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GIORGIA MELONI SULLE TASSE FA IL GIOCO DELLE TRE CARTE: SPACCIA COME SUOI RECORD SU CUI NON HA MERITI – “IL FATTO QUOTIDIANO” FA DEBUNKING ALL’AUTOCELEBRAZIONE SULLA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE DELLA PREMIER: “PIÙ DELL’80% DEL TOTALE È ARRIVATO DA ATTIVITÀ DI CONTROLLO ORDINARIE. POI CI SONO LE MISURE STRAORDINARIE: PACI FISCALI E SANATORIE CHE COMPORTANO PERDITE NETTE PER L’ERARIO E NON DICONO NULLA SULLA REALE CAPACITÀ DI CONTRASTARE IL NERO. IL BOTTINO, SU QUEL FRONTE, SI È FERMATO A 3,5 MILIARDI” – SE GLI ACCERTAMENTI FUNZIONANO, PERCHÉ IL GOVERNO PREVEDE DI RIDURRE I CONTROLLI NEI PROSSIMI ANNI?

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Estratto dell’articolo di Chiara Brusini per “il Fatto quotidiano”

 

giorgia meloni 3

“Ci accusano di aiutare gli evasori, di allentare le maglie dei fisco, persino di nascondere dei condoni immaginari: sono tutte bugie!.

 

Mentre la sua maggioranza continua a litigare sull’alternativa tra nuova rottamazione e taglio dell’irpef al “ceto medio”, Giorgia Meloni coglie l’occasione della presentazione dei dati sulle cifre recuperate nel 2024 da Agenzia delle Entrate e Riscossione per parlar d’altro.

 

E rivendicare quei numeri […] come frutto del “lavoro del governo nel contrasto all’evasione”. A sostegno della tesi la premier cita solo la stretta contro le partite Iva apri e chiudi. Per farsi un’idea dell’impatto, basti dire che quella norma ne ha fatte cessare d’ufficio 5.869 a fronte di oltre 498 mila nuove avviate in corso d’anno.

 

Come vedremo, la realtà è che le azioni dell’esecutivo c’entrano poco con quei risultati. E che per Meloni è in arrivo una grana non da poco.

 

LA GIORGIA DI LOTTA E QUELLA DI GOVERNO - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Partiamo dai numeri. Lo scorso anno l’attività di recupero dell’evasione ha riportato nelle casse dello Stato 26,3 miliardi complessivi contro i 24,7 del 2023: “Il risultato più alto di sempre”, scrive l’agenzia.

 

Vincenzo Carbone, ex capo della divisione contribuenti che dallo scorso gennaio ne ha preso le redini dopo le dimissioni di Ernesto Maria Ruffini, in conferenza stampa ha parlato addirittura di 33,4 miliardi, cifra poi ripresa anche da Meloni, che si ottiene però solo sommando pure le imposte e addizionali locali e i crediti previdenziali.

 

VINCENZO CARBONE

Tornando ai recuperi erariali, più dell’80% del totale è arrivato da attività di controllo ordinarie […]. Poi ci sono le misure straordinarie: paci fiscali e sanatorie che comportano perdite nette per l’erario (chi aderisce si vede abbuonare sanzioni e interessi) e non dicono nulla sulla reale capacità di contrastare il nero.

 

Il bottino, su quel fronte, si è fermato a 3,5 miliardi. Dal confronto rispetto all’anno prima saltano agli occhi l’aumento del 50% degli incassi da cartelle e il calo del 25%, a 3,2 miliardi, degli introiti dalla rottamazione quater cara alla Lega: secondo l’agenzia dipende dal fatto che molti contribuenti hanno optato per la rata unica e saldato già nel 2023.

 

“È positivo che chi parlava di ‘pizzo di Stato’ ora rivendichi i risultati dell’attività di accertamento”, commenta Alessandro Santoro, docente di Scienza delle Finanze all’università Bicocca […] “ma il collegamento con l’azione di governo è molto debole.

 

il governo come fa sbaglia - vignetta by ellekappa

Prendiamo l’incremento degli incassi da riscossione: ovviamente dipende dalla definizione di procedure iniziate anni fa. Quanto ai versamenti diretti, saliti di 1 miliardo, bisognerebbe capire quanta parte derivi da accertamenti veri e propri e quanto da meri controlli formali che fanno emergere errori nelle dichiarazioni. In ogni caso, se l’attività di accertamento è produttiva mi chiedo perché nei prossimi anni si preveda di ridurre i controlli, come emerge dall’ultimo Piano di attività dell’agenzia”.

 

Le lettere “amichevoli” per incentivare i contribuenti a mettersi in regola, poi, dopo il superamento dei 3 milioni di invii previsto dal Pnrr sembrano aver raggiunto un plateau: anno su anno gli incassi sono saliti di soli 300 milioni. “Senza un potenziamento dei poteri dell’amministrazione il gettito si assesterà”.

 

giorgia meloni e giancarlo giorgetti foto lapresse 1

Analizzati i numeri, vale la pena di allargare lo sguardo e ricordare che il recupero da evasione viaggia su un binario del tutto diverso rispetto all’andamento della propensione a evadere (il cosiddetto tax gap). “Che dipende, ben più dei risultati dell’attività amministrativa, dai messaggi lanciati e dalla politica fiscale perseguita”, sottolinea Santoro.

 

Quel dato, stimato ogni anno dagli esperti del Mef, è l’unico che rileva nel determinare se il governo potrà rimpinguare il fondo per la riduzione della pressione fiscale. Come vanno le cose su quel fronte? “Le tendenze che emergono dall’ultimo rapporto della Commissione Ue sull’evasione Iva e dall’appendice del Piano strutturale di bilancio, che tra 2022 e 2023 mostra un aumento dell’evasione di 8 miliardi, sono allarmanti. Per il futuro c’è qualche inquietudine”. Tradotto: la possibilità di costruirsi un cuscinetto di risorse per il sospirato taglio della seconda aliquota Irpef è tutt’altro che assicurata. Meloni avvertita.

GIORGIA MELONI HANNIBAL - MEME BY EDOARDO BARALDI

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