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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
RESTARCI DI SASSOLI - DAVID SASSOLI SI RITIRA DALLA CORSA AL BIS ALL'EUROPARLAMENTO: "NON VOGLIO SPACCARE IL FRONTE EUROPEISTA" - DIETRO CI SONO LE DIVISIONI DEL GRUPPO LIBERAL-MACRONIANO RENEW EUROPE: ORA SOCIALISTI E LIBERALI SEMBRANO VOLER VIRARE SULLA CANDIDATA MALTESE DEL PARTITO POPOLARE, METSOLA, ANCHE SE È MOLTO CONSERVATRICE E ANTI-ABORTISTA CONVINTA…
Angela Mauro per www.huffingtonpost.it
DAVID SASSOLI ABBRACCIA MANFRED WEBER
David Sassoli si ritira dalla corsa per la riconferma alla presidenza del Parlamento Europeo, in vista delle votazioni di metà mandato a gennaio. “Non voglio spaccare il fronte europeista”, è l’argomentazione che Sassoli porterà al gruppo dei socialisti oggi a Strasburgo.
Alla base della scelta, le divisioni del gruppo liberal-macroniano Renew Europe, che oggi ha tenuto una riunione sempre a Strasburgo e ha deciso di sostenere la candidata del Ppe Roberta Metsola se, come pare, i socialisti non proporranno un altro nome.
Benché candidato non ufficiale, il nome di Sassoli era ufficiosamente in pista da quando i socialisti avevano deciso di non tenere fede al patto col Ppe che prevedeva una rotazione della presidenza a metà legislatura.
Per i socialisti, il patto era stato infranto già l’anno scorso, quando alla presidenza dell’Eurogruppo è stato nominato il conservatore irlandese Paschal Donohoe invece della socialista spagnola Nadia Calvino.
DAVID SASSOLI URSULA VON DER LEYEN
Ma questa linea non ha retto alla prova dei fatti e ora la capogruppo spagnola dei Socialisti&Democratici Iratxe Garcia Perez vorrebbe riavvolgere il nastro, riportando la famiglia politica del Pse a rispettare il patto coi Popolari, anche se la candidata ufficiale del Ppe è Roberta Metsola, maltese, schierata su posizioni molto conservatrici, anti-abortista convinta.
È la sconfitta del fronte europeista moderato. L’abdicazione ad uno schema di gioco egemonizzato dalle posizioni più conservatrici, quelle sostenute da Metsola, come testimonia la sua storia da parlamentare.
L’eurodeputata maltese ha costantemente votato contro il diritto di scelta riguardo all’aborto, illegale nel suo paese. A giugno, Metsola ha votato contro il rapporto Matic, che invita gli Stati membri a “proteggere e migliorare la salute e i diritti sessuali e riproduttivi delle donne” e definisce l’aborto un “diritto”.
La parlamentare è stata anche criticata dai gruppi ‘pro-choice’ per non aver difeso le donne polacche scese in piazza contro le nuove leggi del governo di Varsavia che limitano il diritto all’aborto. Ancora: Metsola si è astenuta su un voto per rendere la violenza contro le donne un crimine specifico nell’Ue.
Insomma, la prima presidente del Parlamento Europeo Simone Veil ha legalizzato l’aborto e promosso i diritti delle donne in Francia: 40 anni dopo, Metsola sta dall’altra parte della barricata eppure riesce a essere candidata in pole position per la presidenza dell’Eurocamera.
I liberali di Renew Europe sono determinati a riaprire la questione del diritto all’aborto con Metsola, prima di sostenerla nella corsa alla presidenza. Ma l’eurodeputata ha anche altre ‘macchie’ sul curriculum.
Metsola è stata anche criticata per aver tentato di annacquare, con 33 emendamenti, un rapporto sulla corruzione e lo stato di diritto in Bulgaria, perché all’epoca al governo di Sofia c’era Boyko Borisov, esponente membro del gruppo Ppe. Non solo.
Diventata membro della commissione d’inchiesta del Parlamento europeo sulle rivelazioni dei Panama Papers, i documenti riservati su oltre 214mila società offshore, Metsola ha avuto seri conflitti di interesse da gestire
Nel 2017 nei Panama Papers è emerso il nome di suo marito, Ukko Metsola, azionista, rappresentante legale e amministratore della società, ‘European Public Affairs Advisors limited’, costituita nel 2007. Segretario della società è il padre di Roberta Metsola, Geoffrey Tedesco Triccas. Un’altra azionista è Eeva Kristina Ignatius-Metsola, suocera dell’eurodeputata.
È questa la candidata che i gruppi europeisti del Parlamento Europeo si appresterebbero a sostenere per i restanti due anni e mezzo di mandato alla presidenza, prima delle europee del 2024.
A quanto si apprende da fonti parlamentari, il premier socialista spagnolo Pedro Sanchez è il primo a non voler mandare in soffitta il patto con il Ppe. E dunque la sua ‘fedelissima’ Garcia Perez dovrebbe proporre a tutto il gruppo di ‘tornare a Canossa’ al patto col Ppe, pur sul nome di Metsola.
L’ideale, per la capogruppo spagnola, sarebbe non farlo subito, ma a ridosso del voto sulla presidenza a metà gennaio, giustificando la scelta con l’assenza di altre candidature.
I socialisti non proporranno una candidatura femminile per contendere la presidenza a Metsola sul terreno della rappresentanza di genere, carta pur molto apprezzata tra i gruppi progressisti a partire dai Verdi che fin dall’inizio hanno espresso la preferenza per una donna.
Le divisioni tra i liberali sul nome di Sassoli, con i macroniani a favore e gli altri più spostati su Metsola, hanno rianimato tra i socialisti il brutto ricordo del 2017, quando per il cambio alla presidenza dell’Eurocamera presentarono Gianni Pittella contro Antonio Tajani di Forza Italia e persero.
Anche allora tentarono di non dar seguito al patto di alternanza alla presidenza siglato con i Popolari, che prevedeva un esponente del Ppe dopo i primi due anni affidati al socialista tedesco Martin Schulz. Andò male.
Ma stavolta forse è andata anche peggio, visto che allo scranno più alto del Parlamento Europeo, l’istituzione più progressista dell’Ue, potrebbe sedere una zelante conservatrice. Che sia donna, non cambia granché viste le sue posizioni su temi dirimenti.
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