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DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN…
1- DAGOREPORT: QUALCOSA NON TORNA, MISTER PASSERA
Dopo aver lanciato il sasso con la Gabanelli, il Corriere elogia la trasparenza di Corradino (vedi a seguire il pezzo di Mucchetti), ma restano appese alcune domande: perchè ha atteso la Gaba per denunciare la sua auto spoliazione dei titoli di Banca Intesa?
Perchè si dilunga sulla vendita della piccola partecipazione nel Campus dell'Opus Dei e non dice a chi ha venduto quasi 7milioni di titoli che gli sono stati dati a un valore superiore del 35-40 per cento a quello attuale? Li ha davvero venduti o dati in custodia, oppure ceduti con diritto di
riscatto?
Un politico che si rispetti deve offrire la possibilità di verifica altrimenti la trasparenza è solo ostentazione di supponenza. Che emerge quando nella lettera rivendica il suo passato (una excusatio non petita che sembra una sorta di richiesta di immunità ). Forse e' la solita ossessione di glamour, la voglia di apparire e farsi ammirare. Qualcosa non torna.
2- GOVERNO E CONFLITTO D'INTERESSI, PASSERA HA MANTENUTO LA PAROLA
Massimo Mucchetti per il "Corriere della Sera"
A Milena Gabanelli e a Giovanna Boursier che lo invitavano a vendere in fretta le sue azioni Intesa Sanpaolo e alcune partecipazioni minori in piccole imprese, Corrado Passera ha risposto: già fatto. Il ministro dello Sviluppo economico è stato di parola. Bene. Il gesto non era strettamente necessario: la modestia dei pacchetti li privava di ogni influenza. Sarebbe bastato affidarli a un gestore fiduciario che, senza nulla comunicare al fiduciante, li tenesse o li vendesse restituendo il valore al fiduciante, una volta chiuso il mandato ministeriale.
Per questa ragione, non li avevo citati nella lettera aperta del 18 novembre sui potenziali conflitti di Passera. Gabanelli e Boursier, tuttavia, interpretano uno stato d'animo diffuso nel Paese e il ministro fa bene a tenerne conto. Certo, ben altri conflitti d'interesse, reali e non potenziali, durano da 18 anni, irrisolti nonostante le promesse: sono quelli dell'ex premier e tuttora leader del primo partito della maggioranza, Silvio Berlusconi.
Passera merita attenzione critica come tutti quelli che assumono responsabilità pubbliche avendo un passato che dà preziose competenze e la tentazione di difendere comunque precedenti scelte professionali.
La stessa attenzione, per dire, va riservata a Mario Draghi, che in sequenza è stato direttore generale del Tesoro, banchiere Goldman Sachs, governatore della Banca d'Italia e, ora, presidente alla Bce. Entrando nel campo delle ipotesi, non diversamente andrebbero trattati il magistrato Francesco Greco o il leader della Cgil, Susanna Camusso, se venissero nominati ministri della Giustizia o del Welfare.
L'attenzione critica, per essere seria, non è antipatizzante a prescindere. Due esempi, per capirci.
Primo, se Passera muovesse una critica alla European Banking Authority sulla questione dei titoli di Stato nei bilanci bancari, riceverebbe il plauso dei suoi ex colleghi. Ma anche di quanti, senza avervi interessi diretti, giudicano quella decisione europea sbagliata in generale e dannosa per l'Italia.
Secondo, il banchiere Passera ha fatto investire Intesa in Ntv, nuova impresa dell'alta velocità ferroviaria. Un socio di Ntv, Diego Della Valle, ha chiesto le dimissioni del capo delle Fs, Mauro Moretti. Il ministro Passera ha difeso Moretti. Di nuovo, bene. E ancora meglio farà Passera, se costringerà le Regioni a gare trasparenti per il servizio pendolari. Capiremo finalmente chi, tra privati e Trenitalia, la racconta giusta e chi fa il furbo.
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