DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. TENSIONI ALLA CENA DEI LEADER MELONI: UN BAGNO DI REALTÀ, SULLA GUERRA C’È STANCHEZZA
Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
volodymyr zelensky giorgia meloni charles michel foto lapresse
[…] Alla fine sarà il cancelliere tedesco, libero ormai di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, a riassumere il disorientamento dei colleghi, privi di una rotta sino al 20 gennaio, giorno di insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, apostrofandoli senza giri di parole: «Sull’Ucraina possiamo fare tanti bellissimi discorsi, tante chiacchiere, ma Berlino fino a ora ha speso 30 miliardi di euro, voi che avete fatto?».
[…] Alla fine, con un presidente ucraino che assiste mestamente alle incertezze della Ue, sono forse le parole di Giorgia Meloni a riportare il dibattito su un registro meno difficile: «Forse dobbiamo tutti prendere atto delle condizioni, della situazione sul terreno, dei dati di realtà», insomma l’accettazione di uno status quo, nel teatro di guerra, e nelle condizioni di contorno, che lo stesso Zelensky ammette nelle stesse ore al Consiglio europeo.
Due sere fa, intorno a mezzanotte. La conversazione fra i leader presenti nella residenza del segretario della Nato è schermata: niente telefoni all’ingresso, niente campo. […] Durante la cena circola la notizia che Keith Kellogh, inviato speciale di Trump per l’Ucraina, sarà nei prossimi giorni nelle principali capitali della Ue. Anche a Palazzo Chigi. Le intenzioni americane diventeranno più chiare.
Intanto, sembra di capire, si procede un po’ alla cieca. Si discute di come intensificare la formazione delle truppe ucraine da parte di Londra, di quanto ancora può fare la Ue sulla difesa aerea, se veramente, come teme Zelensky, Putin sferrerà un attacco senza precedenti. Ma la verità che circola intorno al tavolo […] è anche quella di un diffuso senso di stanchezza generale.
Meloni era già febbricitante, […] ma non tanto da non ammettere, nel corso della cena, che «bisogna essere onesti, per molti di noi è diventato anche un problema di politica interna e anche se il mio partito non ha mai avuto incertezze sul sostegno a Kiev, è anche vero che gli italiani fanno sempre più fatica a sostenere il nostro sforzo».
giorgia meloni volodymyr zelensky foto lapresse
MELONI: C’È STANCHEZZA PER LA GUERRA TAJANI: “NOI E GLI USA SEMPRE CON KIEV”
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
Resiste all’influenza per metà giornata, poi Giorgia Meloni deve salutare il Consiglio europeo e chiudersi nella stanza dell’hotel Amigo. Dopo pranzo, la febbre segna 38.8. È comparsa anche la tosse. La voce è trasformata, stenta anche a parlare di fronte ai colleghi, che la invitano a riposare. La presidente del Consiglio lascia la delega per l’Italia al premier greco Kyriakos Mitsotakis e va a curarsi in albergo. Tachipirina e un po’ di sonno.
incontro tra giorgia meloni e volodymyr zelensky a cernobbio
Oggi ad ora di pranzo […] volerà in Lapponia per un vertice convocato dal governo finlandese sopra il circolo polare artico. Non vorrebbe saltare l’appuntamento «domani devo stare in piedi», dice ai collaboratori - ma tutto dipenderà dal decorso.
Attorno al summit continentale, intanto, molto si muove. Al centro c’è soprattutto il dossier ucraino. Se n’è discusso soprattutto durante il vertice di mercoledì sera, convocato dal segretario generale della Nato Mark Rutte con i big Ue. In quella sede Meloni, facendo appello a quello che definisce «pragmatismo necessario », chiarisce la linea italiana: non possiamo divaricare le posizioni di Stati Uniti ed Europa, «c’è stanchezza dopo tre anni di guerra, sono cambiate le condizioni, dobbiamo essere realisti». È il dilemma dell’Unione, in questa fase.
DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A PARIGI PER L INAUGURAZIONE DI NOTRE DAME
Lo spiega con chiarezza Antonio Tajani, in una stanza del Sofitel Hotel di Bruxelles. […] Il ministro indica appunto il nodo strategico di questo Consiglio, che sarà quello dei prossimi mesi: quanto l’accelerazione di Trump sarà subita dagli europei, quanto l’alleanza reggerà alla linea di Washington?
A Bruxelles Meloni tocca con mano distanze tra i partner continentali, frutto di storia, indole, appartenenza politica. Sono le stesse che indica Tajani: «I baltici e i polacchi sono ovviamente i più duri», il loro timore è che la Russia «non si fermi» nella politica di aggressione. Ma l’Italia, tra gli altri, spiega che non si può prescindere dagli Usa per aiutare Kiev: «Noi - ricorda - cerchiamo di far capire a tutti gli europei che senza americani non possiamo gestire la sfida».
Senza un cessate il fuoco, aggiunge, è comunque «prematuro» discutere di una missione di peace-keeping, che in ogni caso andrebbe affidata «all’Onu». Nel frattempo, Roma mostra l’ambizione di avvicinare le due sponde dell’Atlantico: «Meloni ha un buon rapporto con Trump e può fare da pontiere».
antonio tajani in versione pizzaiolo immagine creata con l intelligenza artificiale di grok
[…] Meloni sa che sarà la futura amministrazione a dettare la linea. Sarà illustrata a Palazzo Chigi dall’inviato speciale per l’Ucraina indicato da Trump, Keith Kellogg, durante un viaggio nelle capitali europee. […]
volodymyr zelensky giorgia meloni foto lapresse 7volodymyr zelensky giorgia meloni 4incontro tra giorgia meloni e volodymyr zelensky a cernobbio
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