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DECRETO DI PULCINELLA: LA MELONI VUOLE FAR INCAZZARE MATTARELLA – IL GOVERNO VA ALLO SCONTRO: DA QUI ALLE EUROPEE SARANNO VOTATI SEI DECRETI LEGGE CON PROVVEDIMENTI IMPORTANTI (TRA CUI IL CONDONO), PER AVERE BANDIERE DA SVENTOLARE IN VISTA DELLE ELEZIONI – DAL QUIRINALE HANNO GIÀ INVIATO SEGNALI DI DISAPPUNTO, SPECIE DOPO L’INCIDENTE CAUSATO DA LOLLOBRIGIDA SUL DECRETO AGRICOLTURA – IL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO PROVA A MEDIARE…

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI

È un dialogo informale che procede con discrezione, senza strappi e nel rispetto dei ruoli. Ma è un confronto comunque delicato e dall’esito incerto, quello che va avanti da tra gli uffici del Quirinale e di Palazzo Chigi.

 

Da giorni, i tecnici del Colle si interrogano attorno alla possibile valanga di decreti che il governo potrebbe approvare nelle prossime due settimane. Si interrogano e hanno già inviato qualche segnale di preoccupazione agli interlocutori. Sulla carta, si tratta di sei dl da distribuire in un paio di consigli dei ministri convocati prima delle Europee.

 

COLLE OPPIO CONTRO IL COLLE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Provvedimenti certo non secondari: tra gli altri, un condono sulle case, una riforma sui giudici di pace e una che istituisce l’agenzia governativa per il controllo dei bilanci delle società sportive (e senza dimenticare la separazione delle carriere, che è invece un disegno di legge costituzionale).

 

Ecco, in questa interlocuzione informale il Quirinale ha già inviato qualche “segnale” a Palazzo Chigi, si apprende da fonti qualificate e di massimo livello. Il cui senso può tradursi così: davvero volete creare un ingorgo di questo tipo, licenziando un numero così alto di decreti in pochissimi giorni? E davvero intendete farlo scegliendo lo strumento della decretazione d’urgenza, che più volte Sergio Mattarella ha chiesto di utilizzare con parsimonia, nel rispetto del dettato costituzionale? Infine: esistono per tutti e sei i decreti le condizioni di urgenza e omogeneità richiesti?

 

Finora le risposte sono state vaghe. Tutto, ovviamente dipenderà dalle prossime mosse dell’esecutivo. Ma è altrettanto evidente che esiste un limite, quello della Carta. E che questo limite non va valicato. L’effetto, si apprende, potrebbe essere quello di indurre il Quirinale a lanciare a sua volta un segnale.

 

25 APRILE BY GIANNELLI

Prendendo in qualche modo le distanze da questa prassi, scegliendo uno dei percorsi consentiti: un passaggio durante un intervento pubblico, un rilievo informale prima della firma di un testo (come in occasione del recente dl agricoltura) o una lettera di accompagnamento alle Camere.

 

Una precisazione è d’obbligo: l’abuso di decretazione non è nuovo e non è stato certo inventato dall’attuale governo. […] Anche di recente non sono mancati i problemi. A inizio maggio gli uffici del Colle hanno chiesto all’esecutivo di chiarire alcune incongruenze contenute nel decreto agricoltura, fortissimamente voluto da Francesco Lollobrigida.

 

SERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI

Un incidente, provocato da un ministro sempre meno centrale nella galassia meloniana, che ha imbarazzato non poco la premier. E costretto Alfredo Mantovano a salti mortali diplomatici con gli uffici quirinalizi. Ed è proprio il sottosegretario a Palazzo Chigi — che ha da tempo la gestione esclusiva del rapporto col Quirinale, avendo in questo rimpiazzato Giovanbattista Fazzolari — a dover gestire questo nuovo confronto informale, il cui esito non è scontato.

 

È infatti evidente la pressione politica degli alleati — e in particolare di Matteo Salvini — su Giorgia Meloni per approvare prima delle Europee i decreti promessi, a partire dal condono sulla casa. L’obiettivo è farli fruttare in campagna elettorale. A costo di sfidare la sensibilità del Colle.

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Tutto si consumerebbe durante i due consigli dei ministri fissati prima delle Europee, il 22 e il 29 maggio, anche se non si può escludere un terzo incontro di governo a inizio giugno, a ridosso del voto.

 

[…] un tale intasamento costringerebbe il Parlamento a gestire i decreti in scadenza nei sessanta giorni successivi — dunque da inizio giugno fino all’avvio delle ferie d’agosto — in una corsa contro il tempo che monopolizzerebbe l’attività delle Camere. […]

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