GIÀ UNA SETTIMANA FA, DAGOSPIA AVEVA SPIFFERATO DELLA CANDIDATURA UFFICIALE DELLA PALLIDA MOGHERINI ALLA COMMISSIONE EUROPEA. AL SUO POSTO, DASSÙ E PINOTTI – E RENZI APPROFITTA PER RIMPASTARE IL GOVERNO

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1. DAGO FA PRESENTE CHE….

Ora che tutti i giornaloni e le agenzie riportano la notizia di Renzie che lancia la candidatura ufficiale di Federica Mogherini alla Commissione Europea come Mr, anzi Ms. PESC (candidatura confermata dalla stessa ministra) ce ne fosse uno che sia uno che si ricorda come la notizia sia stata anticipata in esclusiva ed in anteprima da Dagospia già una settimana fa, il 17 giugno alle 18:49, con tutti i dettagli del caso:

Federica Mogherini Federica Mogherini

 

‘’Non dite alla ministra degli Esteri per mancanza di prove che dalle parti di Palazzo Chigi stanno pensando per lei ad un possibile incarico internazionale da qualche parte, per liberare la casella della Farnesina viste le recenti performance non esattamente brillanti che l’hanno portata ad essere soprannominata “l’ombra di un ministro”.

 

federica mogherini federica mogherini

Alle perplessità di alcuni sullo spessore della Mogherini per un incarico estero di livello pare che Renzie avrebbe risposto con una battutaccia delle sue: “Se uno come Tajani ha fatto il vicepresidente della Commissione Europea, vuol dire che possiamo davvero nominare chiunque…”

 

2. ALTO RAPPRESENTANTE, L’IPOTESI MOGHERINI E LE MOSSE DI BERLINO

Ivo Caizzi per ‘Il Corriere della Sera’

 

Nella complessa trattativa in corso sulle euronomine si inserisce la candidatura del ministro degli Esteri Federica Mogherini per il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza del Consiglio dei 28 governi Ue, che include contemporaneamente la vicepresidenza della Commissione europea. Il suo nome è circolato al Consiglio dei ministri degli Esteri Ue a Lussemburgo, in vista del negoziato ufficiale al vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue di giovedì e venerdì prossimi.

 

MOGHERINI E ALFANO FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE MOGHERINI E ALFANO FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE

«E’ un’ipotesi», ha confermato Mogherini, rimarcando di essere ora «concentrata» sul lavoro alla Farnesina. Il ministro degli Esteri olandese Frans Timmermans ha definito la collega italiana «senza dubbio» una candidata qualificata per succedere alla britannica Catherine Ashton alla guida della diplomazia europea.


Mogherini costituirebbe una possibile contropartita da dare al governo di Matteo Renzi per far passare lo schema di euronomine promosso insistentemente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Questo si sviluppa intorno al suo compagno nell’europartito Ppe, il lussemburghese Jean Claude Juncker, come presidente della Commissione europea al posto del portoghese Josè Manuel Barroso. Il premier danese Helle Thornig-Schmidt, socialdemocratica di impostazione liberale (gradita a Berlino), è in corsa per succedere al belga Herman Van Rompuy come presidente stabile del Consiglio dei governi Ue.

 

Il premier finlandese Jyrki Katainen, un «falco» del rigore finanziario filo Merkel, si insedierebbe come commissario per gli Affari economici e controllore dei bilanci nazionali. Alla Commissione europea verrebbe confermato il commissario tedesco all’Energia Günter Oettinger (dello stesso partito della cancelliera).

 

JUNCKERJUNCKER

Anche il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, presidente uscente dell’Europarlamento, verrebbe rinnovato nel primo dei due mandati in cui in genere è diviso il ruolo di vertice dell’Assemblea Ue. In questo schema, che sarebbe un trionfo della Germania, salterebbe per il Pd la possibilità di candidare un suo eurodeputato al vertice dell’Assemblea Ue, nonostante sia uscito dalle Europee come primo partito eurosocialista e gli oltre trenta anni di assenza di un italiano da questa poltrona.


Una possibile compensazione sarebbe il doppio incarico in Consiglio e Commissione per Mogherini. La Francia otterrebbe la presidenza dell’Eurogruppo per l’ex ministro socialista Pierre Moscovici.


La trattativa sulle euronomine mantiene però ampi margini di incertezza. Juncker, nonostante l’appoggio di Merkel e il via libera dei governi eurosocialisti, si trova ancora contro il premier di Londra David Cameron, che ha fatto sapere di voler arrivare al voto dei capi di governo abbandonando la tradizionale decisione per consenso. Se Renzi si accorda con Merkel, il Regno Unito difficilmente può organizzare una minoranza di blocco.

 

Ma il candidato lussemburghese, che ha frequentato per circa 25 anni le istituzioni Ue come ministro delle Finanze e premier del Granducato, sconta anche l’essere un simbolo dell’Europa del passato e presenta varie fragilità nella sua immagine pubblica e privata.
 

La complessità della trattativa ha portato Van Rompuy a organizzare nella massima riservatezza la prima delle due giornate del summit, giovedì prossimo, a Ypres fuori Bruxelles, escludendo la presenza dei media. Le proteste dei giornalisti e un intervento mediatorio dell’Italia stanno portando a valutare una soluzione di compromesso. «Siamo per la trasparenza», ha commentato Mogherini in relazione al rischio di silenzio stampa al summit di Ypres.

 

2. DASSÙ E PINOTTI NEL TOTONOMINE POST-MOGHERINI

Carmelo Lopapa per ‘La Repubblica’

 

matteo renzi e angela merkelmatteo renzi e angela merkel

Da Bruxelles lievitano le quotazioni del ministro italiano Federica Mogherini per il posto di Alto rappresentante Ue per la politica Estera e la sicurezza e a Roma la giostra del toto poltrona inizia subito a girare. Il destino della responsabile della Farnesina potrebbe essere segnato già nel Consiglio europeo di questa settimana e la voce è stata sufficiente ieri pomeriggio per far rimbalzare tra Montecitorio e Palazzo Chigi nomi e pedine: non solo di possibili sostituti alla più prestigiosa delle poltrone governative, ma anche quelli di possibili subentranti in altri tasselli che eventualmente si libererebbero.

 

L’ipotesi che si fa largo, insomma, è quella di un mini rimpasto, possibile magari dopo l’estate se non prima, qualora il premier Renzi dovesse portare a casa la promozione europea per la Mogherini.


«Un problema alla volta», predicano cautela e prudenza da Palazzo Chigi. Anche solo per scaramanzia dell’«ascesa» del ministro degli Esteri italiano non si parla. Ma al nome, anzi ai nomi dei possibili sostituti già alla Presidenza del Consiglio si sta pensando. Il più accreditato è quello di un’altra donna.

MARIE CHARLINE PACQUOT FIDANZATA MINISTRO FINANZE FRANCESE PIERRE MOSCOVICI MARIE CHARLINE PACQUOT FIDANZATA MINISTRO FINANZE FRANCESE PIERRE MOSCOVICI

 

Marta Dassù, ex sottosegretario e viceministri agli Esteri, un tempo non lontano vicina a Massimo D’Alema, direttrice della rivista Aspenia, è stata designata due mesi fa dal presidente del Consiglio al cda di Finmeccanica. Figura di spessore selezionata proprio alla luce della sua esperienza internazionale alla tolda di comando della partecipata tra le più delicate e discusse di questi anni.

 

Sottosegretario agli Esteri lo è stata nel governo Monti, poi viceministro allo stesso dicastero con Giulio Terzi di Sant’Agata e infine con Emma Bonino, con delega «alla politica estera e di sicurezza comune e alla politica europea di sicurezza e difesa».

ROBERTA PINOTTI FA JOGGINGROBERTA PINOTTI FA JOGGING


L’alternativa alla quale la squadra ristretta di Renzi sta pensando aprirebbe appunto la strada a un mini rimpasto. E porta a un’altra signora assai quotata, ministra in carica stavolta. Roberta Pinotti occupa la poltrona di ministro della Difesa, prima donna a farlo, per altro, e finora con un certo riconoscimento trasversale. È una delle democratiche di estrema fiducia, tra le più vicine al segretario-premier.

 

Sono alcune delle regioni che fanno crescere in queste ore le quotazioni della ministra ligure, almeno di pari passo con quelle della Mogherini a Bruxelles. Solo ipotesi, al momento. Che a Palazzo Chigi tengono chiuse sotto chiave. La partita vera si gioca sullo scacchiere europeo e dovrà giocarsela Renzi da giovedì.

 

MARTA DASSUMARTA DASSU

Ma nella maggioranza, nella nuova maggioranza che sta prendendo corpo dopo gli esodi da sinistra, c’è tutta un’area che coltiva aspettative. L’ex capogruppo di Sel Gennaro Migliore, che ha lasciato Vendola con altri cinque deputati (e altri sei forse li seguiranno a breve), non è certo passato al gruppo Misto a caccia di poltrone.

 

Anzi, per lui si parla anche di una possibile candidatura a sindaco a Napoli il prossimo anno. Ma se il valzer aprirà varchi nelle caselle di viceministri e sottosegretari, allora anche chi ha deciso adesso di dare una mano al governo potrebbe essere premiato.