DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Marco Conti per “il Messaggero”
«Troveremo un punto d' incontro». A sostenerlo all' unisono il ministro Paolo Savona e il presidente della Camera Roberto Fico. Il primo impegnato a Roma a convincere la stampa estera al posto di Giovanni Tria. Il secondo a Bruxelles in missione anti-sovranista.
IL PENSIERO
Tutti e due convinti, e pronti a scommettere, che tocchi all' Europa cedere e, soprattutto, alla Bce continuare a comprare titoli italiani per evitare che la crisi dell' Italia trascini quella dell' eurozona. E che la scommessa fosse questa, era nota da tempo; con i grillini che tifano per un cambio dell' Unione, ma non per la sua dissoluzione, e la Lega che invece - pur non chiedendo più il referendum sull' euro - ci fa più di un pensierino, come dimostra l' incontro di ieri di Matteo Salvini con Marine Le Pen.
Diverso obiettivo che apre una concorrenza elettorale tra partner di governo su chi a maggio arriverà primo e potrà dare le carte in Europa per conto dell' Italia. In attesa dello scontro elettorale, il risultato è che il Def e la manovra non cambiano perché per M5S e Lega la posta in gioco è, per ora, più alta dello spread.
Di Maio e Salvini ogni mattina si scambiano messaggini attraverso i quali ognuno rassicura l' altro. Per ora la direzione resta la stessa anche se il Carroccio pretende modifiche su alcune parti della manovra di bilancio. Nessun passo indietro soprattutto sul 2,4%, mentre molti capitoli della manovra debbono essere ancora scritti e oggi si terrà una nuova riunione a palazzo Chigi proprio per definire nel dettaglio le misure.
Il tentativo in corso è quello di rendere il testo che verrà spedito a Bruxelles il più potabile possibile non tanto ai commissari Ue quanto agli investitori. L' obiettivo è quello di ridurre l' impatto assistenzialista, enfatizzando gli investimenti e la credibilità delle misure pro-crescita. Si va avanti un po' a tentoni tirando fuori un numero e una misura al giorno per poi vedere l' effetto che fa sui mercati e confidando che da Bruxelles, o da altre capitali europee, non arrivino nuove bocciature.
Dopo i duri scambi dei giorni scorsi con i vertici della Commissione, il lato pentastellato del governo ha scatenato da ieri «l' operazione simpatia», come la definisce un deputato grillino.
Non solo Fico a Bruxelles e Savona con la stampa estera, ma anche Di Maio a Berlino (che appena atterrato in Italia ha riunito i suoi: «Sul Def non arretriamo»). Il vicepremier studia i centri per l' impiego tedeschi e nell' entusiasmo arriva persino ad elogiare la cancelliera Merkel per non aver detto ancora nulla sulla situazione italiana e il braccio di ferro con l' Europa.
La speranza, che Salvini tramuta in certezza, è «che quando i mercati leggeranno la manovra saranno tranquilli». L' obiettivo della maggioranza è quello di costruire nel dettaglio una serie di riforme in grado di reggere l' impatto con i mercati.
Almeno sino a maggio, quando ci saranno le elezioni europee. Evitando, quindi, che a fine mese le agenzie di rating diano quel giudizio negativo che renderebbe difficile la vita al sistema bancario provocando una stretta sul credito tale da far saltare l' intero impianto.
L' ASTICELLA
Ma se il 2,4% non si tocca, su molte delle misure si sta ancora lavorando nella consapevolezza della difficoltà del momento e facendo attenzione a non andare oltre il punto di non ritorno.
Uno work in progress che va avanti da settimane e che è forse destinato a continuare ancora per molto alzando e abbassando l' asticella delle spese che piacciono o meno agli investitori.
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