PRIMARIE MORTUARIE - SE IL BANANA NON CREDEVA ALLE PRIMARIE DOPO LO SHOW DEI ‘SINISTRI’ SU SKY È ANCORA PIÙ SCHIFATO – C’E’ DA CAPIRLO: PER UNO ABITUATO A TRATTARE I SUOI COME DIPENDENTI, FARE IL BERSANI IN MEZZO A ALFANO, MUSSOLINI, GALAN E LE SANTADECHÉ SAREBBE IL SUICIDIO DEFINITIVO (“MAI MI PRESTEREI A UNA SIMILE UMILIAZIONE”) - E POI, PERCHÉ SCANNARSI PER TIRARE FUORI UN CANDIDATO PREMIER CHE DOVRÀ INCHINARSI AL MONTI-BIS?...

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Ugo Magri per "la Stampa"

Al Cavaliere il confronto su Sky è piaciuto meno di zero. Se l'è guardato in poltrona ad Arcore, con Sgarbi sprofondato al fianco. E a un certo punto Berlusconi ha confessato all'amico di provare quasi un sentimento di «tenerezza» per Bersani. Surclassato ai suoi occhi da Renzi e dalla stessa Puppato («l'unica dei cinque che ha detto cose concrete»). Ma soprattutto, trascinato giù dal suo piedistallo di leader, spogliato della veste di segretario in carica.

Nemmeno più «primus inter pares», il povero Pierluigi, ma semplicemente uno ridotto al rango di Vendola, di Tabacci... La triste umiliazione di un Capo, nella visione bonapartesca-berlusconiana. E comunque «una situazione nella quale io, di certo, non mi sarei cacciato».

Alfano, invece, confida di essersi divertito tantissimo. Agli elettori, spiega ironico e un filo spavaldo, «Bersani & C hanno offerto un bel compendio di argomenti per non andarli a votare». È convinto che, mostrandosi agli italiani, la sinistra commetta autogol, più i suoi candidati vanno in tivù e meno risultano convincenti. Ciò detto, ad Angelino l'altra sera è piaciuto pure il «format» televisivo, con le domande uguali per tutti e le risposte a cronometro: «Da questo punto di vista l'unico vero vincitore è Sky», commenta.

Un esempio da prendere in considerazione in vista delle primarie nel centrodestra? «Senz'altro», promette il segretario Pdl. A differenza di Berlusconi, lui non si sentirebbe diminuito dal raffronto diretto con gli sfidanti. Anzi, per certi aspetti Alfano non chiede di meglio, poiché suscitare un po' di suspense è l'unico modo di rendere partecipato l'evento: chi si scomoderebbe per scegliere il candidato premier del Pdl, che già ha poche chances di vittoria, se oltretutto si trattasse di uno scontatissimo plebiscito?

Per cui ben vengano le candidature e le disfide tivù, assicurano dalle parti del segretario. È falso, giurano, che da Roma si stia tentando di bucare le gomme a quanti vogliono cimentarsi nella gara. Pare che nelle ultime ore abbiano sciolto la riserva anche Samorì (il ricco banchiere amico di Dell'Utri e di Berlusconi) e la Meloni (gli altri reduci di An tentano invano di trattenerla, l'ex ministro però non sente ragioni).

Tutti quanti i candidati, a loro volta, hanno messo come condizione per correre un bel dibattito televisivo, proprio come quello dell'altra sera tra i concorrenti del Pd. Galan: «Senza confronti pubblici, vincerebbero gli apparati e la gente non conterebbe nulla, a quel punto nemmeno mi metterei in gioco».

Samorì: «Del dibattito su Sky cambierei alcune cose, le risposte per esempio erano troppo brevi, però fare anche noi qualcosa del genere mi sembra inevitabile». L'unico che guardando la disfida si è quasi slogato la mascella risulta Formigoni, però lui non partecipa alle primarie e ciò spiega gli sbadigli del Celeste.

Il vero grande rischio che correrà il Pdl, copiando il Pd, è di natura antropologica. Riguarda certe pulsioni tipiche della destra in generale, ma di quella italiana specialmente: l'incapacità di frenare gli istinti «animali» gli individualismi che spingono alla polemica autolesionista, all'insulto «fuori del vaso», come lo definisce magistralmente Galan.

Che cosa potrebbe accadere, nel momento in cui davanti alle telecamere si trovassero gomito a gomito personaggi sanguigni e battaglieri come Crosetto, la Mussolini o la Santanchè? Sospira Bonaiuti, stratega di tante battaglie berlusconiane: «L'altra sera abbiamo visto una buona operazione mediatica, nel Pd sono riusciti a far credere di essere uniti».

Nel Pdl, invece, si annuncia quello che qualche dirigente, allarmatissimo, già definisce «il grande pollaio». Crosetto non vede l'ora di scatenarsi, e al format di Sky confessa di preferire duelli «più all'americana, dove sia possibile realmente beccarsi». Galan giudica inevitabile il rischio, ma invoca l'attenuante: «Per noi sarà comunque una prima volta, ci vorrà un pizzico di comprensione...».

 

SILVIO BERLUSCONI primarie pdprimarie pddaniela santanchèEX MINISTRO GIANCARLO GALAN ANGELINO ALFANO DURANTE UN COMIZIOALESSANDRA MUSSOLINI