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Marco Demarco per il Corriere della Sera
IL LIBRO DI DE MAGISTRIS LA CITTA RIBELLE
Forse c' è anche una ragione inconscia per cui «Dema», il movimento fondato da de Magistris, si chiama così. Dema è l' acronimo di democrazia e autonomia, e questo si sa. Inoltre, è un modo furbesco di mettere il nome del leader nel simbolo. Ma Dema, ed ecco Freud, è anche la fusione del «de» latino che introduce un argomento e del «ma» avversativo che lo nega o lo contraddice.
Dema, insomma, perché de Magistris dice una cosa, ma anche il suo opposto. Il suo ultimo libro ( La città ribelle , scritto con Sarah Ricca) ne è la prova scritta. Pensato come manifesto di un futuro quarto polo (né con Renzi, né con Grillo, mai con Salvini) il testo è tutto uno zigzagare politico tra l' anarchismo di Bakunin e lo Stato minimo del liberale Nozick (mai citati).
A partire dal ribellismo evocato nel titolo e poi messo in dubbio a pagina 69. «Ma può mai essere ribelle - si chiede il sindaco - una città governata da chi sul proprio comodino ha da sempre la Costituzione della Repubblica e il Vangelo?». Il «ma-anchismo» pop che fu la cifra del discorso veltroniano al tempo del partito a vocazione maggioritaria, diventa così il «demaismo» radicale del sindaco di Napoli. In un' altra pagina, si legge: «Non potrei essere io l' elemento propulsore di questa nuova realtà, perché significherebbe non fare più il sindaco». Ma anche: «Se si creassero le condizioni (...) non mi sottrarrei».
LUIGI DE MAGISTRIS CON VAROUFAKIS
Il movimento sarà a dimensione territoriale o avrà aspirazioni più vaste?
Tesi a: «Sarà un movimento di liberazione nazionale».
Tesi b: «Avrà sempre al centro Napoli, dove ha le sue radici». Un partito del Sud, allora? Dipende. Tesi a: «Bisognerà connettere forze che si muovono partendo dal Sud». Tesi b: «Senza tuttavia incorrere nell' errore di diventare un movimento meridionalista». Ma dove la matassa «demaista» più si ingarbuglia è sulla legalità.
«Ho sempre lottato per la giustizia, e talvolta anche contro la legge», dice de Magistris. E già questa è una ammissione non da poco per un ex magistrato. Se ne deduce - tesi a - che de Magistris non crede nella legalità formale. Si apprende, però - tesi b - che crede nella giustizia. Vale a dire? Ciò che più gli conviene.
DE MAGISTRIS SALVINI
maradona al san carlo de laurentiis e de magistris
1439315555567 napoli luigi de magistris contro matteo renzi
belen luigi de magistris napoli
DE MAGISTRIS ALLE URNE
BASSOLINO E DE MAGISTRIS
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