DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
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Del resto, verrebbe da osservare, se il suo leader Rigor Mortis da "tecnico" si è ben presto inventato "politico" il trasformismo sembra essere nel Dna della Lista civica mandata in campo dal premier in campagna elettorale.
Gli esempi abbondano nelle truppe arruolate dal professore bocconiano, promosso senatore a vita da Giorgio Napolitano neppure fosse un cavalierato da seconda Repubblica.
Dal giuslavorista Pietro Ichino, passato dal Pd - che l'aveva mandato in Parlamento - a "Italia Futura" di Montezemolo prima di traslocare con la sua agendina dal nuovo capataz di turno; alla Fai-da-te Ilaria Borletti Buitoni che a Milano invita a dare il voto (detto disgiunto) al candidato della sinistra Umberto Ambrosoli.
Per tacere del pio-tutto barbuto Andrea Riccardi, che per un piatto di lenticchie (ministeriali) si è svenduta la storica "neutralità " (politica e religiosa) della Comunità di Sant'Egidio.
Ma dov'è lo scandalo?
Nella raccogliticcia compagnia monticciana (fa rima con amatriciana e rende meglio l'idea di cosa viene cucinato lì ai fornelli) ognuno va per conto proprio.
Le agende si sa, a differenza dei programmi, sono come i fogli del calendario. Ogni giorno se ne stacca uno e si cambiano santo e impegni (opinioni comprese). A tutto danno dei futuri votanti che, grazie ai media che non fanno fino in fondo il proprio mestiere, possono suonarsela e cantarsela impunemente.
Così, il candidato della Lista Monti, Gregorio Gitti, può senza rischio dichiarare al "Corriere della Sera" diretto da Flebuccio de Bortoli e protetto dal suocero Abramo Bazoli, che Paolo Scaroni, indagato per le tangenti Saipem, dovrebbe dimettersi da amministratore delegato della casa madre, l'Eni.
Nulla o poco da obiettare se il genero di Abramo Bazoli non combattesse questa sua battaglia politico-morale sotto il gonfalone nero del laissez-faire etico issato a palazzo Chigi dall'imbelle Monti-Pilato.
Forse a Gitti figlio (suo padre era un'ex parlamentare della Dc di Brescia) sfugge che da oltre un anno il numero uno di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, è indagato dalla magistratura con l'accusa di "riciclaccio internazionale" e presunte tangenti. E che il suo attuale leader-premier non ha aperto bocca di fronte a un "suo" manager appesantito da un fardello accusatorio pesantissimo.
Anzi si sospetta che qualcuno nel governo l'abbia protetto.
Finora, poi, non si è sentito neppure un balbettio di Rigor Mortis a proposito del coinvolgimento nello scandalo Montepaschi di Siena di Ettore lo Fusto Gotti-Tedeschi, che ha doppi incarichi (pubblici) nella Cassa depositi e prestiti.
Ps. Nella polemica con l'avv.Gregorio Gitti, professore e stimato professionista, il continuo alludere alla sua vita privata (genero di Giovanni Bazoli) e soltanto figlio di un insopportabile malcostume, a cui ci siamo voluti adeguare, introdotto al "Corriere della Sera" (e negli altri media) dai solerti Gabibbo alle vongole. Ma a quanto pare in via Solferino (e altrove) il nepotismo è un frutto marcio soltanto se riguarda la Casta politica. Negli altri casi non sembra valere. Noi per par condicio l'abbiamo esteso anche alle professioni nobili.
ichino montiALFANO MONTI RICCARDI ILARIA BORLETTI BUITONIANDREA RICCARDI E MARIO MONTI FOTO INFOPHOTO Gregorio GittiMATILDE BERNABEI E GREGORIO GITTI GREGORIO GITTI GENERO DI BAZOLI paolo scaroni
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