DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL…
Alessandra Arachi per il “Corriere della Sera”
Sono tutte e due giovani e assai caparbie, sempre pacate, determinatissime. Una differenza? Maria Elena Boschi ha la chioma bionda e fluente. Mara Carfagna una zazzera scura.
Poi, certo, il ministro Boschi è del Partito democratico. La Carfagna di Forza Italia. Ma insieme hanno messo in piedi una sorta di patto del Nazareno per le unioni civili omosessuali. Senza parlarsi. E senza scriverlo, questo patto. Ma decisissime a portarlo avanti, fino in fondo.
Il ministro Maria Elena Boschi, si muove, inevitabilmente, per conto del premier Matteo Renzi. Mara Carfagna ha la delega ufficiale, e anche la benedizione privata, di Silvio Berlusconi. Il compito non è facile, per nessuna delle due.
Perché dentro al Pd non c’è davvero nulla di scontato in materia di diritti civili. C’è un’anima cattolica molto forte, fra i democratici, non tutti digeriscono quel testo in discussione al Senato che imita il modello delle unioni civili alla tedesca e ci mette dentro anche la stepchild adoption , ovvero la possibilità di adottare il figlio biologico del convivente.
Per gettare un ponte verso quel testo del Senato, Mara Carfagna ne ha presentato uno tutto suo —, diciamo una versione light dello stesso — e non ci ha messo dentro la possibilità di adottare il figlio biologico del convivente, ma questo è stato un passaggio che le ha pesato, e non poco.
Maria Elena Boschi ha lavorato sempre nell’ombra. Del resto la sua delega ufficiale come ministro è quella per le Riforme, e questa storia delle unioni civili non sarà certo una riforma costituzionale ma è un passo avanti di civiltà che l’Italia aspetta da anni.
Mara Carfagna ha lavorato sempre apertamente, è da quando sedeva sulla poltrona di ministro per le Pari Opportunità che sta cercando di portare avanti i diritti degli omosessuali e lo sta facendo lavorando a braccetto con le associazioni gay, più o meno storiche che siano.
Maria Elena Boschi non aveva mai esternato in materia. Poi, sabato scorso, è arrivato il vento dell’Irlanda e il ministro biondo per le Riforme non ha esitato ad intervenire, pur in piena campagna elettorale per le elezioni regionali.
Un’affermazione decisa, quella della Boschi: «Il Partito democratico ha già fatto molto sulla questione dei diritti ma dopo la pausa elettorale ripartirà in Parlamento il dibattito sulle unioni civili. L’Irlanda ha scelto la strada delle nozze gay, noi un altro percorso comunque valido e che garantisce la valorizzazione di un diritto. Su questi temi il Pd è protagonista e bisogna affrontarli fino in fondo per approvare una buona legge».
Mara Carfagna sta lavorando ai fianchi del suo partito, dove l’anima sua, e quella di sue colleghe come Stefania Prestigiacomo, Elena Centemero, Michela Vittoria Brambilla, deve convivere con l’anima oltranzista di Lucio Malan, il senatore che da solo in commissione Giustizia ha presentato circa 700 emendamenti al testo in discussione.
Ma lei non si arrende e sul suo disegno di legge, versione light , è andata raccattando firme dei suoi compagni di partito, una ad una, mettendo insieme un nutrito gruppetto, svariate decine.
Sono tutte e due giovani le due donne che stanno per farci arrivare ad un traguardo agognato, da troppi anni. Il ministro Boschi è addirittura giovanissima e probabilmente era ancora all’università quando in Parlamento il dibattito sui diritti delle coppie omosessuali muoveva i suoi primi, lentissimi passi.
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