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“TRUMP MERITA SICURAMENTE IL NOBEL PER LA PACE” - IL PRESIDENTE ISRAELIANO ISAAC HERZOG LANCIA IL TYCOON VERSO IL RICONOSCIMENTO DOPO L’ACCORDO SU GAZA MA LA STRADA E’ IN SALITA - LE VOCI SULLA VITTORIA DEL PREMIO INSISTONO SUL NOME DI YULIA NAVALNAYA, LA VEDOVA DI ALEXEI NAVALNY. SI PARLA ANCHE DEL SUDAN’S EMERGENCY RESPONSE ROOMS - IL COMITATO DEL NOBEL TIENE CONTO DI FATTORI COME DURATA DELLA PACE, PROMOZIONE DELLA FRATELLANZA, IMPEGNO SU OBIETTIVI GLOBALI. TARGET LONTANI DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA…

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Il presidente israeliano Herzog: “Trump merita sicuramente il Nobel per la pace”

(repubblica.it) Il presidente israeliano Isaac Herzog definisce quella di oggi "una mattinata di notizie storiche ed epocali". Lo riportano i media dello Stato ebraico. Herzog ringrazia il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il team negoziale e i mediatori.

 

Esprime inoltre i suoi "più profondi ringraziamenti" al presidente americano Donald Trump per la sua "incredibile leadership nel garantire il rilascio degli ostaggi, porre fine alla guerra e creare speranza per una nuova realtà in Medio Oriente. Non c'è dubbio - sottolinea - che meriti il ;;premio Nobel per la pace per questo". Herzog afferma che se Trump visiterà Israele nei prossimi giorni "sarà accolto con immenso rispetto, affetto e gratitudine dal popolo" dello Stato ebraico.

 

TRUMP

Anna Lombardi per repubblica.it - Estratti

 

Donald Trump aveva un obiettivo chiaro. Nelle ultime settimane ha calcolato ogni mossa per raggiungere, al millimetro, un accordo prima di questo venerdì. Prima, cioè, dell’annuncio di quel Nobel per la Pace cui aspira da tempo e al quale lo ha raccomandato pure l’Israeli Hostages Families Forum, che raccoglie i familiari degli ostaggi (probabilmente nella speranza di accelerare i tempi).

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E c’è chi dice che conferirgli il Nobel sarebbe la miglior garanzia da offrire ai palestinesi sull’effettivo ritiro di Israele nella fase più delicata: appunto dopo il rilascio degli ostaggi.

 

Se dai colloqui in corso dovesse uscire una tregua che si trasformerà in fine delle ostilità, dicono i sostenitori del presidente, come negare il premio al presidente impegnato pure a cercare una tregua tra Ucraina e Russia? Ma in realtà i fatti degli ultimi giorni potrebbero incidere poco sulle decisioni del ristretto comitato che assegna il riconoscimento: cinque membri selezionati dal parlamento norvegese ma indipendenti. Intanto perché il nome è stato certo già selezionato e i risultati dei negoziati in atto ormai contano poco.

 

trump accordo israele hamas

Inoltre, le candidature si sono chiuse a febbraio 2025: quindi le raccomandazioni arrivate negli ultimi mesi dal premier israeliano Benjamin Netanyahu e dal cambogiano Hun Manet saranno dunque prese in considerazione solo nel 2026. Trump è comunque fra i 338 candidati: grazie alla nomination fatta entro i tempi dalla deputata repubblicana Claudia Tenney per il lavoro svolto sugli Accordi di Abramo. Ma nessuno sa se sia entrato nella short-list.

 

Lui da tempo sostiene di aver posto fine a «sette conflitti irrisolvibili» — sebbene in molti casi si tratta solo di tregue provvisorie — ma martedì ha detto ai generali chiamati a rapporto di non aspettarsi la vittoria: «Lo daranno a qualcuno che non ha fatto niente». Consapevole, forse, che il Comitato del Nobel tiene conto di fattori come durata della pace, promozione della fratellanza, impegno su obiettivi globali.

 

Target lontani dal presidente che ha tagliato gli aiuti internazionali, disprezza le politiche sui cambiamenti climatici e perseguita i migranti.

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