DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Carlo Tecce per il "Fatto quotidiano"
La spifferata è gustosa. Scrive Dagospia: Roberto Saviano consigliere di Corrado Passera per la maratona verso Palazzo Chigi. Curare l'immagine pubblica per preparare il corpo a uno sforzo micidiale: drenare consensi, scaldare sondaggi, e poi contare i voti veri (non tecnici).
Bella coppia per copertine patinate e scalate istituzionali: il ministro più trasversale e ambizioso di Mario Monti, il giornalista-scrittore che svuota librerie, riempie cinema e prova a inventarsi in televisione. Amici di famiglia, certo. Saviano, icona per una sinistra eterodossa.
Passera, il banchiere che sussurra a destra e cerca di sedurre il Partito democratico. I contatti non mancano, la simpatia e la stima pure. Chi dimentica la tormentata vacanza a Sabaudia e le carcasse di venti cornacchie sul lungomare: estate 2010, Passera che affitta il villone di Claudio Toti e ospita Saviano per ritemprare un rapporto privato e riservato.
Cercare la verità è operazione complessa. L'autore di Gomorra non risponde. L'agente Beppe Caschetto è un maestro di furbizia: non smentisce, non conferma, lascia fantasticare. C'è spazio per illusioni e allusioni: Saviano può allenare Passera a cena, mica deve svolgere un compito certificato. Per una bizzarra inversione di ruoli, il tecnico diventa Saviano.
Che soffre la scadenza televisiva di maggio, la riedizione su La7 di Vieni via con me per un secondo tempo con Fabio Fazio, lontano da quelle puntuali censure di viale Mazzini che stuzzicano le cifre di ascolto. Ecco, la notizia. Non vi aspettate di vedere Saviano che, col sottofondo di Eye of the tiger, lancia asciugamani e impartisce a Passera severe lezioni di buon costume mediatico. Tra parentesi: Passera centellina bene apparizioni e interviste per rinnovare il suo potere e sopravvivere al breve mandato di Monti e colleghi.
La notizia, già . I due amici si sentono, spesso: "Tra il ministro e Roberto c'è amicizia e stima reciproca. - spiega il ministero per lo Sviluppo economico - Non ci sono progetti comuni, ma un rapporto a cui il ministro tiene molto". Però, il giochino resiste e la suggestione cresce: l'ex banchiere che sfrutta il varco che aprono i tecnici e professori, lo scrittore che racconta la politica e ne plasma un pezzo, che può persino apparire fresco e inedito.
L'ex banchiere che comanda il ministero per lo Sviluppo economico senza delegare troppo, per istinto o per tattica, si smarca dal grigiore dei suoi colleghi che, convocati per l'emergenza nazionale e politica, dovranno trovare segreterie disposte ad accoglierli oppure tornare nei prestigiosi atenei. Passera, invece, deve investire su se stesso. Gioca con tanto anticipo e tanta testa: Saviano rappresenta esattamente quell'Italia che non lo conosce.
La distanza che li separava viene giù come le barriere culturali che li potevano dividere: sono amici, e dunque non esistono più. Nel girone di combattenti e reduci del Cavaliere, l'ex banchiere di grandi operazioni e lo scrittore di grandi vendite avranno numerosi motivi, oltre le frequentazioni in famiglia, per aggiornare il profilo e i successi.
Passera è digiuno dei manifesti civili e civici di cui si nutre la figura di Saviano, impegnato a combattere le mafie e (di recente, a New York) la finanza. Saviano è celebrato a sinistra, quasi ignorato a destra e contrastato dai leghisti. La metà di Saviano completa la metà di Passera. Il prossimo presidente del Consiglio dovrà passare per le urne, non potrà andare in televisione (o in piazza) per lezioni universitarie che tengono in riga la Merkel e Sarkozy, ma annoiano e confondono i cittadini-telespettatori.
A furia di ripetere le nozioni di Saviano, anche soltanto a cena, Passera potrà affascinare le piazze. Lentamente. Come affascina timidamente la sinistra. Le vie per palazzo Chigi sono infinite, una è necessaria: la popolarità . E Saviano la governa perfettamente. Governare, appunto.
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