MANETTA & MANINE - DE MAGISTRIS ATTACCA RAFFAELE CANTONE E IL FRATELLO MICHELE, CHE HA UN INCARICO NELLA SOCIETA’ PROVINCIALE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI NAPOLI: “CI SONO MANINE CHE DA 15 ANNI TENTANO DI FOTTERMI”

Roberto Fuccillo per "la Repubblica - Edizione Napoli"

 

DE MAGISTRISDE MAGISTRIS

“Ci sono manine che da 15 anni tentano di fottermi”. Non sarà elegante iniziare dal turpiloquio, ma quando un sindaco scandisce la parola per ben due volte vuol dire che niente meglio di quel termine tradisce il vero stato d’animo di Luigi de Magistris. Il sindaco ormai ritiene di aver vinto, battuto, sbaragliato gli avversari, e si toglie tutti i sassolini messigli nelle scarpe da chi “ha pensato a vendette politiche e trabocchetti istituzionali”.

 

luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte

Un elenco che parte da Romano Prodi e oggi arriva perfino a Raffaele Cantone. “Avrò piena soddisfazione - dice il sindaco - quando la Corte d’appello riformerà quella incredibile sentenza del settembre 2014” che gli costò la condanna da cui tutto è scaturito. Ma intanto il dispositivo del tribunale gli consente di tornare ai rancori che lo hanno opposto addirittura a Romano Prodi: “La Severino - ricorda - era avvocato di Prodi, parte civile nel processo contro di me. Intanto da ministro varava una norma nella quale veniva inserito anche l’abuso d’ufficio non patrimoniale (quello per cui è stato condannato, ndr ), che nella legge delega non c’era. Sarebbe interessante che spiegasse perchè lo ha fatto”.

 

luigi de magistris fa visita a una scuola luigi de magistris fa visita a una scuola

Lo scenario è dunque quello di una lotta acerrima, contro colui che, da magistrato, il sistema aveva provato a metterlo in stato d’accusa. Un de Magistris contro tutti, che spiega anche perchè voglia tenere ben distinto il suo caso da quello di Enzo De Luca. “Sono due vicende non assimilabili - spiega subito - Il provvedimento che mi riguarda non è “erga omnes”. Quando mi sono candidato la legge ancora non c’era”.

 

Certo de Magistris non può negare che “esistono punti di contatto, ad esempio la legge stessa, fra le due vicende. Ma il contesto, le tipologie e le forme, oltre che le storie personali e politiche, sono del tutto diverse”. Si intuisce l'esigenza di prendere le distanze, anche da quel governo che invece è impegnato a farsi carico del problema De Luca, e contro il quale invece de Magistris dovrà comunque fare campagna elettorale.

 

raffaele cantoneraffaele cantone

Anche se “De Luca è stato eletto, il dibattito c’era già stato, il tema del diritto-dovere di governare c’è. A meno di casi gravi come un reato di corruzione. Io penso che lui debba insediarsi, come non lo so. Poi è ovvio che casi come il mio possono aiutare anche altri, magari ho fatto da cavia”. La cosa importante è però la sua vicenda: “Da sette giorni - aggiunge - lavoro con la spada di Damocle di tornare per strada, gli ultimi nove mesi non sono stati una passeggiata, rincorriamo da tempo il diritto a governare la città da cui sono stato eletto”.

 

Ma ora è tempo di celebrare il fatto che “abbiamo fatto giurisprudenza”, chiamare una pattuglia di ben cinque avvocati a fare la foto ricordo, sospirare per lo scampato pericolo del “danno irreparabile” che sarebbe derivato dalla sospensione prefettizia. C’è anche la “sommessa e umil” richiesta al ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Ora dice che la legge va modificata. Ma allora posso chiedergli di non fare più ricorsi così pesanti e poi magari andare in tv a dire che ho ragione?”.

ROMANO PRODI ROMANO PRODI

 

Infine la diga contro lo “tsunami istituzionale”, nel quale de Magistris inserisce anche la contrastata vicenda del “parere” della Autorità anticorruzione contro la nomina di Raffaele Del Giudice alla guida della Sapna. Vicenda che aveva portato a temere per lui una nuova interdizione da Severino, salvo poi rivelarsi una bolla di sapone con la constatazione da parte del Tar di Roma che c’era stato solo un parere dell’Autorità guidata da Cantone.

 

MICHELE CANTONEMICHELE CANTONE

L’invettiva raggiunge anche Raffaele Cantone, agitatore dell’ultima ondata di quello tsunami. “Sappiano lor signori che non cediamo ai ricatti. Anche a chi gode del mantello dell’etica pubblica, come se fosse il depositario del moloch della moralità, diciamo che è meglio smetterla di utilizzare strumenti istituzionali scorretti. Altrimenti andremo ovunque, al Quirinale e nelle Procure, in tv e nelle piazze, a fare nomi e cognomi, di chi presiede il collegio sindacale Sapna, che ha posto il problema (Michele Cantone, fratello di Raffaele, ndr ), e l’Autorità il cui parere ci ha messo in difficoltà proprio sul tema delicato dei rifiuti (lo stesso Raffaele, ndr “. Pochi giorni fa il sindaco aveva evitato addebiti al magistrato anticorruzione, affermando che “non c’entra”, ma oggi i Cantone entrano a piene mani nel novero dei suoi potenziali nemici.