DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Fabrizio Roncone per il Corriere della Sera
I due corazzieri in alta uniforme, immobili ai lati della porta, scatenano effetti ipnotici e ricordi del secolo scorso.
La porta: un anziano fotografo racconta, con malcelata nostalgia, di quella volta che vide uscire Enrico Berlinguer («Le foto si stampavano ancora in bianco e nero: e Berlinguer veniva benissimo con quel suo magnifico viso rugoso, con la sua divisa d' ordinanza, camicia bianca e grisaglia antracite»).
Adesso esce l' ex grillino poi folgorato dai progetti di Altra Europa per Tsipras Francesco Campanella (Gruppo Misto del Senato): l' aria un filo compiaciuta, la lingua all' inizio attaccata al palato, guida la prima delle diciassette delegazioni minori che il capo dello Stato, Sergio Mattarella, deve incontrare in questo secondo giorno di consultazioni.
I colloqui avvengono nello «studio alla vetrata», dove poco fa ha fatto ingresso Pino Pisicchio (Gruppo Misto della Camera): Pisicchio è un vecchio astuto democristiano che ne ha viste e fatte tante, arrivando persino ad essere l' ideologo dell' Idv di Antonio Di Pietro.
«Quinti propapilmente c' è Ti Pietro?», chiede un cronista tedesco. No, Di Pietro non viene da tempo. Comunque sarà lo stesso una parata sfiziosa assai. Per dire: nel pomeriggio dovrebbe arrivare pure Raffaele Fitto, uno tra i tanti - da Fini a Parisi - ad aver sperato di poter essere l' erede di Silvio Berlusconi. Da un po' di tempo, Fitto è invece il capo di Conservatori e Riformisti e uno dei suoi colonnelli è Rocco Palese, personaggio leggendario (a quest' ora - sono da poco passate le 10.30 - è facile immaginare che Palese, un chirurgo pugliese con il dono dell' ironia ma non dell' eleganza, stia scegliendo con cura l' abito da indossare.
Sa che, in certe situazioni, è meglio non sbagliare. Imparò un pomeriggio di tanti anni fa, quando Fitto lo portò da Berlusconi, presentandolo come «il candidato alla presidenza della Regione Puglia, l' uomo che strapazzerà Vendola». Purtroppo Palese entrò a Palazzo Grazioli indossando una giacca celeste con la forfora sulle spalle. Il Cavaliere lo squadrò a lungo. Poi disse: «Qui abbiamo bisogno di un sarto e di un barbiere, eh?»).
Distratti da Palese, rischiamo di perdere le parole di Daniel Alfreider, rappresentante della componente minoranze linguistiche, che è composta da 6 deputati: 4 per Südtiroler Volkspartei, 1 per la Valle D' Aosta e 1 per il Patt, Partito autonomista trentino tirolese. «Abbiamo detto al presidente che serve continuità...».
Le sue parole coperte dallo schioccare dei tacchi, corazzieri sull' attenti.
Brusìo.
Sta uscendo qualcuno.
Accendete le telecamere.
Sì, è lui.
Pippo Civati.
Passo felpato e il solito sguardo grave di uno che sta per dirti una roba riservata e gravissima.
E invece: «Abbiamo detto a Mattarella che non vogliamo un nuovo governo Renzi». La voce, quando pronuncia il cognome Renzi, a Civati si incrina sempre un po': del resto, fu proprio con lui, con Civati, che Renzi nel 2010 sul palco della prima Leopolda lanciò lo slogan «vi rottameremo tutti». Civati, qualche giorno dopo, scoprì che sarebbe stato il primo.
Però Civati non ha mollato e, in attesa di concludere una faticosa attraversata del deserto con 4 eroici deputati del suo movimento, Possibile, è venuto qui, a dire la sua. Un po' emozionato, raccontano avrebbe sbagliato corridoio, all' uscita. E Mattarella se lo sarebbe trovato di nuovo davanti. Ma non ci sono prove.
La cronaca vivacchia.
I fotografi però non perdono il buon umore.
«Aho', ma quello assomiglia a Tabacci…». «Guarda che è proprio Tabacci».
Poco prima della pausa, dopo un comizietto di Rocco Buttiglione (Udc) arrivano quelli di Fare! (il punto esclamativo non è un refuso), il movimento di Flavio Tosi, che può contare su 3 elementi alla Camera e 3 al Senato (tra cui la senatrice Patrizia Bisinella, compagna di Tosi) e l' Unione sudamericana emigrati italiani (Usei), con la brasiliana Renata Bueno.
«Il presidente non ci ha detto molto...».
Di solito, in questi casi, il presidente ascolta.
«Sì, certo... Vuol sapere cosa gli ho detto io?».
Pomeriggio .
Ecco Fratelli d' Italia con Giorgia Meloni, la Lega con il vicesegretario Giancarlo Giorgetti e i fittiani (Palese poi ha azzeccato l' abito, ma ha sbagliato la cravatta: color lilla).
Prima di loro, però, una gag strepitosa. Con il capo delegazione di Gal che, temendo di non essere riconosciuto, si presenta e dice: «Buonasera, mi chiamo Mario Ferrara… di Gal». Pausa. «Ma non guardatemi così. Abbiamo più senatori noi della Lega: 16 per la precisione».
Facile: volete sapere da quante sigle è composta Gal? Nell' ordine: Grande Sud, Popolari per l' Italia, Moderati, Idea, Alternativa per l' Italia, Euro-Exit, Movimento politico Libertas (e spero di non averne dimenticata qualcuna ).
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