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QUELLO DELL'ILVA È UN BLUFF: GLI INDIANI USANO LA SCUSA DELLO SCUDO PENALE PER SVIGNARSELA E LASCIARE CHE L'ACCIAIERIA (POTENZIALE RIVALE) FINISCA MALE. SE DI MAIO AVESSE MANTENUTO L'IMMUNITÀ, SAREBBERO STATI COSTRETTI A PRODURRE ACCIAIO (IN PERDITA) - PATUANELLI SAPEVA BENISSIMO CHE STAVA PER SCOPPIARE LA TEMPESTA: DOVEVA ESSERE ANCHE LUI IN CINA E INVECE AVEVA DATO BUCA IN ANTICIPO - GRILLO LASCIA CHE LA LEZZI, IN CERCA DI VENDETTA PER NON ESSERE STATA RICONFERMATA MINISTRO, INDEBOLISCA GIGGINO
DAGONEWS
LUIGI DI MAIO STEFANO PATUANELLI
Ma davvero il bordello dell'Ilva è piombato a ciel sereno sulle povere testoline dei 5 Stelle? Manco per niente, si sapeva da una settimana che Arcelor Mittal era pronta a scaricare il barile inquinante, tanto che il ministro dello Sviluppo Economico, l'ingenger Patuanelli, ha dato buca al viaggio a Shanghai, dove era previsto al fianco di Di Maio, facendo uno sgarbo non di poco conto al suo omologo cinese.
Invece da giorni aveva comunicato alla diplomazia orientale la sua assenza giustificata: sapeva benissimo della shitstorm che si sarebbe abbattuta su Taranto. Nelle ultime ore c'è stato un grande scazzo tra il sottosegretario di Palazzo Chigi, il dimaiano Fraccaro, e il ministro Patuanelli, che non aveva chiarito agli altri grillini di governo come sarebbe finita con gli indiani. Forse volevano un disegnino, visto che l'arrivo della tagliatrice di teste Morselli doveva essere un bel campanello d'allarme per chi pensava che il piano potesse filare liscio dopo la cancellazione dello ''scudo'' penale.
Patuanelli se l'è presa poi con Barbara Lezzi, autrice dell'emendamento che quest'estate ha tolto la protezione ai nuovi manager dell'Ilva. In realtà per Arcelor Mittal è stata una benedizione. Loro avevano investito nell'acciaieria per una serie di motivi, e tra questi ovviamente non c'è né l'interesse nell'occupazione pugliese né la tenuta del pil italiano.
Erano pronti a perdere 50 milioni di euro l'anno in questa avventura pur di essere sicuri di sottrarre la più grande acciaieria d'Europa ai rivali interessati, e pur di decidere liberamente i livelli di produzione. Poiché la crisi dell'acciaio nel frattempo non è passata, anzi è peggiorata, oggi non gli pare vero di avere l'alibi della manleva penale per potersela dare a gambe da Taranto, lasciando alle spalle un concorrente moribondo o proprio morto.
Se Giggino fosse andato a vedere il loro bluff, garantendo il famigerato scudo penale, gli indiani si sarebbero trovati costretti a far lavorare l'Ilva, producendo acciaio che non serve ai loro affari e che anzi può deprimere ancora di più il prezzo globale. Il problema è che la Lezzi controlla un gruppetto di deputati, ed era in cerca di vendetta nei confronti del capo politico del Movimento per non essere stata riconfermata ministro nel Conte bis.
Per lei quindi è stata l'occasione perfetta: ha messo all'angolo Di Maio e ha potuto farsi alfiera della purezza grillina, una rarità in questi tempi di inciuci col Pd, sì al Tav e voti per Ursula von der Leyen.
L'attivismo di questa fronda M5S si consuma nel silenzio di Beppe Grillo, che voleva trasformare l'Ilva in un ''parco turistico'' nel solco dei cadaveri industriali della Ruhr, e che ora vuole trasformare Di Maio in ex capo politico del M5S, lasciandogli la Farnesina ma affidando il ruolo a qualcuno che gli sia più vicino. Ma per bonificare il Movimento da Di Maio ci vuole ben altro: Giggino ha dalla sua molti parlamentari, terrorizzati dal ritorno alle urne e dal ritorno ai loro redditi zero.
Tra Conte e Di Maio il rapporto è freddino al momento: il premier fa il pesce in barile che parla di tutto ma non risolve molto. ''Se parlo, dite che mi impiccio di tutto e cerco un posto al sole in barba ai partiti che sostengono il governo. Se taccio, dite che non mi occupo dei problemi. Decidetevi''. E il gioco delle parti continua…
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