E' ESPLOSO IL PD CAMPANO: IL SINDACO “EMERITO” DE LUCA NON SI RITIRA DALLE PRIMARIE E ANNUNCIA RICORSO CONTRO LA DECADENZA - ORLANDO RIFIUTA LA PROPOSTA DI RENZI DI CANDIDARSI IN QUEL GRAN CASINO CHE SONO LE REGIONALI

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Adolfo Pappalardo per “Il Mattino”

 

Decaduto. Reintegrato. Decaduto. Tutto in dieci giorni. Eccola la parabola di Vincenzo De Luca in attesa, non appena gli verrà notificata la sentenza, di abbandonare la poltrona da sindaco di Salerno. E poi potrà darsi di nuovo la qualifica di sindaco «emerito». Colpa degli odiati grillini che l'hanno portato in tribunale per quel doppio incarico tenuto durante il governo Letta: primo cittadino e viceministro ai Trasporti anche se senza deleghe operative.

 

vincenzo de lucavincenzo de luca

Un tasto, quest'ultimo, su cui i legali del sindaco hanno puntato per difendersi. Nonostante anche l'Autorità garante della concorrenza e del mercato avesse decretato l'incompatibilità (dicembre 2013). «Il problema non c'è, sono tutte imbecillità», si è sempre difeso lui per mesi.

 

Sia durante l'incarico a Roma, sia dopo quando cadde il governo Letta e non agguantò un posto, come promesso, nella squadra di Renzi. Ed ecco ieri la sentenza che oltre a decretare «la cessazione della funzione di sindaco dalla data del giuramento da viceministro, quale effetto diretto e immediato», impone ai ricorrenti (De Luca stesso, giunta e consiglio comunale) il pagamento delle spese processuali. In totale 40 mila euro e il rimborso, per ciascun appello, ai ricorrenti, i parlamentati grillini Cioffi, Giordano e Pisano.

 

VINCENZO DE LUCAVINCENZO DE LUCA

«Il Movimento 5 Stelle aveva chiesto il rispetto della legge e alla fine la legge ci ha dato ragione. Non poteva essere contemporaneamente sindaco e sottosegretario: è un principio semplice, confermato dalla giustizia civile in primo grado e ora anche dalla Corte d'Appello», afferma il capogruppo in Senato, il salernitano Andrea Cioffi. Un tegola, per De Luca, che arriva a stretto giro dalla condanna per abuso d'ufficio (compreso lo stop imposto dalla legge Severino anche se si attende la discussione al Tar il prossimo 19 febbraio) nell'ambito dell'inchiesta sulla realizzazione del termovalorizzatore e ora sospeso dalla carica di sindaco dalla Corte d'appello per quella vecchia incompatibilità.

 

Condanna arrivata nello stesso giorno in cui una pattuglia di parlamentari e consiglieri regionali andava a Roma per perorare la sua corsa alla Regione. Niente da fare. Non si modifica la Severino, come speravano le truppe campane, e, anzi, la candidatura viene bollata come «inopportuna» dal sottosegretario Luca Lotti e dal vice segretario Lorenzo Guerini. Anche alla luce di questa decadenza. E fanno capire i due vertici pd come il primo cittadino debba invece fermarsi: «Impossibile andare avanti».

 

VINCENZO DE LUCAVINCENZO DE LUCA

Anche perché la Severino, come chiede De Luca, «per quanto sbagliata in alcuni punti non può essere modificata ora». Anche se lui, il diretto interessato, vorrebbe innescare un braccio di ferro. «Sono in campo per le primarie», dice ieri sera. Ma se la Regione è ormai una partita personale, una rivincita dopo la sconfitta di 5 anni fa, si apre un incognita sulla città da lui amministrata, tranne una pausa da parlamentare, dal lontano 1993. Salerno infatti potrebbe andare al voto già a maggio.

 

Ma pesa sulle amministrative la decisione del ministero, che dovrà valutare se sciogliere il consiglio comunale prima del verdetto della Cassazione (a cui si sono appellati i legali di De Luca). Mentre ai consiglieri comunali spetta riunirsi entro il 24 febbraio per dichiarare la decadenza di De Luca, termine ultimo per poter indire i comizi elettorali. Mentre il diretto interessato sembra usare quasi toni beffardi.

vincenzo de luca al seggio elezioni regionali vincenzo de luca al seggio elezioni regionali

 

«Esprimo la mia soddisfazione per la sentenza che, stabilendo la decadenza, consente la continuità dell'attività amministrativa, evitando la nomina del commissario e lo scioglimento del consiglio. Questo mi lascia pienamente libero di sviluppare la mia iniziativa m vista delle primarie per la Regione». Mentre in sella sale Enzo Napoli, suo ex capostaff entrato m giunta come vice, appena 11 giorni fa.

 

2 - I DELUCHIANI E LA CANDIDATURA IN REGIONE

a. p. per “Il Mattino”

 

Alla fine si spartiscono una vittoria a metà più che un pareggio. Dopo oltre tre ore di discussione. Con i deluchiani che sminuiscono e parlano di «un approfondimento sulla candidatura in ragione di recenti eventi». «Con primarie confermate e nessuna imposizione», ribadisce il deputato Fulvio Buonavitacola. Ma da Roma, dai vertici nazionali, usano un solo aggettivo sulla corsa del sindaco di Salemo: «Inopportuna».

Vincenzo De LucaVincenzo De Luca

 

Lo ribadiscono, lo ripetono, anche in maniera dura, sia Luca Lotti, sottosegretario ma soprattutto il Richelieu del potere renziano, sia il vicesegretario pd Lorenzo Guerini. Nessuna imposizione ma un avvertimento. Poi, è chiaro, sta a De Luca decidere. Pare di vederli al Nazareno quando la pattuglia campana, in 12, come una squadra di calcio più l'allenatore, varca la soglia del Nazareno. Appuntamento alla sala del Direttivo alle 16 (si finirà alle 19). Arriva prima Lotti, poi Guerini.

 

Per discutere del caso De Luca e del documento vergato dai campani. Un paio di pagine di cui ne ha copia solo il fedelissimo del sindaco di Salerno, Fulvio Buonavitacola, ma non, paradosso, i firmatari stessi. Ma tant'è. Si rimarca come il gruppo è unito, come sono tutti della mozione Renzi e come occorra modificare la Severino. Ma a Roma i due vertici democrat, non ne vogliono sapere di richiami familiari, né di diverse interpretazioni al ribasso della norma che porta il nome dell'ex ministro della Giustizia.

orenzo Guerini Debora Serracchiani Luca Lotti Maria Elena Boschi b b adb c f a b ba MGzoom orenzo Guerini Debora Serracchiani Luca Lotti Maria Elena Boschi b b adb c f a b ba MGzoom

 

No, anzi mettono sul banco, finalmente, ciò che hanno detto più volte in ristrette riunioni di partito. Più Guerini che Lotti, a dire la verità: la candidatura di De Luca non è gradita. Scenari noti ma sempre smentiti, anche sdegnosamente, dai pasdaran deluchiani bollando come fantasiosi i retroscena dei giornali. Sempre convinti che si possa andare avanti contro tutto e tutti. Come a ripetere la corsa alle comunali del 2006 contro gli allora Ds. Ma sarebbe come paragonare una partita di calcetto con i Mondiali.

 

E quindi buttarsi a capofitto verso Santa Lucia anonostante i due alt in appena dieci giorni e uno stop della Severino quando (e se) l'ex viceministro dovesse salire a palazzo Santa Lucia. Posizioni ribadite anche ieri. Lotti e Guerini ascoltano, pazienti, poi cercano di farli ragionare. «È inopportuna questa corsa», argomenta Guerini; «Le vicissitudini giudiziarie rendono necessario valutare l'opportunità politica», incalza Lotti. Facendo notare, entrambi, come il partito «non è d'accordo ad andare avanti». Quello di De Luca è un nome «politicamente usurato ora». E la Severino, «per quanto ingiusta, non è - sempre parole dei due - modificabile in questo momento: non ci sono le condizioni politiche».

RENZI 
LOTTI
RENZI LOTTI

 

Ma poi, sia chiaro, le valutazioni finali sono del Pd campano e dei diretti interessati. E quindi? «Continuerò il mio impegno per le Regionali con l'obiettivo di vincere le primarie», rimarca ieri sera De Luca a Caserta. Ma a parte i salernitani, i suoi sostenitori sono in ritirata. Il consigliere Mario Casillo che da giorni tenta di convincerlo al passo indietro e l'area dem. Freddi, freddissimi. Non disponibili ad andare avanti con il Pd contro e rischiando di avere un governatore assente 18 mesi come invece spinge l'imperterrito De Luca. Ma rimane il problema di come il partito si tirerà fuori dal cul de sac campano, da una situazione ormai incancrenita, in cui il Nazareno non vuole metterci più direttamente la faccia. Costringendo i locali a trovare una soluzione.

 

ANDREA COZZOLINO - BASSOLINIANI ALLA RISCOSSAANDREA COZZOLINO - BASSOLINIANI ALLA RISCOSSA

Che siano il 60 per cento delle firme in assemblea per annullare le primarie o che si facciano pure. Con i due democrat Migliore (mai citato ieri) e Cozzolino o anche con lo stesso De Luca. Ma poi si valuteranno le conseguenze. Anche perché una soluzione non c'è. «Io non sono d'accordo con un nome calato dall'alto», ha detto ieri sera Guerini ai campani facendo pure notare come «le primarie sono e rimangono fissate».

 

Ma invitando «alla prudenza». Un modo, pilatesco se volete, per lavarsene le mani e ributtare la palla in mano ai campani. Che si prendessero le loro responsabilità dopo che il Nazareno ha avvallato per ben tre volte un rinvio del voto degli iscritti. Anche perché la carta vincente, l'asso, da calare all'ombra del Vesuvio al momento non c'è. E ne Renzi, per ora, ha fatto capire di averla. Anzi due settimane fa ha proposto ad Andrea Orlando, il ministro della Giustizia, di sacrificarsi per la causa campana. Ma è arrivato un secco no dal politico spezzino. Mentre da un paio di giorni il nome del guardasigilli rimbalza di nuovo.

Fabrizio Barca Fabrizio Barca

 

Assieme a quello dell'ex ministro Fabrizio Barca. Nulla di concreto per ora. Anzi con Orlando si è tentato di bilanciare la sua eventuale uscita dal governo (per la candidatura a palazzo Santa Lucia) con l'innesto di Valentina Paris, sempre corrente di Rifare l'Italia e membro della segreteria nazionale, agli Enti locali al posto della Lanzetta. Un modo per sbloccare la situazione campana aggiustando gli equilibri intemi al Pd. E ridimensionare quindi l'area degli ex cuperliani.

 

Ma nell'area di Rifare l'Italia non c'è alcuna voglia di accettare riequilibri del genere. Al ribasso, poi. Per loro, i due leader Matteo Orfini e Orlando stesso, tutto rimane così come è e anzi mantengono fermo in campo il loro candidato Andrea Cozzolino. Perché il caso Campania, fanno notare, è affaire dei renziani.

vesuviosegreto@gmail.com