DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Giuseppe De Rita per il “Corriere della Sera”
Densa, frastagliata, difficile da gestire è l'agenda di cui la classe dirigente italiana deve farsi carico per i prossimi sette-otto mesi. E per averne contezza basta redigere l'elenco dei problemi sociopolitici e delle decisioni politiche oggi all'ordine del giorno.
Vi entrano anzitutto le delicate decisioni sul fronteggiamento della ormai lunga pandemia, quali quelle relative all'innalzamento del livello delle vaccinazioni, al contrasto sottile e ambiguo del mondo dei no vax, alla complicata proroga o potatura dei provvedimenti di «ristoro», alla riorganizzazione della macchina scolastica, al ripensamento del trasporto pubblico locale: tutti temi su cui ci aspettavamo una svolta di superamento e un ritorno alla normalità. Ritorno che però è di fatto continuamente rimandato ed è prevedibile che in proposito dovremo intervenire anche in futuro, se non in termini di assoluta urgenza, certo di faticoso dettaglio organizzativo.
Ma non c'è solo la pandemia a richiedere più responsabilità pubblica. Come secondo grande campo di urgente impegno c'è la delicatissima «rimessa in ordine» di alcuni interventi pubblici su cui troppo calda è stata la scommessa politica (si pensi al reddito di cittadinanza, alla riforma della giustizia, a «quota 100»), ma che vanno radicalmente ripensati. Ragionarne in pubblico produce solo accese rivendicazioni di paternità (o di priorità nell'avanzare critiche), quindi per riorientare le linee di azione occorrono interventi di faticosa minuta pazienza normativa.
C'è sul tavolo anche una terza esigenza di governo, cioè l'ordinata applicazione del fatidico Pnrr, di europea impostazione e consistenza. Ci siamo storditi in mesi di ricca retorica, di ardenti corse alla spesa facile, di espressa accettazione delle regole di ordinata gestione delle risorse in arrivo. Ma tutto è fin qui rimasto in documenti di buone intenzioni, mentre gli indirizzi progettuali messi finora in campo vanno specificati e concretamente attuati. Anche qui un lavoro minuto e faticoso, ma senza di esso rischiamo lo sgonfiarsi di un disegno di innovazione per certi versi imperdibile.
mario draghi emmanuel macron a marsiglia
Gestione della pandemia, revisione di alcuni precedenti azzardi programmatici, implementazione organizzativa del lavoro di programmazione: questi i tre principali campi su cui esercitare un forte impegno politico. Bastano e avanzano per i prossimi mesi, direbbe qualcuno.
Eppure nel grande mare della politica italiana si candidano a entrare con forza delle inattese suggestioni laterali (magari in materia di ius soli, di eutanasia, di contrasto all'omofobia) destinate a sicuro successo mediatico e quindi a imporsi nel calendario della decisionalità politica.
sergio mattarella mario draghi festa della repubblica 2021
Se a tutto ciò si aggiunge l'attesissimo appuntamento per l'elezione del presidente della Repubblica, rischiamo davvero di dover vivere i prossimi sette o otto mesi senza un ancoraggio a un'agenda precisa e razionalmente dominabile. Rischiamo molta confusione, quando dovremo esplicitare un massimo di chiarezza e razionalità; rischiamo addirittura che una fase politica alta diventi occasione per un ulteriore cedimento alla confusione collettiva.
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