BONUS SENZA MALUS - MENTRE PANSA SE NE VA CON UNA BUONUSCITA DI 5,5 MILIONI (PER 1 ANNO DA AD E 13 IN AZIENDA), IN FINMECCANICA SBARCA MORETTI. CHE RINUNCIA ALLA LIQUIDAZIONE DELLE FERROVIE E ANNUNCIA TAGLI AI RICCHI STIPENDI DEI DIRIGENTI

Antonella Baccaro per il "Corriere della Sera"

A piazza Montegrappa ieri hanno avuto modo di capire subito cosa ha in mente Mauro Moretti, nuovo ad e direttore generale, nonché ancora per qualche giorno, ad di Ferrovie dello Stato. In una riunione convocata nel pomeriggio, a poche ore dal suo ingresso nello stanzone al sesto piano del manager, liberato in mattinata da Alessandro Pansa, ai dirigenti è stata distribuita la delibera che ha conferito all'ex sindacalista della Cgil pieni poteri sul gruppo.

Tutti tranne le deleghe su internal audit , relazioni istituzionali e sicurezza che sono state confermate al presidente Gianni De Gennaro. Ed è stato altresì ricordato che il modello organizzativo, varato dall'ad uscente a marzo, assicura a Moretti il potere d'intervento sull'indirizzo e controllo strategico delle aziende del gruppo, la gestione coordinata delle attività connesse al prodotto, ai mercati, all'esecuzione degli ordini, la verticalizzazione delle funzioni di supporto. Fino alla possibilità di rimuovere qualsiasi capo azienda qualora lo ritenesse necessario.

Il messaggio (voluto) è chiaro: «Qui comando io. E se a qualcuno non sta bene: quella è la porta». Si racconta che Moretti nei giorni che hanno preceduto il suo insediamento in piazza Montegrappa abbia studiato i bilanci e acquisito informazioni sulle retribuzioni dei suoi futuri dirigenti, e che le abbia trovate «esagerate» per un'azienda che, dati alla mano, continua a chiudere i bilanci «grazie alla vendita di aziende o pezzi di esse».

«E io che ho trattato male i miei ferrovieri» avrebbe sospirato il manager riminese, forse ricordando la lettera loro inviata all'atto del suo insediamento ai vertici di Fs nel 2006, quando richiamò tutti al «rigore francescano» tagliando i budget a tutte le iniziative di sponsorizzazione e attività di promozione, comprese quelle legate alle festività natalizie. E se qualcuno aveva pensato che la polemica contro i tagli agli stipendi dei manager, che Moretti si è intestata prima di essere nominato, preludesse all'elargizione di lauti emolumenti ai suoi «uomini», si è sbagliato.

Moretti ieri ha svelato di aver rinunciato alla propria buonuscita (non ovviamente al Tfr) in Ferrovie «perché il "padrone" di Finmeccanica è lo stesso: lo Stato. Per cui non esco e non entro da nessuna parte». Del resto si scopre che una delle ultime decisioni assunte in Ferrovie da Moretti è stata la richiesta della restituzione di 4,5 milioni di buonuscita di Giancarlo Cimoli.

Quanto al gruppo che guiderà, il manager ha accettato la retribuzione di direttore generale percepita dal suo predecessore, pari a 920 mila euro di «fissa» più 160 mila di «variabile», e, come Pansa, nulla per la carica di amministratore delegato.

Intanto a piazza della Croce Rossa si attende il successore di Moretti. L'assemblea del gruppo ieri è stata aggiornata in attesa delle indicazioni dell'azionista Tesoro. Si dice che Moretti sia certo che il suo successore sarà il suo braccio destro Michele Elia e che la sua sicurezza derivi da una sorta di condizione posta alla sua entrata in Finmeccanica, che sarebbe stata accettata dal governo. Il rebus sarà sciolto a giorni.

 

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