
DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E…
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Matteo Renzi e Silvio Berlusconi iniziano a fare i conti con il “Codice Mattarella”, quello secondo cui se un governo cade si va alle elezioni, senza tentare astuti pasticci.
Il presidente della Repubblica, nelle ultime settimane, attraverso i suoi vari consiglieri ha fatto filtrare la sua ferma volontà di segnare una precisa discontinuità con i nove anni di Re Giorgio Napolitano. Niente moral suasion a tutto campo su tutti i singoli ministeri e niente governi nati in provetta nei laboratori segreti del Colle, come sono stati gli esecutivi Monti, Letta e Renzi. Se Pittibimbo non dovesse farcela, si va allo scioglimento delle Camere e ad elezioni anticipate, questa la linea della Mummia Sicula.
E’ per questa ragione che il presidente del Consiglio si è fatto insolitamente prudente sulla riforma della scuola. Con i numeri ballerini del Senato, le probabilità di un inciampo non sono poche e Renzi ha deciso di non rischiare. Non è da lui rinviare, ma è il segno di quanto tema la fronda interna e la determinazione del presidente della Repubblica.
Per inciso, il Renzi frenatore è anche un Renzi sempre più incazzato con le sue truppe. L’ultima a finire dietro la lavagna dei cattivi è stata Deborah Serracchiani, presidente del Friuli e vicesegretario del Pd. Di lei pare che il furbetto di Rignano sull’Arno abbia detto: “E’ capace solo a fare dichiarazioni alla stampa, non sa fare altro”. Un’insofferenza che tradisce la convinzione di Renzi che sia necessario con urgenza serrare le fila, visto che non è detto si arrivi al 2018, scadenza naturale della legislatura.
Anche ad Arcore hanno capito che lo scenario è in movimento, tra elezioni comunali del 2016 e crisi precoce del renzismo. Berlusconi vuole farsi trovare pronto per un grande ritorno in campo e la scelta di autorizzare una monumentale biografia su di sé fa parte di questa strategia di impegno rinnovato.
Secondo quanto risulta a Dagospia, è stato proprio il Cavaliere a chiamare Alan Friedman e a proporre l’impresa al giornalista inglese. Il fondatore di Forza Italia ha spiegato ai suoi fedelissimi che la biografia deve sancire il proprio “riscatto morale” dopo le ferite del Bunga Bunga e della caduta del governo, ed è per questo che i diritti sono stati già venduti a Hachette Books per il mercato americano. Insomma, si tratta di una precisa operazione di immagine in vista del voto.
silvio berlusconi fotografato da bruno vespa
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