UN EX MINISTRO POCO GALAN-TE - “IL MIO SUCCESSORE ORNAGHI SI È FATTO METTERE I PIEDI IN TESTA DAL MINISTRO SEVERINO E 57 MLN € DALLA CULTURA SONO FINITI ALLE CARCERI” - L’EX RESPONSABILE DEL MIBAC PARLA COME SE FOSSE ALL’OPPOSIZIONE DA 20 ANNI E SPARA PALLE INCATENATE CONTRO IL SUO SUCCESSORE: “IO HO TENUTO TESTA A TREMONTI E HO INVERTITO LA ROTTA. È STATO UN BIDONE PERPETRATO CON FREDDEZZA E PREMEDITAZIONE IN CONSIGLIO DEI MINISTRI. SE FACCIAMO PASSARE IL PRINCIPIO DELL´URGENZA PRESTO AVREMO LE DISCARICHE NELLE AREE PAESAGGISTICHE”…

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Carlo Alberto Bucci per "la Repubblica"

Il dirottamento sotto Natale dell´otto per mille dello Stato, che dai restauri dei monumenti è stato spostato sulle carceri, minaccia l´altro lascito all´arte italiana da parte del "popolo dei 730". È l´allarme dell´ex ministro Beni culturali Giancarlo Galan: «Mi dite voi con che faccia andiamo ora a chiedere ai contribuenti italiani di destinare il 5 per mille alla cultura quando abbiamo appena spostato il loro lascito di 57 milioni al sistema carcerario?».

Il 5 per mille pro patrimonio artistico è una misura inserita dal governo Berlusconi nella manovra di agosto ed entrerà in vigore con la denuncia dei redditi del 2012. «Il mio successore Ornaghi in questo modo rischia di vanificare la battaglia per il 5 per mille condotta insieme al Fondo per l´ambiente italiano» incalza l´esponente del Pdl.

Restiamo all´8 per mille, al ministero Beni culturali non se l´aspettavano che quei soldi sarebbero finiti alla Giustizia.
«È stato uno scippo inaspettato, un gravissimo errore dalle conseguenze drammatiche. Brutalmente, il ministro Ornaghi si è fatto mettere i piedi in testa dal Guardasigilli, Paola Severino».

Ce l´ha con loro per il decreto del 22 dicembre. Ma già nel testo della manovra di inizio dicembre, articolo 30 comma 5, c´è scritto che l´8 per mille dello Stato dalla cultura passava alla Protezione civile.
«È stato un bidone perpetrato con freddezza e premeditazione. In consiglio dei ministri Ornaghi doveva sbattere i pugni sul tavolo quando gli toglievano quei soldi da sotto il naso».

Cinquantasette milioni non sono una cifra esorbitante. Davvero il patrimonio artistico italiano non può farne a meno?
«Di questi tempi sì, assolutamente. Ma è il principio che va difeso a spada tratta: i soldi per la cultura non si tagliano in un Paese che sulla cultura deve puntare per il suo sviluppo economico. Per la prima volta dopo tanti anni, con me - sottolinea Galan, ministro dei Beni culturali da marzo a novembre 2011 - i fondi per questo settore erano aumentati. Da noi, come in Francia e Polonia».

Dopo la mannaia subita al bilancio dal suo predecessore Sandro Bondi, non ci voleva molto per far risalire la china del depauperato budget del Collegio romano.
«Non è stato facile per nulla tenere testa a un ministro non tenero con la cultura come Tremonti. E invece abbiamo invertito la rotta. Abbiamo reintrodotto il Fondo unico per lo spettacolo e portato a casa 186 assunzioni l´anno per tre anni».

Questi contestati 57 milioni non sono più necessari per l´emergenza carceri?
«Il problema non si affronta con nuove prigioni ma accelerando i processi. E poi già si annuncia una nuova amnistia. Inoltre, se facciamo passare il principio dell´urgenza e della causa di forza maggiore a danno della cultura, il passo successivo sarà il via libera alle discariche dei rifiuti nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico».

 

 

Giancarlo GalanPAOLA SEVERINOMario Monti prega per noi giulio tremonti big