DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Conti per “il Messaggero”
Mosca, gasdotto, Libia, Afghanistan, Iraq, F35. Cinque temi per un un' ora di colloquio. Il secondo che Giuseppe Conte avrà domani alla Casa Bianca con Donald Trump. I due si prendono, come ha dimostrato il G8 in Canada. «Il nuovo presidente del Consiglio italiano è fantastico», «ha vinto le elezioni sui migranti», sostenne in quei giorni il presidente americano. I due si intendono anche perché Trump ha bisogno in Europa di alleati per tenere sotto pressione la Germania della Merkel - che entrambi accusano di surplus commerciale - e la Francia di Macron.
A Conte la sponda atlantica serve per dare peso al suo profilo spesso nascosto dall' esuberanza dei due vicepremier. Rispolverato quindi in questi giorni un po' d' inglese, Conte si appresta alla sua prima trasferta in terra americana. Diradate le nubi con l'Unione Europea, grazie alla visita di Juncker a Washington che ha congelato la questione dazi, Conte potrà concentrarsi sui temi che più coinvolgono la politica del governo.
In testa restano le sanzioni alla Russia, volute a suo tempo dagli americani a seguito dell' annessione della Crimea. Il premier arriva a Capitol Hill dopo le dichiarazioni del vicepremier Salvini che ha definito legittima» l' invasione russa e l' annessione. Sulle sanzioni l' Italia ha sempre mantenuto un atteggiamento critico anche se non ha mai preso le distanze dalle scelte fatte a Bruxelles.
Occorre adesso capire sino a che punto l' amministrazione Usa intenda rivedere la posizione per tornare ad un G8 con Mosca. Su questo tema Conte e Trump si sono già detti d' accordo durante il vertice canadese, ma le sanzioni ci sono ancora e quelle dei paesi europei pesano molto di più di quelle americane. Sempre in tema di sanzioni i due parleranno anche di quelle all' Iran volute dall' amministrazione Trump e che molti problemi stanno creando agli investitori italiani che hanno puntato molto sull' accordo sul nucleare.
Destinati ad intendersi, Conte e Trump, anche perchè entrambi sono alla guida di governi che faticano a muoversi in contesti multilaterali e alle prese con voci spesso dissonanti in Parlamento e nel Congresso. Per l'Italia è il caso del gasdotto Tap (Tran Adriatic pipeline) che parte del M5S non vuole, ma che all'amministrazione americana sta a cuore proprio perché dovrebbe allentare la dipendenza energetica europea da Mosca.
F35 e sistema satellitare Mous gli altri temi sui quali Conte chiederà chiarimenti all' alleato. Il programma di acquisto degli F35 è stato di recente «congelato» dalla ministra della Difesa Trenta. Dieci ne sono stati già consegnati ma ne mancano altri 40 che dovrebbero comporre un sistema di difesa area nazionale integrato con la Nato.
Trump anche di recente ha chiesto agli alleati di aumentare la spesa militare portandola al 4% del pil. Obiettivo dal quale l' Italia è molto lontana e un freno all' acquisto di F35, che il M5S ha promesso, rischia di creare problemi. Come ne crea al M5S il sistema di comunicazioni satellitare che gli americani hanno posto a Niscemi e che viene avversato dai grillini locali. Aiuti potrebbero invece arrivare sul fronte dei migranti, della stabilizzazione della Libia e delle missioni internazionali.
Gli Stati Uniti non hanno nessuna intenzione di spendere un solo soldato in Libia, ma un sostegno strategico sarebbe utilissimo se non altro per contenere la Francia e la Russia che sembrano approfittare dei vuoti che si stanno creando in Libia anche a causa di una presenza italiana a dir poco discontinua. Un progressivo ritiro dei militari italiani in Iraq e Afghanistan - già annunciato dalla ministra Pinotti è stato confermato con qualche sfumatura anche dall' attuale, ma gli americani contano molto sulla presenza italiana a Kabul e sarà difficile che Conte riesca a spuntare più di un graduale ridimensionamento.
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