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Fabrizio d'Esposito per il "Fatto quotidiano"
Il caso Dell'Utri rischia di aprire una voragine nel Pdl. L'ambasciatore forzista presso la mafia (sentenza in giudicato della Cassazione) non è l'unico impresentabile del partito berlusconiano. L'elenco è fitto di parlamentari inquisiti o sotto processo oppure ancora protagonisti di episodi clamorosi come Scajola e la casa al Colosseo, in parte acquistata dalla cricca del G8 a sua insaputa. La bad company degli impresentabili è già stata al centro di un duro scontro tra Alfano e B. una settimana fa, prima del ritorno in campo del Cavaliere. Poi il segretario ha rilanciato: "Dell'Utri non sarà in lista". B. ha confermato. Che fine faranno gli altri? Adesso se li caricherà Monti ipotetico capo del centrodestra?
Sinora l'unico ad aver fatto un passo indietro è il senatore Sergio De Gregorio, dipietrista poi berlusconiano e finito nell'inchiesta sul suo amico Valter Lavitola. Palazzo Madama negò pure l'arresto dell'ex dipietrista, che al Fatto fa una clamorosa rivelazione. A proposito però della compravendita di senatori che fece cadere il governo Prodi nel gennaio 2008: "Sto valutando con i magistrati di Napoli di fare un'operazione verità sul mio ruolo nella coalizione di Berlusconi. Tutta la verità . In occasione della caduta di Prodi abbiamo esagerato, commettendo errori. La verità verrà a galla. Per questo dobbiamo fare tutti un passo indietro, a cominciare da me. Berlusconi fa bene a non candidare Dell'Utri, ma anche il Cavaliere dovrebbe ritirarsi. Il rinnovamento si fa così. Qui bisogna tutti saltare un giro. Mi scusi ma dove andrebbe oggi un partito che candida De Gregorio, Cosentino, Verdini, Scajola"?.
Già dove andrebbe? De Gregorio cita, includendo se stesso, i principali impresentabili per inchieste varie, dalla camorra alla bancarotta passando per la P3. Per la P4, invece, ci sono in campo Alfonso Papa (amico di Gianni Letta e coimputato del faccendiere pregiudicato Luigi Bisignani) e Marco Milanese, ex braccio destro di Giulio Tremonti.
Nell'elenco c'è anche Mario Landolfi, ex An del Pdl, rinviato a giudizio per corruzione e truffa con l'aggravante di aver favorito il clan camorristico dei La Torre. Dice Landolfi: "Tutto parte da un episodio: che io avrei indotto un consigliere comunale di Mondragone a dimettersi un mese prima della fine del mandato. Di lì una catena di eventi cui sono estraneo. Per questo dico che il partito deve valutare caso per caso. Problema di opportunità ? Allora le ribalto la questione: perché il Pdl non prende Dell'Utri, Cosentino e tutti gli altri come simboli di una battaglia da fare?".
Un altro ex An del Pdl, Fabio Rampelli, è agli antipodi di Landolfi. Rampelli è il regista della candidatura di Giorgia Meloni alle fu primarie del Pdl, sganciatasi così dalla tutella dei colonnelli La Russa e Gasparri. Rampelli esulta per l'annuncio su Dell'Utri: "Ancor prima di Alfano è stata Giorgia Meloni a chiedere di non candidare Dell'Utri. Ci sono dei comportamenti incompatibili con una carica politica al di là della loro trasformazione in reati, come nel caso di Scajola.
No, altri nomi non ne faccio ma è chiaro che ci sono tanti che hanno usato come paravento la persecuzione giudiziaria di Berlusconi". Claudio Scajola ma anche l'ex ministro Aldo Brancher, condannato definitivamente a due anni per ricettazione e appropriazione indebita in un filone della vicenda Antonveneta, sono i nomi che fa l'ex ministro e governatore del Veneto Giancarlo Galan: "Le prossime liste devono essere all'insegna della nitidezza. Penso a Brancher, alla casa di Scajola. Dell'Utri? Berlusconi ha ragione e sono convinto che lo stesso Marcello, comprendendo l'animo popolare di questa, non si ricandiderà . Cosentino non lo conosco ma so che ha tanti voti".
L'ex ministro Francesco Saverio Romano sta nel centrodestra col suo partitino, il Pid. Siciliano, è stato assolto in primo grado, con rito abbreviato, dal Tribunale di Palermo per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Su Dell'Utri dice: "Se fossi stato condannato io non mi sarei candidato. Sarei stato io a fare il primo passo non avrei aspettato gli altri. Però parlo per me, vede Dell'Utri non è un caso ordinario come tanti altri, è un caso straordinario, stiamo parlando di uno dei fondatori di Forza Italia".
Il giovedì, alla Camera, è giorno di partenze. Michaela Biancofiore, amazzone agguerrita del Cavaliere, corre verso un aereo. Rivela: "I processi si fanno solo sui giornali ma questo, lo ammetto, non giova alla nostra immagine. La questione Dell'Utri mi imbarazza, la prego. Cosentino? L'ex ministro Palma ha letto tutte le carte e mi ha detto che non c'è nulla contro di lui". Tranne Dell'Utri, gli impresentabili restano in silenzio. Del resto, il decreto di governo sull'incandidabilità prevede che solo Giuseppe Ciarrapico rimanga fuori. Miracoli montiani.
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