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“MI ASPETTO SORPRESE NELL’ULTIMA FASE ELETTORALE. C’È SEMPRE UNA SORPRESONA FINALE, SPESSO DI NATURA GIUDIZIARIA…” - DOPO SALLUSTI, ANCHE PAOLO MIELI SENTE PUZZA DI SILURO DALLE PROCURE - “E LA SECONDA SORPRESA È CHE CLAMOROSAMENTE CI SARÀ QUALCOSA CHE NON COINCIDE CON I SONDAGGI FERMI A 15 GIORNI PRIMA. SONO COSTANTI DI TUTTE LE ELEZIONI, SOPRATTUTTO DAL 1994 A OGGI"
Da https://www.liberoquotidiano.it
Paolo Mieli mette in guardia i partiti. In vista delle elezioni del 25 settembre, il giornalista non esclude colpi di scena. "Mi aspetto sorprese nell’ultima fase… - confessa ospite di Coffee Break su La7 - C’è sempre una sorpresona finale, spesso di natura giudiziaria. E la seconda sorpresa è che clamorosamente ci sarà qualcosa che non coincide con i sondaggi fermi a 15 giorni prima. Sono costanti di tutte le elezioni, soprattutto dal 1994 a oggi".
alessandro sallusti foto di bacco
Un fulmine a ciel sereno quello di Mieli che, nella puntata in onda giovedì 4 agosto, fa eco a quanto già sostenuto da Alessandro Sallusti. Il direttore di Libero ha detto chiaro e tondo che in diversi ambienti "si dà per certo che si stanno preparando un paio di botti giudiziari - scoppio previsto fine agosto - di quelli tosti". Secondo quanto riportato da Sallusti "qualcuno azzarda anche i nomi di figure politiche di primo piano nell'area di centrodestra. Si parla, nei bassifondi, di dossier già pronti tolti dai cassetti e messi sul tavolo pronti per la firma".
SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI
Ma non è tutto, perché Mieli si lascia andare a un'altra osservazione. Questa riguardante Pd e compagni: "Mi sembra che la sinistra abbia rinunciato a usare, anche in virtù dell’accordo con Calenda e Della Vedova (Azione e +Europa), un’arma tradizionale di questi 30 anni cioè ‘attenti, attenti che arriva il fascismo’. Non è cosa da poco e io ci avrei giurato che non ne avrebbero fatto cenno".
E a chi gli ricorda che molti giornali non mettono da parte il "pericolo fascista", lui replica: "Ovvio che su alcuni giornali ci saranno ancora intellettuali che agiteranno lo spauracchio del fascismo, ma conta che non lo facciano il capo del partito di maggioranza relativa a sinistra (Enrico Letta, nda) e il suo gruppo dirigente, Bonino, Calenda e Della Vedova, insomma i big. Se ci fosse stata una minaccia fascista si sarebbero comportati in maniera diversa, si sarebbero alleati con chiunque, con Toti, Conte, con chiunque passasse per strada. Questo si fa quando c’è un vero pericolo fascista".
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