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Camilla Conti per “La Verità”
IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA CARLO BONOMI
Un autogol. È quello che sembra essere la candidatura (assai gradita, se non spinta, dal diretto interessato) di Carlo Bonomi alla presidenza della Lega di Serie A. Perché ieri l'assemblea della Lega della massima serie è finita con 19 schede bianche e un solo voto (segreto) per il nome del numero uno di Confindustria sponsorizzato dal presidente del Milan, Paolo Scaroni, ma si pensava gradito anche ai vertici di Inter, Cagliari, Atalanta e Torino.
E invece agli atti resterà che il candidato confindustriale ha ricevuto una sola preferenza su venti (gliene servivano 14). Quasi uno sfregio. Non è ancora chiaro se il nome di Bonomi verrà rimesso sul tavolo al terzo e ultimo giro o se è stato definitivamente bruciato dopo la figuraccia di ieri, più probabile.
«Non l'abbiamo bruciato, in realtà non doveva essere nemmeno votato nell'elezione di oggi», ha detto ieri l'amministratore delegato dell'Inter, Giuseppe Marotta, al termine dell'assemblea. Sulla stessa lunghezza d'onda c'è l'ad del Sassuolo, Giovanni Carnevali ("Bonomi non è andato male, anzi, il contrario», ha detto uscendo dalla riunione).
C'è dunque chi sostiene che l'imprenditore potrebbe comunque essere convocato per spiegare le ragioni della sua candidatura quando rientrerà dalle Maldive. Sì, perché in questi giorni il presidente di Confindustria sarebbe al caldo in un atollo insieme alla famiglia: il giorno di San Valentino la moglie Veronica Gervaso (giornalista televisiva e figlia di Roberto Gervaso) ha postato su Instagram alcuni scatti di una manta che nuota nel mare cristallino.
Tanto che lunedì all'incontro sul caro bollette (in vista del Cdm di domani sul nuovo decreto) con il ministro dell'Economia, Daniele Franco, e il sottosegretario alla presidenza, Roberto Garofoli, era presente la direttrice generale di Confindustria, Francesca Mariotti. E non il presidente.
Che evidentemente ha deciso di saltare l'appuntamento romano perché impegnato nella «trasferta» maldiviana in attesa del risultato della partita milanese della Lega dove si era proposto come l'uomo giusto proprio per trattare con il governo sui grandi temi del calcio italiano.
Ora rischia però di tornare in Italia e trovare un'accoglienza gelida sia in Lega sia in viale dell'Astronomia dove molti industriali si chiedono se il loro presidente abbia davvero voglia di mettersi in gioco per rappresentare i loro interessi in un momento estremamente delicato per le aziende o se invece non veda l'ora di cambiare aria. Tornando sul campo della Serie A, il tempo stringe.
E intanto si cercano soluzioni alternative. Come Lorenzo Casini, capo di gabinetto di Dario Franceschini al ministero della Cultura nonché presidente della Corte d'appello federale, profilo che sarebbe gradito sia al Napoli di Aurelio de Laurentiis sia alla Lazio di Claudio Lotito, i due grandi oppositori della candidatura bonomiana.
Ma nei giorni scorsi erano circolati anche i nomi di Salvo Nastasi, ex direttore generale dello stesso ministero, Gaetano Blandini, nominato di recente consigliere indipendente e già direttore generale della Siae, dell'avvocato Gabriele Fava, nominato da Giancarlo Giorgetti in Alitalia, e dell'ex direttore generale della Rai, Mauro Masi. Di certo, quella di ieri è la seconda fumata nera per l'elezione del nuovo vertice; alla prima, andata in scena la settimana scorsa, c'erano state 17 schede bianche e 2 nulle.
Dalla prossima votazione (in programma tra fine febbraio e inizio marzo), però, basterà una maggioranza semplice di 11 voti su 20, mentre nelle prime due la maggioranza richiesta era di 14 preferenze. Se entro inizio marzo le venti squadre del campionato non troveranno il modo di eleggere un nuovo presidente in sostituzione di Paolo Dal Pino, dimessosi a inizio febbraio, la Lega verrà commissariata dalla Federazione (Figc).
Nel corso dell'assemblea di ieri si è discusso anche dell'adeguamento dello Statuto di Lega ai «principi informatori» per evitare il rischio di un commissariamento ad acta da parte della Figc. Secondo quanto filtra, i presidenti di Serie A sarebbero orientati a chiedere una ulteriore proroga alla Federcalcio per quanto riguarda l'adeguamento dello Statuto rispetto alla scadenza avvenuta proprio ieri.
Le società hanno condiviso la richiesta già fatta dalla Lega tramite una lettera inviata lo scorso 11 febbraio dal vicepresidente Luca Percassi al numero uno della Figc, Gabriele Gravina. Le motivazioni, aveva spiegato Percassi, riguardano l'impegno da parte di tutti i club di dedicarsi all'elezione del nuovo presidente.
Oggi a Roma è in programma un Consiglio federale in cui la Federazione, a meno non venga concesso più tempo, dovrebbe decidere per la nomina di un commissario ad acta. Sempre durante la riunione di ieri, infine, i club hanno individuato una linea unanime su tutti i temi in esame, fatta eccezione per la sola gestione dei diritti collettivi non-audiovisivi, per i quali si rendono necessari ulteriori confronti.
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