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“DISERTATE LE URNE” - SUI REFERENDUM SI ACCENDE LO SCONTRO DOPO L’INVITO DELLA MAGGIORANZA A NON ANDARE A VOTARE - LE OPPOSIZIONI INSORGONO: “CHI GOVERNA NON DOVREBBE PROMUOVERE IL NON VOTO” – TAJANI RIVENDICA LA “SCELTA POLITICA”: “ILLIBERALE È OBBLIGARE LA GENTE AD ANDARE A VOTARE AL REFERENDUM”. ANCHE LA LEGA METTE IL CARICO: “LA LINEA POLITICA E’ QUELLA DELL’ASTENSIONE” – LANDINI SE LA PRENDE CON LA MELONI: “UN MESSAGGIO GRAVE E PERICOLOSO”
Adriana Logroscino per il "Corriere della Sera" - Estratti
Disertare le urne convocate per i referendum dell’8 e del 9 giugno su lavoro e diritto di cittadinanza.
Dopo i rumors lasciati filtrare da Fratelli d’Italia, rompono gli indugi Forza Italia e Lega. Provocando la dura reazione di Pd, M5S, Avs e +Europa: «Chi governa non dovrebbe promuovere il non voto». Mentre Noi moderati, quarta forza di maggioranza, difende una scelta autonoma: «Voteremo convintamente no», dice Maurizio Lupi.
Antonio Tajani, segretario azzurro e vicepremier, sollecitato dai cronisti a margine di un evento argomenta così la posizione: «Non andare a votare a un referendum è una scelta politica, non dimostra disinteresse nei confronti degli argomenti. Se c’è un quorum, significa che i cittadini devono riconoscere l’importanza di questa consultazione. Noi non la consideriamo, non la condividiamo». Quindi, prevedendo le polemiche, rincara: «Illiberale è obbligare la gente ad andare a votare al referendum».
Più tardi anche il salviniano Igor Iezzi schiera la Lega: «La nostra linea è quella dell’astensione.
Non è certo un segnale di disimpegno. Anzi è il massimo dell’impegno: puntiamo a fare in modo che non si raggiunga il quorum. È una posizione prevista a livello costituzionale».
È il segretario della Cgil, proponente dei quesiti sul lavoro, a provocare la dichiarazione pubblica di FdI.
Maurizio Landini infatti definisce «grave e pericoloso che il partito di maggioranza del governo, che è il partito anche del presidente del Consiglio, dia indicazione di non andare a votare, tanto più che il presidente della Repubblica ha appena ricordato come la partecipazione politica sia l’essenza della nostra democrazia».
antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
(…) Per Giuseppe Conte, presidente del M5S, «i politici che invitano i cittadini a non votare vogliono aggravare le condizioni della democrazia». Stessa linea del Pd, con Arturo Scotto che rimprovera gli avversari: «Chi governa dovrebbe combattere l’astensionismo, non incentivarlo». Enzo Maraio segretario del Psi, dice caustico: «Tajani, che sui diritti di cittadinanza aveva avuto posizioni coraggiose prima di essere sbugiardato dalla destra populista, ora asseconda i desiderata degli alleati».
Sull’appuntamento di giugno prende parola anche la segretaria dem, Elly Schlein, che promette l’impegno del Pd a «far salire la partecipazione a un appuntamento che non si può mancare» per «far valere la dignità e la sicurezza del lavoro». Tuttavia è noto che l’ala riformista che rivendica la bontà del Jobs act, messo in discussione da uno dei quesiti, non condivida lo stesso obiettivo. Quindi il referendum è uno snodo anche interno: se la segretaria incassasse un buon risultato di affluenza, potrebbe provare a capitalizzarlo anticipando il congresso col vento in poppa.
elly schlein giuseppe conte e il caso todde in sardegna - vignetta by usbergo
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