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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
Giuseppe Filetto per “la Repubblica”
«Il vice ministro Claudio De Vincenti esplicita ad Andrea Mangoni la sua preoccupazione perché il suo interessamento non venga visto come un’ingerenza ». Lo scrive il Noe nell’annotazione trasmessa alla Procura di Savona. «Bisogna stare attenti a non fare... delle cose che un domani peggiorano la situazione — dice De Vincenti, attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio — : devo evitare di dare l’impressione di ingerenza... sennò... passo... facciamo il gioco del...».
Attenzione alle date. È il 22 settembre 2014, è esplosa l’inchiesta sulla centrale elettrica Tirreno Power di Vado Ligure. Ci sono 87 indagati di disastro ambientale, omicidio colposo ed abuso. In gioco ci sono 800 posti di lavoro, la tensione cresce e c’è un problema di ordine pubblico. Azienda, amministratori e politici si muovono per riaprire gli stabilimenti di Vado, sequestrati dal gip.
rodolfo E carlo de benedetti lap
Mangoni è il direttore generale di Sorgenia (società da cui a marzo è uscita la Cir della famiglia De Benedetti), azionista di riferimento di Energia Italiana che, insieme a Gdf-Gaz de France, controlla Tirreno Power. Mangoni dice all’allora vice ministro dello Sviluppo Economico, non indagato: «Ti volevo chiedere: noi stiamo finendo i nostri giri... e siccome ora le scadenze sono della delibera della Regione... a noi ci viene soprattutto da lì, a livello istituzionale, ma anche di rappresentanza diciamo parlamentare di quei collegi... intendo dire nostri, cioè... Pd, una richiesta molto forte, di avere un segnale da parte del Governo».
«Fammi sentire Burlando, così mi regolo un attimo...», promette il vice ministro.
Si cerca una via d’uscita. Pure illecita. Anche se De Vincenti afferma: «Nel merito dell’azione di governo ho sempre operato nel rispetto delle leggi e ricercato le soluzioni possibili per salvaguardare l’occupazione. Non mi sembra sia una colpa».
GLI AGGIUSTAMENTI A ROMA
Giuseppe Lo Presti, dirigente del Ministero dell’Ambiente, ha il compito di preparare il rinnovo dell’Aia. «Una porcata — come la definisce nelle intercettazioni ambientali — scritta dal Ministero dello Sviluppo Economico». Che lui e il collega Antonio Milillo “devono sistemare”: «Il ministro fra un’ora andrà a parlare con l’altro ministro e devono mettersi d’accordo... Loro hanno scritto questa: “Al fine di salvaguardare i livelli di occupazione... è autorizzato l’esercizio provvisorio...”».
«Questa cosa pulita non potrà mai essere. Meno sporca...», ripete Lo Presti. Tra le tante cose sporche, c’è un rigurgito di pudore: «Siamo dei farisei... mi sputerei in faccia da solo...». Epperò, il direttore ha la facoltà di “fare una legge più dirompente dell’altra”. Se ne vanta con Antonio Fardelli, componente della commissione Aia: «...Stiamo scardinando tutti i principi base dell’ordinamento... ». A Roma ed a Genova.
LE PRESSIONI A GENOVA
In Regione sono in difficoltà a cambiare la delibera che recepisca la richiesta di Tirreno Power: da quando sono arrivati i pareri della Asl di Savona e del Ministero della Salute. L’allora presidente Claudio Burlando ne discute con il direttore dell’Ambiente, Gabriella Minervini. Che confessa: «I pareri... però... rinforzano tantissimo la posizione del procuratore ». E l’altro: «Lo so, non avevo dubbi, alla Asl sono indagati per la vicenda Gsl, quindi è un intreccioperverso...». Si riferisce alla società privata che gestisce un centro ortopedico della sanità pubblica.
tirreno power centrale di vado ligure
I due concordano un documento “addolcito”, da mandare a Roma e il presidente suggerisce: “O magari i contenuti li diciamo sino ad un certo punto...». Tant’è che ne segue il tentativo di “aggiustare” le carte con l’allora assessore alla Sanità, Claudio Montaldo. Per fare pressioni sulla Asl. L’assessore allo Sviluppo Economico, Renzo Guccinelli, ne parla al telefono con il sindaco di Quiliano: «Io con Montaldo ho parlato e mi ha detto intervengo io sui miei. Adesso».
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