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1. LO SCONTRO DI MILANO SI ESTENDE A TUTTE LE TOGHE
Paolo Colonnello per "La Stampa"
Inevitabilmente, lo scontro alla procura di Milano finisce per contrapporre anche le correnti della magistratura. A dare fuoco alle polveri è stato settimana scorsa il consigliere togato di Magistratura Indipendente Racanelli, la corrente considerata di «destra» più vicina ad Alfredo Robledo, che durante la visita al plenum del ministro della Giustizia Andrea Orlando, aveva chiesto un'ispezione alla Procura di Milano.
Ipotesi che ieri il Guardasigilli ha smentito dicendo di voler aspettare la decisione del Csm prima di prendere qualsiasi iniziativa. Una posizione definita «ragionevole» dall'Associazione Nazionale Magistrati che si è augurata che l'organo di autodisciplina dei giudici agisca «in tempi brevi per fare chiarezza al più presto». La richiesta di Racanelli però ha scatenato Magistratura Democratica, la corrente vicina al Procuratore Bruti Liberati che, in un intervento del segretario Anna Canepa, ha definito la richiesta di M.I. «gravissima».
Una contrapposizione di correnti come non la si vedeva da tempo e che segnala tutto il disagio che si vive in questi giorni tra i corridoi della procura milanese. «L'attacco alla giurisdizione portato avanti apparentemente per questioni di organizzazione interna va ben al di là della contrapposizione tra aggiunto e procuratore - scrive Canepa in un messaggio destinato alla mailing list delle toghe di sinistra - ma è la grande e da tempo attesa occasione, per liberarsi definitivamente di una magistratura autonoma e indipendente. Per normalizzarla, depotenziarla, ridurla al silenzio».
Secondo il segretario di Md, la richiesta di un'ispezione al ministro di giustizia partita da un consigliere del Csm che appartiene a una delle due commissioni che si stanno occupando del caso «è un fatto inaudito, mai verificatosi nella storia» e «svela il reale intento di questa operazione. Che è un'operazione politica». «Si tratta di una resa dei conti, e non tra singoli ma nei confronti della magistratura autonoma e indipendente». Parole durissime che spostano lo scontro tra Bruti e Robledo ai vertici delle toghe e prefigurano un intervento della politica.
I due contendenti tacciono, ma è chiaro che ormai il sospetto reciproco è diventato parossistico, dato che gli interventi contrapposti di M.I. e M.D. vengono attribuiti nei corridoi come «ispirati» dall'uno o dall'altro. Bruti ribadisce che durante l'inchiesta Sanità Expo, si è rischiata la sovrapposizione. Robledo ribatte che il «falso» del doppio pedinamento è stato dimostrato.
Il finale, almeno per una parte di questa vicenda, è atteso per la settimana prossima mentre tutti manifestano preoccupazione per la paralisi dell'ufficio giudiziario tra i più importanti e delicati d'Italia. Il vicepresidente del Csm Michele Vietti, ieri a Venezia, è tornato ad augurarsi che le commissioni esauriscano rapidamente le loro attività istruttorie.
2. SCONTRO ALLA PROCURA DI MILANO SI MUOVE IL PG DELLA CASSAZIONE LE VERIFICHE SUI MAGISTRATI DOPO L'ESPOSTO CONTRO BRUTI LIBERATI
Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera"
Si è aperta una strada, che potrebbe concludersi anche con un procedimento disciplinare. Il procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, ha disposto i primi accertamenti, dopo l'esposto del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo contro il capo, Edmondo Bruti Liberati, accusato di irregolarità nell'assegnazione delle inchieste.
E dopo le controaccuse del procuratore al suo vice, di aver condotto indagini non autorizzate, incluso un pedinamento ad un personaggio già pedinato, mettendo a repentaglio le inchieste. Un primo passo per l'apertura di un fascicolo che potrebbe portare, qualora ne venissero ravvisati gli estremi disciplinari, al trasferimento. Sono accertamenti ordinari in caso di esposti che, si fa notare in Cassazione, al 90% dei casi, vengono archiviati. Ma certo è che la tensione a Palazzo di Giustizia di Milano viene seguita con attenzione.
La pre-istruttoria del pg andrà di pari passo a quella in corso al Csm che già da martedì passerà alla fase cruciale con la discussione e l'avvio della stesura di due relazioni da presentare al plenum: quella della settima commissione, responsabile dell'organizzazione degli uffici (che sembra destinata ad un'archiviazione) e quella della prima commissione che dovrà accertare eventuali incompatibilità dei due magistrati.
Gli appelli a fare presto ormai si moltiplicano. Il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, lo dice chiaramente: «Ravviso un'esigenza di celerità perché un ufficio importante come la Procura di Milano non può essere tenuto appeso. In particolare in un momento in cui Milano ha la responsabilità di inchieste molto importanti».
«Mi auguro - auspica da Venezia, dove ha visitato gli uffici giudiziari e presentato il suo libro, Codice dell'ordinamento giudiziario - che le commissioni competenti del Csm esauriscano rapidamente tutte le loro attività istruttorie e formulino in tempi rapidissimi una proposta da portare al plenum, ovviamente lasciando la libertà del Consiglio di assumere tutte le determinazioni che riterrà opportune».
Gli fa eco anche il primo presidente della Corte di Cassazione, Giorgio Santacroce. Lo scontro in atto alla procura di Milano, dice, «nuoce all'immagine della magistratura. Spero che la vicenda si concluda al più presto» e si arrivi a una «soluzione che possa essere soddisfacente per tutti».
Difficile però mettere d'accordo tutti. Da un lato c'è Bruti Liberati che rivendica il ruolo di coordinamento che gli assegna la legge. Dall'altro c'è Robledo che lamenta invasioni di campo. Come nel caso Ruby, assegnato alla Boccassini invece che a lui, coordinatore dei reati di pubblica amministrazione. Un' «anomalia» l'ha definita in audizione, mercoledì scorso, il pubblico ministero di Milano Ferdinando Pomarici.
«Mi sembrava anomalo - aveva aggiunto anche Pomarici - che una volta individuata una figura di reato concernente il dipartimento dei reati contro la pubblica amministrazione, non venisse interessato e coinvolto il procuratore aggiunto competente per quei reati», ossia Robledo. Che far trattare quel procedimento «a un magistrato palesemente estraneo potesse creare, cosa che poi in effetti avvenne, sulla stampa osservazioni e commenti», Pomarici lo scrisse anche a Bruti Liberati.
à poi scontro sulla richiesta di Antonello Racanelli, del Csm (in quota Magistratura indipendente), al Guardasigilli di inviare gli ispettori a Milano. «à un fatto gravissimo» accusa Magistratura democratica, corrente di Bruti Liberati, e avverte che è in atto un tentativo della politica di «liberarsi definitivamente di una magistratura autonoma e indipendente». L'Anm apprezza la posizione «ragionevole» del ministro Orlando, che, invece, preferisce attendere le conclusioni del Csm.
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