DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
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letizia moratti attilio fontana
Come mai Letizia Moratti ha annunciato le sue dimissioni proprio questa mattina? Perché le sue lunghe antenne devono aver captato la tempesta in arrivo: ha avuto sentore che fosse sul punto di essere sfiduciata e ha tolto le tende, dimettendosi da vicepresidente e assessore al Welfare della regione Lombardia, prima di finire uccellata.
Tant’è che poche ore dopo il suo addio, il governatore Attilio Fontana ha subito annunciato il nuovo assessore, cioè il sempreverde Guido Bertolaso. I due si erano già visti più volte e avevano trovato l’accordo venerdì scorso. Solo che un "uccellino" deve aver cantato all’orecchio di Letizia Moratti e l’effetto sorpresa è stato disinnescato...
Giorgia Meloni, ovviamente, ha preso malissimo la notizia del passo indietro della signora Letizia Maria Brichetto Arnaboldi in Moratti: la Lombardia è la regione traino del Paese, pesa per un 22-23% sul Pil italiano e una crisi in giunta al Pirellone puo’ aver contraccolpi pesantissimi anche a Roma.
Quella che si annuncia come la corsa solitaria della Moratti alla guida della regione (la sua candidatura ormai è certa), puo’ essere la prima spallata al governo di centrodestra. Il sindaco di Milano Beppe Sala, che con l’ex presidente della Rai ha ottimi rapporti, sta esercitando una moral suasion per convincere il Partito democratico a non presentare un suo candidato alle regionali in Lombardia.
I sondaggi parlano chiaro: la lista Moratti è data al 12%, un listino eco-green di Sala viaggia tra il 6-8%, Azione di Calenda veleggia intorno al 15%. Nella più rosea delle proiezioni, c’è già in cascina un 35% di consensi.
Se il Pd convogliasse i suoi voti magari sul listino del sindaco di Milano, la partita potrebbe essere chiusa. Il ragionamento che il volpino Sala ha somministrato alle teste d'uovo del Nazareno è stato: vincere in Lombardia vuol dire dare una spallata al governo ma anche e soprattutto a Salvini e alla Lega.
Certo, per i dem votare in massa per la Moratti, donna tradizionalmente legata al centrodestra e con un passato ultra-berlusconiano, significa ingoiare un rospo gigantesco. Ma in assenza di candidati autorevoli, con un partito diviso e in crisi di identità e dopo il suicidio alle politiche per la mancata alleanza con il M5s (cosa che ha comportato una batosta nei collegi uninominali), continuare a impuntarsi è da fessi. Impuntarsi a un passo dalla vittoria, è pure peggio: è da cojoni.
GUIDO BERTOLASO CON ATTILIO FONTANA E LETIZIA MORATTI
E poi l’uscita di Letizia Moratti dalla giunta di centrodestra fa girare le palle a chi ricorda cosa avvenne in Lombardia nel 2020, nel momento peggiore della pandemia.
La signora Brichetto fu chiamata a sostituire l’assessore forzista Giulio Gallera per rimettere in sesto una regione devastata dal covid, dove non si contavano più i morti e le bare venivano portate via dai camion. La linea imposta da "Mestizia" fu dura e decisa, e stride moltissimo con la decisione del governo di reintegrare i medici no vax e l’ipotesi (poi rimangiata) di togliere l’obbligo delle mascherine da ospedali e Rsa.
Le parole di Giorgia Meloni sulle misure anti-pandemiche (“Basta approccio ideologico”) hanno fatto imbizzarrire i tanti vaccinati e pure il mondo accademico e scientifico.
L'uso dei vaccini e le misure di contenimento non sono stati “ideologia” ma “scienza” e il commento più azzeccato l’ha offerto l’infettivologo Matteo Bassetti: “Aver detto che è stato tutto ideologico è un errore clamoroso. Sa molto di resa ed è uno schiaffo al 95% degli italiani e al 99,3% dei medici italiani che si sono vaccinati. Perché è come 'siete dei cretini, hanno fatto bene quelli a non vaccinarsi'…”.
Le posizioni del governo sul virus, che sanno di strizzata d’occhio ai no vax, aprono anche un solco anche tra Forza Italia e Lega. Licia Ronzulli, che ha già dato la stilettata agli svalvolati anti-vaccino (“Perche’ non mi hanno voluta al governo? Mi è stato detto che la minoranza no-vax si è scatenata”), s’è inviperita con il suo caro amico Matteo Salvini.
Il Capitone, prima del voto, era pappa e ciccia con lei e Berlusconi, si ipotizzava una federazione tra Lega e Forza Italia, non c’era mossa che non fosse concordata preventivamente con il Cav. Poi, una volta che il voto ha certificato la solida leadership di Giorgia Meloni nel centrodestra, Salvini ha cambiato orientamento: s’è reinventato grande fan della Ducetta. E il gioco gli rende benissimo: ha ottenuto tutti i posti di governo e sottogoverno che voleva.
GUIDO BERTOLASO ATTILIO FONTANA LETIZIA MORATTIRONZULLI SALVINIpiantedosi salvini meloni attilio fontana e letizia moratti
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