COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
1. LE DUE ITALIE NELLE URNE GRANDI CITTÀ CON IL PD FDI TRIONFA IN PROVINCIA
Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio per "la Repubblica"
È Viterbo la nuova capitale del melonismo. Alle Europee Fratelli d'Italia ha preso il 44,4 per cento, il Pd 17. «Qui già la Dc non aveva rivali, dal 1994 il centrodestra ha vinto sempre, salvo un'unica, rocambolesca eccezione», racconta Giacomo Barelli, che di quella giunta di centrosinistra è stato l'assessore alla cultura. Tanta fede ha fatto il miracolo: Antonella Sberna è da lunedì la prima europarlamentare della Tuscia.
Nella provincia di Vicenza Fratelli d'Italia si è risvegliata col 39,63 per cento, il Pd 17. Il granaio leghista ha cambiato casacca. […] A Thiene, dove nel 2007 sorse un monocolore leghista, ora Fdi svetta col 37,68 per cento. Ad Asiago, l'altopiano di Mario Rigoni Stern, al 48,82. A Gallio più di un cittadino su due ha votato per Fratelli d'Italia. Ancora più su, nella provincia di Pordenone, il bastione dei fratelli Ciriani, Fdi è al 41,7 per cento; a Rovigo al 40,6; all'Aquila al 36.
MAPPA DELL AFFLUENZA - GRAFICO REPUBBLICA
In Sicilia il Pd è soltanto il quarto partito, dopo Forza Italia, Fdi, M5s. Idem in Calabria.
La provincia italiana quindi ha scelto «Giorgia». Le grandi città il Pd. Il partito di Elly Schlein è nettamente primo a Torino, Milano, Genova, Bologna, Napoli, Bari. Fa eccezione Roma, seppur d'un soffio.
Due Italie. Come si spiega? Si dirà: è il Paese profondo, conservatore, legato ai valori tradizionali, quello che sceglie la destra. Ma non si rischia così di cadere nelle risposte consolatorie? Perché la provincia italiana è tra le più ricche d'Europa, offre modelli insuperati di qualità della vita, con giacimenti identitari difficili da trovare nei grandi centri, imprenditoria dinamica, notevoli offerte culturali.
Proviamo a capire Vicenza nera. «Il laissez faire che contraddistingue il tessuto delle piccole medie imprese, indisponibile all'intervento statale, non vota a sinistra», racconta l'analista politico Giovanni Diamanti. «È un mondo ancora molto cattolico, che preferiva la Dc, poi la Lega, e ora Fratelli d'Italia. Vicenza ha eletto due europarlamentari: Elena Donazzan e Sergio Berlato, che rappresenta i cacciatori».
Eppure il capoluogo ha un giovane sindaco democratico: Giacomo Possamai. Non è una contraddizione? «Ma Vicenza città è un'eccezione, e con i suoi centomila abitanti rappresenta una minoranza rispetto a una provincia che ne conta 900mila».
Il modello città- progressista, provincia-conservatrice vale anche nel piccolo. Ma se il Veneto ha una sua specificità come spiegare allora Pordenone. O Viterbo? Tempo fa l'economista Fabrizio Barca […] usò la definizione di «disuguaglianza di riconoscimento».
Le aree provinciali ed interne avvertono acutamente che il loro valore non viene riconosciuto dalle classi dirigenti del centrosinistra. Sentono di pesare poco. Da qui il rigetto. È un malumore che cova da tempo. Lo aveva capito già il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che intraprese il viaggio in tutte le province per dimostrare la vicinanza della Repubblica. Questa è una delle ragioni per cui anche Sergio Mattarella batte instancabilmente il territorio.
C'è un'altra ragione. Con la fine delle preferenze sono venuti meno anche i leader che proteggevano le aree interne, tipo Remo Gaspari in Abruzzo e Ciriaco De Mita in Irpinia […]. E tuttavia più ci si allontana dai grandi centri più «Giorgia» appare più rassicurante di «Elly».
«La nostra sfida è riconquistarli questi territori, per rendere credibile un'alternativa», dice a Montecitorio una vecchia volpe come il pd Stefano Graziano, casertano di Aversa, uno che conosce l'Italia profonda. Al momento però la periferia si ribella al centrosinistra. Si ribella tout court alla politica. «Le zone popolari non vanno a votare, votano soprattutto i ricchi», ha fatto notare ieri su X, Lorenzo Pregliasco di YouTrend. «L'astensione non è uniforme e scava solchi profondi fra le aree del Paese. Il calo M5S rappresenta la caduta dell'ultima barriera che separava dall'astensione». […]
2. LA DESTRA TRIONFA ALLE EUROPEE, MA FA FLOP NEI COMUNI: C'ENTRA LA CLASSE DIRIGENTE
Estratto da www.ilfoglio.it
I risultati delle comunali non sono così netti come quelli delle europee e delle regionali piemontesi, dove si assiste a un successo del centrodestra.
Il centrosinistra, [...] ottiene risultati lusinghieri a Cagliari e a Bergamo, va al ballottaggio in [...] netto vantaggio in molte altre città, a cominciare da Firenze e Bari, mentre il centrodestra è in vantaggio e potrebbe ottenere l’elezione al primo turno dei suoi candidati a Pescara, Potenza e Campobasso [...]
antonio tajani matteo salvini giorgia meloni
[...]
Il centrodestra sembra apparire come una forza dominante nelle province, rinsecchita invece nei centri urbani: basta vedere come, per esempio, nella città di Bergamo il Pd primeggia, mentre nella intera provincia è largamente superato da FdI.
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju 1
È semplicistico attribuire questa contraddizione alla maggiore concentrazione di ceti intellettuali nei centri urbani, che riproduce lo stereotipo della “destra ignorante”.
Quando ha saputo esprimere un personale amministrativo di qualità il centrodestra ha governato anche città con una densa presenza culturale e universitaria, a cominciare da Milano e persino Bologna. Oggi il centrodestra, invece, sembra incapace di costruire, in molte situazioni, quella classe dirigente amministrativa che riscuota consenso non solo per l’orientamento politico, ma per la competenza e l’affidabilità.
matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani
FLUSSI ELETTORALI M5S E FDI - ELEZIONI EUROPEE
matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani
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