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Sandra Riccio per "La Stampa"
Maxi-ingorgo di tasse con brivido. Succede anche questo nel Paese dei tartassati. A rendere la situazione da thriller è la nuova Tasi, la tassa sui servizi indivisibili che, di fatto, ha sostituito l'Imu sulla prima casa (e che in molti casi ci costerà anche di più).
Sarà la tassa al «buio».
Andremo a pagarla (praticamente tutti visto che tocca ai proprietari di prima casa, di seconde case e pure agli inquilini) senza sapere qual è l'aliquota, quali sono le detrazioni e senza certezze sulla data del versamento. A meno di un mese dalla scadenza ufficiale della prima rata (16 giugno) si sa ancora poco e niente e per molti proprietari di seconde case pure la scadenza del 16 giugno potrebbe slittare.
I Comuni hanno tempo fino al 23 maggio per deliberare gli importi da versare (e le eventuali detrazioni) ma fino ad ora solo uno su otto ha già deciso. Molte amministrazioni potrebbero aspettare le elezioni prima di dare indicazioni. Dunque a numerose prime case toccherà pagare al «buio» (già il 16 giugno ma senza sapere quale sarà la quota per l'inquilino che va dal 10 al 30%). Le seconde case di quei Comuni «indecisi» pagheranno invece in una sola volta a dicembre.
Un vero caos a più livelli con il rischio di errori moltiplicati per i contribuenti. La prima cosa che molti faranno sarà quella di cercare spiegazioni ai centri per l'assistenza fiscale. Questi sono già in allarme e temono l'assalto, anche perché si troveranno a gestire un imbottigliamento di tasse in arrivo. Il 16 giugno coincide infatti anche con la scadenza del 730 e sempre per quella data bisogna versare anche la prima rata dell'Imu (non la pagano le prime case) e nell'elenco c'è anche la Tarsi (tassa sui rifiuti).
Per questo ieri i Caf hanno lanciato l'allarme: si rischia la «paralisi fiscale» e molti contribuenti potrebbero finire per non rispettare le scadenze. Gli appuntamenti nei Caf oggi sono già a quota 80mila al giorno. «Siamo molto preoccupati - ha detto il coordinatore della Consulta dei Caf, Valerio Canepari - quindici giorni fa avevamo sollecitato il governo a pensare a un rinvio e a soluzioni che attenuino il disagio dei contribuenti.
Questa netta chiusura dell'esecutivo creerà problemi soprattutto ai cittadini perché pochi Comuni hanno deliberato e nessuno è intenzionato a mandare a casa dei contribuenti l'F24 pre-compilato, per cui la gente si trova alle prese con un'imposta nuova che non conosce e temiamo che ai primi giugno milioni di cittadini invaderanno i nostri uffici».
Rincara la dose la Cgia di Mestre, che punta il dito contro lo tsunami di tasse in arrivo. Sono ventinove le scadenze da pagare in due mesi, per un esborso che ammonterà a 75 miliardi di euro: 40 miliardi toccheranno alle famiglie, mentre i restanti 35 saranno a carico delle imprese.
E a mettere in guardia è anche Unimpresa, secondo cui questo quadro porterà inevitabilmente a una valanga di ricorsi sia da parte dei Comuni (nell'ipotesi in cui gli importi pagati siano inferiori al tributo da pagare) sia da parte dei proprietari di immobili (nel caso di versamenti superiori).
Il governo, intanto, è andato incontro agli stabilimenti balneari e ha rinviato a dopo l'estate - quando le casse degli operatori sono già piene - il pagamento dei canoni demaniali marittimi. La promessa è arrivata dal sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta ed è stata ben accolta dal Sib (Sindacato italiano balneari), convinto che la misura, adottata già lo scorso anno, darà «un po' di respiro» a un settore in difficoltà da anni.
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