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FLASH! - SIAMO UOMINI O GENERALI? PER L'OTTUAGENARIO CALTAGIRONE LA CATTURA DEL LEONE DI TRIESTE E'…
1. SHOPPING E NUCLEARE LE MAIL “CINESI” IMBARAZZANO HILLARY
Angelo Aquaro per “la Repubblica”
S’erano tanto amati. La geopolitica vista dal buco della serratura delle email rubate da WikiLeaks mostra la verità che non ti aspetti. Hillary Clinton che tesse le lodi di Xi Jinping: lui sì che terrà a bada quei cattivoni della Corea del Nord.
E poi l’ex first lady, ex segretario di Stato e adesso candidata presidente degli Stati Uniti che si fa buttare giù l’elenco dei negozietti più carini di Hong Kong: e dove si possono trovare quelle borsette deliziose che costano certamente meno degli originali venduti a New York?
Perfino una tragedia come la minaccia nucleare qui è risolta con un dialogo da Hollywood: «Sentite, ai cinesi gliel’abbiamo detto. Se i coreani sfornano un missile con la testata nucleare noi non possiamo tollerarlo». E dunque? «Circonderemo la Cina di una difesa antimissile, sposteremo le nostre navi nell’area».
Circondiamo la Cina, spostiamo le navi. Il risiko disegnato di Hillary sta trovando, ovviamente, più risonanza qui che negli States presi dalle polemiche sul sexygate di Donald Trump. E come fanno a non risuonare gli imbarazzanti complimenti che il probabile prossimo presidente degli Usa fa al nuovo Mao?
Xi «è un politico migliore » del grigio predecessore Hu Jintao, la sua elezione è «una buona notizia», Xi «è molto più sofisticato», «uno un po’ più di mondo. E lo dico con stima». Wow. Che altro? «Ha consolidato il suo potere sui militari e sul partito comunista, ha disegnato un piano di riforme economiche e sociali, come quella del figlio unico».
Hillary dimostra di conoscere bene il capo di tutte le Cine, ricorda un suo passaggio in Iowa nei lontani anni ‘80 — il futuro presidente visitò il granaio d’America quando si occupava di agricoltura: «Lo vedi come si muove. È uno con cui puoi pure fare due chiacchiere, come ha fatto con me». E poi tiene a bada i generali, sono i militari a proteggere i cattivi della Corea del Nord, e finalmente Xi sta dicendo ai militari:
«Basta con le provocazioni». Come no: Pyongyang, da allora, ha lanciato altri due test atomici. L’ufficio di Hillary non conferma né smentisce queste chiacchierate (fatte dietro pagamento) fatte per i boss di Wall Street. Ma il suo capo di gabinetto John Podesta ammette con l’Fbi che le sue email erano state hackerate — probabilmente dai russi.
Va detto che l’adulazione per Pechino con il passare del tempo lascia spazio a più di un dubbio. Quando scoppia la crisi sulle isole contese Clinton sbotta: parlano di Mare Cinese? «Ma allora gli Stati Uniti dovrebbero reclamare tutto il Pacifico. Noi l’abbiamo liberato, noi l’abbiamo difeso. Potremmo anche chiamarlo Mar d’America: dalla California alle Filippine». Qui il risiko si fa surreale. Allora, ribatte Pechino, noi diremmo che le Hawaii sono nostre. E Hillary: ma gli Stati Uniti hanno la prova d’acquisto!
Non c’è prova, invece, dell’acquisto degli oggetti che la signora avrebbe voluto portarsi via da Hong Kong. La lista, in una mail intitolata appunto “Hong Kong shopping”, viene compilata da una collaboratrice e spedita a Huma Abedin, l’assistente che ha da poco divorziato da quell’Anthony Wiener, ex candidato sindaco a New York, finito in disgrazia per essersi mostrato nelle chat con le sue amiche in mutande.
Il suggerimento più ghiotto è un negozietto dove fanno «borsette tipo Birkin — senza logo ma perfettamente legali — che non sono economiche ma sicuramente molto meno costose delle originali ». Il prezzo di mercato di quelle vere, di Hermes, può superare i 15mila dollari. Prezzo dei falsi made in Hong Kong: 300 dollari. S’erano tanto amati, Hillary e la Cina. E come fai a dire di no, quando è pure sottocosto.
2. OBAMA SCENDE IN CAMPO «IN GIOCO LA DEMOCRAZIA» E CANTA «HILLARY, HILLARY»
Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera
Barack Obama porta all' estremo la campagna elettorale: «È in gioco la democrazia». La frase rientra nello scenario drammatico prospettato dall' affermazione di Hillary Clinton, qualche giorno fa: «Sono l' ultimo baluardo tra voi e l' Apocalisse». Il presidente sta girando per l' Ohio, uno degli Stati in bilico. Ieri ha parlato a Cleveland. Si è presentato sul podio in giacca a vento e maglioncino.
Informale, colloquiale. Ha iniziato il discorso con una serie di battute. Incitando la folla a cantare in coro «Hillary, Hillary», per due volte ha ripetuto: «Se un uomo passa 70 anni su questa Terra dimostrando di non avere alcun riguardo per i lavoratori, come può improvvisamente assumerne la difesa? "Come on", ma andiamo».
Poi, il passaggio più intenso, alzando la voce fino a urlare: «Se vince Trump i progressi fatti negli ultimi anni voleranno via dalla finestra. In queste elezioni è in gioco la civilizzazione; è in gioco la tolleranza; è in gioco l' onestà; è in gioco l' eguaglianza; è in gioco la gentilezza. La stessa democrazia è in gioco».
Per il presidente l' inaffidabilità di Trump è simultaneamente politica e personale: impossibile distinguere i comportamenti privati del tycoon dalle proposte programmatiche. «Non è necessario pensare come un padre o un marito per capire che il sessismo di Trump è inaccettabile: basta essere un essere umano».
Obama ha evocato più volte il discorso che la moglie Michelle ha tenuto due giorni fa a Manchester, nel New Hampshire. La First lady ha attaccato Donald Trump, senza mai citarlo, con voce costernata: «Questo non è normale, non è politica come al solito. Un uomo di potere che pensa di poter fare quello che vuole con il corpo delle donne? Intollerabile». Il riferimento è al video del 2005 con le battute offensive di «The Donald».
«Non potrei essere più orgoglioso di Michelle - ha detto Obama - ha parlato sì alle donne, ma anche agli uomini, che sono migliori di così».
Il presidente Usa, infine, si è rivolto in modo sarcastico ai parlamentari che negli ultimi giorni hanno ritirato il sostegno al candidato scelto a luglio nella Convention di Cleveland: «Ma come avete fatto a non accorgervi prima a chi vi stavate affidando?». Ieri un' altra donna, Kristin Anderson, ha accusato Trump di averla molestata in un club di Manhattan, nei primi Anni 90. Il front runner repubblicano prova a spezzare l' assedio. Ieri sera è intervenuto a Greensboro, nel North Carolina.
Parte proprio dall' ultimo caso, negando di aver mai visto Kristin Anderson. Ripete che anche le altre vicende «sono tutte fabbricate ad arte dai giornali ostili e da Bill e Hillary Clinton». Rispedisce al mittente i rilievi di Obama, dicendo «che alla Casa Bianca abbiamo un incompetente». E, infine, rilancia sulle mail di «Crooked Hillary», Hillary la corrotta. La platea grida: «Lock her up», mettetela dentro. «Sì, dovrebbero metterla dentro», ripete «The Donald».
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