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Da “Circo Massimo - Radio Capital”
GREGORIO DE FALCO A 'UN GIORNO DA PECORA'
Sequestro sì, corruzione no. A Circo Massimo, su Radio Capital, il senatore Gregorio De Falco mette fianco a fianco l'arresto di Marcello De Vito, presidente 5 stelle dell'assemblea capitolina, e il voto sull'autorizzazione a procedere contro Salvini sul caso Diciotti: "Ieri in aula al Senato si è assistito a un'inversione delle priorità, perché il M5S ha sostenuto che un ministro deve essere giudicato ed eventualmente andare in galera per corruzione ma non per sequestro di persona.
gregorio de falco in senato per la votazione del dl sicurezza
È stata avvalorata l'idea che un ministro che effettui un sequestro di persona aggravato non debba neanche andare a giudizio, ma per corruzione sì. Quindi il patrimonio è più importante della vita e della libertà personale", dice De Falco, che è stato espulso dal Movimento, "Il salvataggio di Salvini è un atto consapevolmente scellerato, perché inverte, perverte ed everte l'ordine costituzionale tra i veri diritti. Non c'è nessuno che possa seriamente ritenere che sia più importante il patrimonio dell'uomo".
A proposito dell'immunità parlamentare, il comandante dice che "non deve mai essere un privilegio, ma semmai una prerogativa di carattere funzionale per difendere la funzione da invasioni da parte dell'ordine giudiziario, che possono esistere, anche se non ci sono. Il Movimento si è condannato votando per il mantenimento del privilegio. Questa classe dirigente 5 stelle ha tradito. Ha trasformato la rinuncia a una prerogativa nell'accettazione del privilegio".
gregorio de falco paola nugnes
Concentrandosi sulla situazione della capitale, De Falco trova "evidente che il caso metta in mostra come, anche in questa circostanza, il problema non è il web o l'elettore, ma la proposta elettorale. Nel M5S romano c'è qualcosa che non va". Il comandante promuove la scelta di Di Maio di cacciare De Vito dal Movimento ma, specifica, "dimostra anche di esser corso ai ripari in modo tardivo". E Virginia Raggi? Dovrebbe dimettersi? "Credo che dovrebbe riflettere su ciò che succede nella sua amministrazione e magari trarne le conseguenze da sé. Le dimissioni non sarebbero fuori dal mondo".
Oggi si vota la mozione di sfiducia contro il ministro Toninelli. De Falco annuncia il suo voto a favore: "Credo che non abbia mostrato la capacità necessaria", spiega. E quando gli si chiede se anche senatori del M5S pensano che il ministro dei trasporti non sia all'altezza, risponde: "Credo di sì. Non perché me lo dicano loro ma perché si vede nei fatti".
Poi prende ad esempio un caso specifico, quello della Mare Jonio: "Nel momento in cui il ministro Salvini scrive la direttiva e la manda al comandante generale della Capitaneria di porto e al capo di stato maggiore della Marina, si vede chiaramente come il ministro Trenta e il ministro Toninelli lascino che un altro ministro invada il loro campo. L'adeguatezza politica si vede anche nel far rispettare la propria amministrazione e le proprie prerogative". De Falco, infine, nega di aver chiuso definitivamente con il Movimento: "Sto facendo di tutto per avere il diritto di rientrare. C'è sempre un giudice". Di Maio? "No, il tribunale di Roma".
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