DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
1 - SONDAGGI: TESTA A TESTA MARINO-ALEMANNO. E SI RAFFORZA IL VOTO DISGIUNTO A SINISTRA PRO MARCHINI
Ernesto Menicucci per "Il Corriere della Sera - Roma"
Numero più, numero meno, è la tendenza che conta: secondo i sondaggisti la corsa al Campidoglio sta diventando di settimana in settimana sempre più un testa a testa. Ignazio Marino, candidato del centrosinistra, è avanti rispetto all'uscente Gianni Alemanno (Pdl) ma il suo vantaggio si va assottigliando. Un punto, secondo Spincon (34,3 contro 33,4). Poco più di due in base alla rilevazione Tecné, per l'agenzia Omniroma: il chirurgo è al 35%, il sindaco al 32,9%, Marcello De Vito di Cinquestelle al 14,8%, Alfio Marchini all'11,3%, Sandro Medici al 2,5%.
E poi i vari zerovirgola, con una percentuale di indecisi considerevole, del 28,7%. Risultato: Alemanno e Marchini salgono, Marino Cinquestelle scendono. Anche Ipr ha «quotato» i candidati, con uno scarto per il centrosinistra di circa due punti. Più larga la forbice di Datamonitor (5%) e di Swg, ma sono i sondaggi più datati. La Ghisleri, sondaggista di fiducia di Berlusconi, fornirà i suoi dati nel fine settimana.
Nella rilevazione di Tecné c'è un altro elemento. Se Alemanno prende più o meno gli stessi voti dei partiti che stanno con lui (Pdl 25,4%, Cittadini x Roma 4,1%, La Destra 2,0%, Fratelli d'Italia 1,6%), Marino è sotto di 2,5 punti rispetto alle liste che lo sostengono (Pd 25,9%, Lista civica 5,8%, Sel 3,6%, Centro democratico 1%, Verdi e Socialisti entrambi 0,6%: totale 37,5%). Mentre, Marchini prende il 2,9% in più delle due liste che lo appoggiano. Traduzione: il voto disgiunto premia l'imprenditore dei «cuori spezzati».
Lui, Alfio, è convinto che questa percentuale possa aumentare: «Molta gente voterà per noi». Marchini fa leva sui delusi di destra e sinistra: «Faccio un appello: il voto disgiunto consente di indicare la preferenza in consiglio comunale e scegliere il sindaco che può portare innovazione e rottura del consociativismo».
E Marino? Per lui, i «dati dimostrano il fallimento della giunta Alemanno. Il sindaco uscente è costretto a rincorrere». Replica Alemanno: «Il guaio per Marino è che la mia rincorsa funziona molto bene». Rievoca il 2008, il sindaco: «Quando sono partito contro Rutelli stavo molto più indietro... Marino rifletta sul modo in cui sta facendo campagna elettorale, all'insegna del disprezzo per il dibattito pubblico».
E sui social aggiunge: «Un paio di mesi fa ci davano ancora per spacciati, i sondaggi odierni smentiscono tutti ancora una volta». Mentre anche Marchini nota «che c'è un'onda importante: prima ci davano al 3%, ora al 12%».
Chissà che anche per questo Marino parla di «scambi di affettuosità tra Alemanno e Marchini: hanno la stessa visione di città ». E De Vito? «I sondaggi lasciano il tempo che trovano. Prima delle elezioni ci davano al 15%, poi abbiamo preso il 25%. Andremo al ballottaggio». Esiste un patto con Marino? «E una falsità . L'ho visto davanti al Parlamento, ma non lo conosco». I più arrabbiati per i dati di Tecné sono i Fratelli d'Italia: «Fare propaganda con sondaggi pilotati è un gioco scorretto - attacca Fabio Rampelli - Basta o stavolta scattano le denunce alla Procura».
2 - IL DISASTRO DELLA CAMPAGNA DI MARINO: "NON ASCOLTA NESSUNO". E AFFONDA NEI SONDAGGI
Ernesto Menicucci per "Il Corriere della Sera - Roma"
Che ci sia preoccupazione, nel centrosinistra, è più che evidente. Non solo per il calo nei sondaggi di Marino, per un Alemanno che era dato per spacciato ed ora è in risalita, o per il voto disgiunto che può premiare Marchini. Ma, soprattutto, nel Pd sono spiazzati da come Ignazio Marino sta gestendo la sua campagna elettorale. «Non ascolta nessuno», è il refrain più ricorrente tra i Democratici. Nel bene e nel male, il chirurgo ha scelto la strada della totale autonomia rispetto al partito.
Pochi, pochissimi fidati interagiscono col suo comitato elettorale, dove lo spin doctor è Paolo Guarino, uno degli «allievi» dell'ex Lothar Claudio Velardi. Tra questi c'è Michele Meta, al fianco di Marino fin dalle primarie che però, in una recente riunione, ha «gelato» la sala: «Qui bisogna cambiare strategia». Troppe gaffe, troppi scivoloni, nessun raccordo con le strutture del Pd. E qualche malumore interno, anche se ieri Enzo Foschi e Silvio Di Francia hanno smentito «una litigata col candidato sindaco» (che avrebbe anche preso un ufficio privato in zona Eur, fuori da quello del comitato) riportata dal sito Noiroma.
Nicola Zingaretti è in apprensione: dal «suo» 45% preso su Roma alle Regionali, Marino perderebbe circa il 10%. Tanto, forse troppo per essere giustificato solo con le turbolenze tra le correnti interne. Così, il governatore ha offerto al chirurgo il suo appoggio, inviandogli il suo portavoce Andrea Cappelli.
Che, però, dopo una sola riunione ha lasciato perdere e adesso si limita a qualche «consiglio» a distanza. Lo stesso contributo lo aveva proposto Enrico Gasbarra, offrendogli il sostegno del partito: la vicenda, più o meno, è stata la stessa. Marino, citando un film di Bertolucci, «balla da solo», annunciando di «non nominare gli assessori in base alle indicazioni dei partiti». Chissà se i partiti che lo sostengono sono d'accordo.
3 - LA PROFEZIA DI CAZZULLO (11 APRILE): "LA VITTORIA DI MARINO E IL GRANDE EQUIVOCO DELLE PRIMARIE"
http://www.corriere.it/politica/13_aprile_09/marino-pd-primarie_6e29c69e-a0d8-11e2-9e3c-268a004da2ea.shtml
gianni alemanno IGNAZIO MARINO ALFIO MARCHINI Goffredo Bettini Enrico Gasbarra Nicola Zingaretti
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