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Chiara Giannini per “il Giornale”
Le parole della scrittrice Michela Murgia, spaventata «dall'avere un commissario che gira con la divisa» come il generale Francesco Paolo Figliuolo, hanno fatto adirare i militari. È così partito un tam tam sui social, una protesta pacifica dei rappresentanti delle Forze armate che hanno deciso di ribellarsi a chi non porta rispetto per quell'uniforme per cui sono morte migliaia di persone.
Tantissimi militari hanno così postato su Facebook, Instagram e Twitter la loro foto in divisa. «A supporto del generale Figliuolo - scrivono - e scioccato dalle insulse parole di una donna ideologizzata, inconsapevole e faziosa come la Murgia. Non è un problema di destra o sinistra, bensì di rispetto, ma soprattutto di intelligenza che manca completamente. Ecco una foto, dei miei anni di onorato servizio».
E ancora: «Inondiamo i social. Chi ha paura delle divise ha paura della legge e non è degno di chiamarsi italiano». Pensare che esiste una direttiva delle Forze armate che impone ai militari di non pubblicare foto in divisa. «Ma per tutelare il nostro onore - scrive qualcuno - questo e altro. È un affronto quello della scrittrice, che evidentemente non capisce i sacrifici di chi ogni giorno si impegna per il proprio Paese».
Così rappresentanti di Marina, Esercito, Aeronautica, Carabinieri, ma anche Polizia e Guardia di Finanza hanno pubblicato la loro protesta silenziosa e composta, volta a raccontare quell'orgoglio che appartiene a chi ama la propria Patria.
«Gentile signora Murgia - scrive il rappresentante del comparto Sicurezza e Difesa Marco Cicala - abbiamo appreso, non senza stupore, del fatto che lei si spaventi di avere un commissario in divisa come il generale Figliuolo. Tale affermazione è stata immediatamente sostenuta da chi, come lei, purtroppo non conosce cosa sia e cosa rappresenti l'uniforme militare. Bene, lei non deve temere mai questo abito, perché chi lo indossa non costituisce in alcun modo un pericolo, ma identifica al contrario chi ha giurato di servire la nostra Nazione e di difenderla in ogni circostanza, anche pagando il prezzo più alto».
E ancora: «L'uniforme identifica indissolubilmente chi la indossa con l'istituzione a cui appartiene, rendendo evidenti i segni distintivi dello Stato. Mi sembra che la dedizione al servizio e al bene della nostra Patria da parte delle Forze armate sia sotto agli occhi di tutti, oggi come non mai, tanto da rendere inutile sottolineare - prosegue - lo sforzo da tempo in atto in questo doloroso periodo per la popolazione italiana».
Per concludere: «Allora signora Murgia, invece che cercare followers per le sue attività commerciali, con frasi a effetto, rifletta sulle sue affermazioni e contribuisca a rinsaldare lo spirito di comune afflato che risulta indispensabile in un così delicato passaggio per la vita della nostra Nazione».
A fargli eco il collega Antonello Ciavarelli, delegato Cocer Marina militare - Guardia costiera: «Alla scrittrice in questione probabilmente sfugge che le divise rappresentano la nostra Italia, che è carica di 2.700 anni di storia fatta di libertà, principi, cultura e rispetto della dignità umana. Per questo noi ci sentiamo orgogliosi di indossare la divisa, perché orgogliosi della nostra cultura, della nostra identità, delle nostre origini e della nostra Costituzione».
antonello ciavarelli con matteo salvini
Ieri anche il senatore Manuel Vescovi (Lega), parlando in aula, ha ricordato il sacrificio di due agenti caduti in servizio e ha chiarito: «Io quando vedo un uomo o una donna in divisa non mi spavento».
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