COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Giovanna Vitale per ''la Repubblica''
Non solo imprenditori e finanzieri - dal nipote dell'avvocato Agnelli, Lupo Rattazzi, al patron della cioccolata Venchi Daniele Ferrero - che comunque fanno la parte del leone. Il nuovo partito di Matteo Renzi, almeno a giudicare dal nome di alcuni sponsor, comincia a riscuotere simpatie anche nel mondo della cultura. Basta dare uno sguardo a una delle ultime arrivate nella lista dei finanziatori di Italia Viva: Andrée Ruth Shammah, figura di spicco dell'intellighenzia milanese. La regista, storica direttrice e anima del teatro Franco Parenti, il 25 settembre, a una settimana esatta dall'annuncio della scissione, ha versato ai comitati di azione civile 10mila euro.
Dopo la chiusura nell'aprile 2018 della fondazione Open - la cassaforte costruita nel 2012 sotto il nome di Big Bang per avere a disposizione un contenitore che, giuridicamente, potesse ricevere le donazioni dei finanziatori privati - sono stati infatti i comitati lanciati a ottobre dello scorso anno il "veicolo" per attrarre i soldi necessari a preparare la scalata bis dell'ex segretario dem. Ossatura del partito in gestazione e motore del fund rising renziano, che però ha iniziato a correre a pieni giri solo nel giugno scorso: segno che il divorzio dal Pd, smentito con veemenza per tutta l'estate, era stato avviato almeno tre mesi prima che si consumasse ufficialmente, sostenuto dall'impennata dei bonifici ricevuti.
È la sezione "trasparenza" dei comitati di azione civile - il cui sito è stato oscurato ieri, in concomitanza con la nascita di Italia Viva sancita alla Leopolda 10 - a svelare chi sono i finanziatori del partito di Renzi e quanto hanno sborsato. Un obbligo previsto dalla legge cosiddetta "Spazzacorrotti", che dalla fine di gennaio 2019 impone a partiti e movimenti politici di pubblicare in Rete tutti i contributi superiori ai 500 euro. Ed è qui che si scopre l'arcano. Tra gennaio e maggio nessun versamento oltrepassa la soglia fatidica, in cassa nei primi cinque mesi entrano solo microdonazioni da poche decine di euro, non soggette perciò a dichiarazione: si va dal totale più basso di febbraio, appena 603 euro, a quello più alto di maggio, 3.134. E sempre la casella "soggetto erogatore" resta desolatamente in bianco.
Comincia a riempirsi solo a giugno, allorché Lupo Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli, presidente della compagnia aerea Neos e dell'Italian Hospital Group, per primo mette sul piatto 10 mila euro, che a luglio diventano 40mila, per poi assestarsi stabilmente a 10mila, erogati sia ad agosto, sia a settembre, quando a contribuire con mille euro è pure il suo giovane braccio destro, Piergiorgio Medori. Sforzo complessivo del conte Rattazzi: 70mila euro. E non è neanche il regalo più sostanzioso. Il record spetta, per adesso, a Daniele Ferrero, presidente e ad della fabbrica del cioccolato Venchi, oltre 100 store a gestione diretta in 70 paesi e un giro d'affari da 90 milioni l'anno: lui a luglio ha bonificato 100mila euro. Seguito a poca distanza da uno degli storici sponsor di Renzi, già attivo nella fondazione Open: il finanziere Davide Serra, ad del fondo Algebris, a quota 90mila.
Più contenuti, ma pur sempre consistenti, i contributi di altri capitani d'impresa. Giancarlo Aliberti, managing director di Apax Partners, uno dei maggiori gruppi internazionali di investimento, ad agosto ha donato 25mila euro. Cinquemila in più dello stilista Bruno Tommassini, tra i fondatori dell'Arcigay e presidente di Federmoda Toscana (Cna), mentre Alessandro Fracassi, ad di Mutuionline e consigliere di A2a, ne ha messi 15mila. Nicoletta Ligabue, direttore artistico di Grandi Viaggi, si e fermata a 12.500. Poco sopra i 10mila versati da Andrée Ruth Shammah.
Stessa cifra del principe dei tributaristi italiani, Tommaso Di Tanno - professore alla Bocconi e già presidente dei sindaci al Monte dei Paschi - nonché della Walter Tosto spa, fornitore di attrezzature per prodotti petroliferi. Difatti compaiono pure diverse aziende fra i contributori di Renzi. Oltre a quelle "green" come la Eco Iniziative srl (2mila euro) e la Acqua Sole (3mila) si va dalla Tci del deputato Gianfranco Librandi - imprenditore ex fi, ex Ala di Verdini, ex Scelta Civica poi confluito nel Pd e ora in Italia Viva - che ha versato in due rate 11.710 euro, fino alla Quintessential Concierge srl (servizi extralusso) della famiglia Zamberletti che ne ha messi 10mila, mentre la Ciemme Hospital si è fermata a 4mila.
Un calderone variegato che ovviamente contiene pure l'obolo dei parlamentari fuoriusciti - importo base 1000 euro, Renzi però ne ha bonificati 10mila, Rosato 2mila e Boschi 1.500 - ma anche di qualcuno rimasto nel Pd come Salvatore Margiotta, che il 30 luglio ne ha sborsati 1.500, come la viceministra all'istruzione Anna Ascani. Risultato? Tra piccole e grandi erogazioni Italia Viva ha incassato a luglio oltre 210mila euro, ad agosto 227mila, a settembre 167mila. Quando il nuovo partito, annunciato esattamente un mese fa, non era ancora nato. E c'è già chi scommette che dopo la Leopolda sarà tutto un altro tintinnar di moneta.
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