DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Alberto Mattioli per ''la Stampa''
Tutti a parlare dei poveri (si fa per dire) Harry & Meghan che salutano i Windsor e mettono su un bel business di ospitate e simili griffato «Sussex Royal».
Elisabetta II, pare, non ha gradito e lo sgradevole episodio certo la confermerà nella sua predilezione per cani e cavalli, esseri viventi che hanno il pregio di non sposarsi, non divorziare e soprattutto non parlare.
Però, in fin dei conti, la notizia non è così tragica. Non è certo la prima volta che qualcuno decide di togliersi un' ingombrante corona dalla testa.
Quelli che scappano sono stati tanti.
Inutile ricordare Papa Celestino V, «colui che fece per viltade il gran rifiuto», per la precisione nel 1293. Dante non glielo perdonò mai e infatti lo mandò all' Inferno, soprattutto perché sulla sedia gestatoria così liberata salì subito Bonifacio VIII, che a Dante stava simpatico più o meno come Meghan a Kate (e viceversa).
In realtà Celestino, al secolo Pietro da Morrone, era un pio ma sprovveduto eremita del tutto incapace di governare, e figuriamoci una superpotenza come la Chiesa di allora (e di oggi).
Anche in tempi più recenti ci sono esempi clamorosi di fuga dai doveri dinastici. Per esempio, il povero Ferdinando I d' Austria, uno scimunito che, in pieno Quarantotto, fu pregato di sloggiare per lasciare il trono al nipote diciottenne Francesco Giuseppe. Il babbeo, celebre per una frase, «Sono Imperatore e voglio gli gnocchi!», si ritirò a Praga. Da lì, ogni volta che il nipote perdeva una guerra e qualche provincia, commentava: «Questo avrei potuto farlo anch' io».
Pochi anni prima, i Romanov erano stati protagonisti di un analogo palleggio di responsabilità. Nel 1825, muore lo Zar Alessandro I. L' erede è il fratello Costantino, che fa sapere all' altro fratello Nicola che non vuole saperne. Ma non vuole saperne nemmeno Nicola e i due si palleggiano la corona (e la Russia) per un bel po', finché a Pietroburgo i Decabristi tentano di fare la rivoluzione e Nicola deve decidersi a diventare Nicola I per farne impiccare un po' e spedire gli altri a rinfrescarsi le idee in Siberia.
Ma poi, si diceva, i Windsor quello che ha fatto il gran rifiuto l' hanno già avuto. Si tratta di Edoardo VIII, cioè «zio David» per l' attuale Sovrana, che non gli ha mai perdonato l' abdicazione per sposare Wallis Simpson, nel gergo di Elisabetta «that woman». A causa di questo matrimonio diventò Re e Imperatore dell' India suo papà Alberto, alias Giorgio VI, che di regnare e imperare non aveva alcuna voglia. Ed Elisabetta ha sempre pensato che sia stato lo stress da trono (oltre magari ai tre pacchetti di sigarette quotidiani e ad altre complicazioni come la Seconda guerra mondiale) ad aver portato prematuramente il suo adorato genitore alla tomba e lei al suo posto.
Neanche Elisabetta era entusiasta della prospettiva. Avrebbe di gran lunga preferito fare la gentildonna di campagna circondata dai suoi cari, soprattutto quelli a quattro zampe.
E' andata diversamente, come si sa. Però l' idea di mollare tutto a lei non è mai passata per la testa e a 93 anni continua a fare un mestiere noioso e faticoso come pochi, e a farlo impeccabilmente. Altra tempra, diciamo.
PAPA CELESTINO VPAPA CELESTINO VPAPA CELESTINO V
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