plenaria. Metsola infatti è stata eletta con 562 sì su 699 votanti. Un lunghissimo applauso ha accolto l'esito. L'altra candidata, Irene Montero, ha preso 61 preferenze.
MELONI AL BIVIO EUROPEO VON DER LEYEN CHIUDE “NIENTE INTESE STRUTTURALI”
Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
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Quarantott’ore per decidere dove puntare i 24 voti di FdI nel pallottoliere di Strasburgo. Con ancora «tutti gli scenari aperti», confidava ieri sera una fonte di via della Scrofa. Cioè votare sì, no o astensione sul bis di Ursula von der Leyen.
Giorgia Meloni continua a sentire via messaggi la presidente uscente della Commissione, a caccia di conferma. L’ha fatto anche in queste ore tribolate. Ma la premier vuole decidere solo dopo un chiarimento vero, al telefono, con la popolare tedesca, atteso entro oggi. Stamattina von der Leyen vedrà il gruppo dei Conservatori. Ma, con in tasca l’appoggio dei Verdi, ieri ha potuto escludere patti con Ecr. Almeno formali.
Giorgia Meloni Viktor Orban Mateusz Morawiecki
«Non ci sarà una cooperazione strutturale», ha confermato ieri, incontrando gli europarlamentari di Left. Certo, questo non esclude sponde sui singoli voti. O un patto di non belligeranza.
Comunque vada il vertice di stamattina, Ecr si presenterà giovedì nell’emiciclo di Strasburgo spaccata. I belgi di N-Va e i cechi di Ods sono già passati al fronte pro-Ursula. E perfino dai polacchi del Pis, secondo fonti europee, filtra un imprevisto possibilismo. Resta da capire che farà Meloni. Antonio Tajani è in pressing: «Ascoltiamo von der Leyen, badiamo ai contenuti».
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L’altro vice di Meloni, Matteo Salvini, tifa per il no «agli inciuci». Due linee opposte di cui la premier dovrà tenere conto. Ecco perché dentro FdI c’è chi crede che l’opzione più praticabile sia l’astensione. Anche se in questo caso un eventuale appoggio sotterraneo a von der Leyen (il voto è segreto) sarebbe più complicato da mascherare. Sarebbe più facile nel mucchio dei favorevoli o dei contrari, che saranno più numerosi.
Prima di decidere, Meloni vuole capire che delega strapperà in Commissione. Sogna una vicepresidenza esecutiva. Difficile. E tratta su Concorrenza, Mercato interno, Bilancio e Affari economici. In pole resta il ministro Raffaele Fitto […]. […]
Gli europarlamentari di Ecr si sono già riuniti ieri. Oggi sosterranno la popolare Roberta Metsola, che corre per il bis da presidente dell’Eurocamera. E hanno indicato due candidati a vicepresidente. Un polacco del Pis, Robert s Zile, e la meloniana Antonella Sberna. Elezione sicura?
giorgia meloni e matteo salvini alla camera
«Rischiano», trapela da fonti informali del Pse. Che potrebbe, almeno in parte, provare a sabotare la nomina. Ecco perché in Ecr studiano le contromosse. Nelle ultime ore circola l’idea di un test: cioè provare a far votare Sberna da tutto l’arco a destra dei Liberali. Quindi Popolari, ma anche Patrioti e i sovranisti capeggiati da Afd. La manovra è alle battute iniziali. Ma se riuscisse - non scontato - dimostrerebbe che un asse tra Ppe ed Ecr può saldarsi. E potrebbe poi condizionare FdI sull’Ursula Bis. […]
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