simone cicalone

VOTA "CICALONE"! - DOPO L'AGGRESSIONE SUBITA SULLA METRO A DI ROMA, LO YOUTUBER SIMONE RUZZI, DETTO "CICALONE", È STATO ASCOLTATO IN COMMISSIONE PERIFERIE ALLA CAMERA - DISMESSA LA TUTA ACETATA, L'EX PUGILE, IN MODALITA' "SOCIOLOGO DER DEGRADO", SI E' LANCIATO IN UN COMIZIETTO SU PERIFERIE, WELFARE E CASE POPOLARI: "SONO UNA DELLE MIGLIORI RISORSE PER AIUTARE LE PERSONE BUTTATE ALLE ORTICHE MA VENGONO LASCIATE IN MANO ALLA CRIMINALITÀ" - DA TEMPO, L'EX PUGILE STRIZZA L'OCCHIO A FRATELLI D'ITALIA, DI CUI POTREBBE DIVENTARE "IL VANNACCI DE' ROMA" (NEL CIRCO DELLA POLITICA, C'E' POSTO PER TUTTI), CIOÈ UN OUTSIDER CHE PIACE "AR POPOLO" E FA ACCHIAPPARE VOTI FACENDO LEVA SULL'INSOFFERENZA DEI CITTADINI (E' PUR VERO CHE "CICALONE", A DIFFERENZA DI VANNACCI, SI "SPORCA LE MANI" NELLE METRO DI ROMA A DENUNCIARE BORSEGGIATORI E FURFANTELLI)  

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Estratto dell'articolo di Sofia Spagnoli per www.open.online

 

SIMONE CICALONE ALESSANDRO BATTILOCCHIO

È un volto “familiare” per chi frequenta i social, ma risulta insolito trovarlo seduto in una commissione della Camera dei deputati. Visto e stravisto nei feed di Instagram, è Simone Ruzzi, in arte Simone Cicalone, il «documentarista urbano» ed ex pugile, diventato noto per i video in cui riprende i borseggiatori nelle metropolitane di diverse città italiane.

 

Li filma, ma a volte la situazione degenera: come il 12 novembre, quando è stato al centro di un’aggressione alla fermata Ottaviano, in zona San Pietro a Roma, da cui è uscito con il volto tumefatto. Oggi, il «narratore delle periferie disgraziate» è stato invitato in audizione in commissione Periferie e degrado urbano dal presidente, il deputato di Forza Italia Alessandro Battilocchio. Con lui c’è anche Evelina Zullino, la sua videomaker, e il resto del team.

 

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Cicalone apre subito il discorso sullo stato di abbandono delle grandi periferie con particolare attenzione alla gestione delle case popolari. «Noi siamo stati ovunque: dallo Zen di Palermo, a Roma, Milano fino a Napoli – spiega – ma c’è sempre un comune denominatore in tutti questi luoghi: il problema risiede sempre nelle case popolari».

 

Puntualizza: «Sono una delle migliori risorse per aiutare le persone» ma allo stesso tempo «vengono buttate alle ortiche e lasciate in mano alla criminalità». E il «welfare della malavita» arriva «dove c’è debolezza da parte delle istituzioni».

 

Per l’influencer, a Roma – la città di cui è originario e che cita spesso nel corso della sua audizione – sebbene le richieste per accedere alle case popolari siano «altissime», sono poche le famiglie che riescono davvero a ottenerle. «E allora voi direte: perché è tutto pieno? – commenta – in realtà ci sono tantissimi alloggi liberi. C’è un fallimento da questo punto di vista».

 

aggressione a simone cicalone 7

A questo si aggiunge il problema della droga nelle periferie «che poi non sono più periferie, perché c’è molta gente. A Corvetto c’è la metropolitana, ci si passa in auto. Anche a Roma, al Pigneto, ci si va a ballare, ci sono locali, si va a fare aperitivi. Ma basta semplicemente andare in una via laterale e c’è qualcuno che si fa di crack a cielo aperto, col benestare di tutti».

 

Un lungo passaggio è stato dedicato alle fasce più giovani della società che vivono nei quartieri degradati. Per Cicalone, gli strumenti e le attività adottate dalle amministrazioni per contenere il disagio sono «anacronistiche»: «Vengono organizzati corsi di ceramica, corsi di ballo. Nessuno va da quei ragazzi a fargli capire che se si installassero l’intelligenza artificiale sul loro piccolo computer, domani potrebbero diventare ingegneri».

aggressione a simone cicalone 3

 

«I giovani -prosegue – oggi sono facilmente avvicinabili: basterebbe considerare i loro interessi e parlare la loro lingua. Esistono iniziative private che cercano di proporre musica o altri svaghi: non risolvono tutto, ma offrono un momento di svago e, al tempo stesso, possono essere parte di un progetto a lungo termine».

 

Senza queste soluzioni “più moderne” per l’influencer i giovani dei sobborghi finiscono «nei centri sociali, che spesso vanno oltre» oppure cadono «in opportunità di guadagno anche illecite, come fare la vedetta o aiutare un pusher, prendendo magari 500-1000 euro a settimana».

 

«Sono realtà che spesso ignoriamo – spiega – e se le ignoriamo qualcun altro se ne appropria. Il problema è che queste realtà si stanno prendendo i giovani, i più deboli, soprattutto in quartieri dove non viene loro offerto nulla» [...]

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