DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
MATTEO RENZI CLAUDIO DE VINCENTI
Camilla Conti per “il Giornale”
Nei palazzi romani si sono accesi i riflettori sulle manovre interne al ministero dello Sviluppo Economico, guidato da Federica Guidi. Un dicastero importante perché deve occuparsi di alcuni dossier strategici non solo per il Paese (è il primo fronte delle crisi industriali), ma anche per Matteo Renzi, in termini di consenso elettorale e di equilibri interni al Pd. Ebbene, proprio da via Veneto sono arrivati - e continuerebbero ad arrivare - alcuni grattacapi per il premier.
Prendiamo il conflitto con le Regioni sui dossier energetici deflagrato prima del completamento della riforma del Titolo V della Costituzione che ridà allo Stato le competenze su energia, infrastrutture e trasporti. Le Regioni avrebbero usato le leve della Salute e dell'Ambiente per bloccare numerosi progetti, dalla Puglia fino all'Emilia Romagna. Qui nei giorni scorsi il governatore Stefano Bonaccini ha rimosso il blocco ai permessi di ricerca ed estrazione che era stato fissato oltre un anno fa dal suo predecessore Vasco Errani.
Sulla decisione avrebbe pesato il pressing di corpi diplomatici stranieri - le cui compagnie energetiche erano da molti mesi paralizzate dalla sospensiva senza alcuna indicazione - e di Palazzo Chigi, preoccupato dall'escalation della vicenda. Tanto che presto il presidente potrebbe mettere in campo anche la «diplomazia» del ministero per gli Affari Regionali, dove starebbe per approdare Gaetano Quagliariello.
Un tempo il ruolo di gestore dell'«Ufficio grane» del Mise era affidato al viceministro Claudio De Vincenti, che però è andato a sostituire Graziano Delrio come sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Poi si è appreso che De Vincenti è citato più volte nelle carte dell'inchiesta su Tirreno Power, con tanto di intercettazioni.
A prescindere dagli sviluppi giudiziari, la vicenda dimostra che al Mise è sempre esistita la figura di un «signor Wolf» un risolutore di problemi che affiancasse un ministro non «politico» come la Guidi. E questa figura era incarnata da De Vincenti, ex consigliere economico di Vincenzo Visco. Quanto di più lontano si possa immaginare dal Giglio magico renziano, che difatti non lo ha mai amato. Chi prenderà il suo posto?
In pole position per fare il vice della Guidi ci sarebbe Cesare Damiano, prima bersaniano doc e poi fondatore della neonata corrente di sinistra dialogante. In ogni caso un nuovo signor Wolf andrà comunque trovato, dentro o fuori dal Mise. Tanto che Renzi starebbe pensando a una poltrona di sottosegretario a Palazzo Chigi per farla occupare da Salvo Nastasi. Direttore generale degli Spettacoli dal vivo del ministero dei Beni Culturali, Nastasi vanta l'amicizia di Gianni Letta (che gli ha fatto da testimone al matrimonio con Giulia Minoli, figlia del giornalista Giovanni) e sarebbe gradito anche a Renzi che già vorrebbe affidargli l'incarico di Commissario per la bonifica di Bagnoli. Ma ora starebbe pensando per lui a un ruolo più «strategico».
SALVATORE NASTASI GIULIA MINOLI SALVO NASTASI FEDERICA GUIDI IN SENATO FOTO LAPRESSE
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