alexei paramonov

DALLA RUSSIA CON LIVORE - L'AMBASCIATORE DI MOSCA A ROMA, IL TRICOLOGICAMENTE INSTABILE ALEXEI PARAMONOV, CI TIENE A FAR SAPERE CHE "NON SI FIDA DELL'ITALIA": "DUE NUOVI VIRUS HANNO PENETRATO LE ÉLITE ITALIANE: LA RUSSOFOBIA E L'UCROFILIA" - PARAMONOV SI METTE A FARE I CONTI IN TASCA ALL'ITALIA: "L'AUMENTO DELLE SPESE MILITARI AL 5% DEL PIL? È UNA CATASTROFE ECONOMICA" - UNA SETTIMANA FA, MATTARELLA E' STATO INSERITO DA MOSCA NELLA LISTA DEI "RUSSOFOBI OCCIDENTALI..."

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ALEXEY PARAMONOV - AMBASCIATORE RUSSO IN ITALIA

(ANSA) - MOSCA, 04 AGO - "Due nuovi virus hanno penetrato le élite italiane al posto del Covid: la russofobia e l'ucrofilia, che acquisiscono forme particolarmente aggressive". Lo ha detto l'ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, in un'intervista al quotidiano Izvestia, aggiungendo che la Russia "non deve fidarsi affatto degli interlocutori ufficiali italiani".

 

"In generale - ha afferma Paramonov - la leadership italiana rimane ermeticamente chiusa a contatti ufficiali con la parte russa a tutti i livelli" e i dirigenti italiani "non si stancano mai di ripetere parole come un mantra sulla lealtà alla Nato e sulla disponibilità a mettere in atto tutto ciò che viene da questa organizzazione aggressiva e distruttiva". Ciò comprende anche l'aumento delle spese militari fino al 5% del Pil, che "per l'Italia significa una vera catastrofe economica".

 

ALEKSEJ PARAMONOV MATTARELLA

"Le autorità - continua l'ambasciatore - non smettono di ripetere che questo deve essere fatto per essere pronti a respingere un'invasione russa", ma "questa è una mera menzogna". "Dalle autorità italiane - prosegue Paramonov - "sentiamo costantemente dichiarazioni rassicuranti che l'Italia non è in stato di guerra con la Russia, che non manderà personale militare sul territorio dell'Ucraina nelle zone di combattimento, e non permette alle autorità ucraine di utilizzare gli armamenti forniti per colpire in profondità la Federazione Russa".

 

Aleksej Paramonov

 Ma in realtà Mosca non può fidarsi troppo di questo perché da molti anni "i Paesi dell'Occidente collettivo, compresa l'Italia, hanno cercato di presentare la loro posizione e azioni in una luce migliore e più amichevole rispetto a quello che erano veramente". Per questo, conclude il diplomatico, "ora non dobbiamo affatto fidarci dei nostri interlocutori ufficiali italiani".