DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1- DAGOREPORT
Vi riveliamo il piano segreto dell'abusivo del colosseo (insieme ai suoi compari di cordata Pisanu e Formigoni): ottenere dal Banana marcio la testolina di Tremonti per ammazzare poi Berlusconi. La cacciata di Giulietto, per la gioia di gran parte del Pdl, innescherebbe infatti la rivolta della Lega e dei mercati, e per il governo sarebbe la fine...
2- SCAJOLISMI
Brunella Bolloli per "Libero"
Stavolta la fronda scajoliana si è riunita dopo cena. Convocazione segretissima in luogo privato, non al solito ristorante nel centro di Roma: strategia politica e ammazzacaffé, per il governo Berlusconi è l'ora dell'amaro. Claudio Scajola l'ha detto chiaro allo stesso premier, nel nuovo faccia faccia mattutino a Palazzo Grazioli. «Silvio, ti votiamo la fiducia, ma poi basta, serve discontinuità ». A cominciare, s'intende, da un incarico di peso nel partito tutto per lui. Un incontro di due ore, alla presenza di Angelino Alfano e Gianni Letta.
Al termine, Scajola criptico come al solito: «à stato un colloquio».
Alla domanda se avesse ancora intenzione di fare gruppi autonomi, ha risposto: «Ma nooo». Alla domanda se escludesse tale ipotesi ha ribattuto con un identico: «Ma nooo». Sciaboletta furbetta. Non è nato ieri l'ex ministro dello Sviluppo economico, che oggi sarà in Aula a sentire il Cavaliere.
Nel pomeriggio ha riunito i fedelissimi, grande fibrillazione alla Camera dove il gruppetto degli scajoliani di ferro era marcato a uomo dai cronisti: Salvatore Cicu, Fabio Gava, Ignazio Abrignani, Massimo Maria Berruti, Massimo Nicolucci, Giustina Destro, Paolo Russo. Giurano di essere molti di più, tanti da formare gruppi autonomi, come sta facendo del resto Santo Versace, ma al loro interno cominciano a dividersi. Chi è fedele a Silvio e chi guarda altrove.
Spiegano che non è più questione di stilare un documento con le loro condizioni (le ha illustrate lo stesso Scajola al premier), ma una rivoluzione vera. Non basta cambiare simbolo e nome al Pdl, il capo del governo si decida a un restyling completo. «Berlusconi bis e azzeramento al vertice del partito», propone Giustina Destro, secondo la quale la fiducia non è così scontata. Michele Scandroglio la contraddice: «Mai Scajola o qualcuno dei suoi amici voterà una sfiducia a questo governo, ma serve un cambio». Fondamentale allargarsi al Terzo Polo (quindi anche a Fini).
Se poi ci stanno anche i moderati del Pd, come Fioroni e i "modem" di Veltroni, a disagio con la sinistra estrema, ben vengano. Alla domanda su quale sia la posta in gioco, glissano: non cerchiamo poltrone. «Facciamo tutto questo per salvare Berlusconi, per fargli capire che può ancora vincere. Però cambiando tutto». A cominciare dal premier, dal ministro dell'Economia e dai coordinatori. Carica, quest'ultima, che Scajola conosce bene.
CLAUDIO SCAJOLA GIUSEPPE PISANU GIULIO TREMONTI CLAUDIO SCAJOLA ROBERTO FORMIGONI Berlusconi e Scajola BERLUSCONI NAPOLITANO
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