DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
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Mai in passato un leader di partito si era spinto a far eleggere un consigliere di nomina parlamentare alla Corte costituzionale con l’intenzione di prefigurarsi una maggioranza a palazzo della Consulta che eviti la bocciatura dell’impresentabile legge elettorale, detta Italicum.
C’è solo da augurarsi che l’impresa folle del premier Matteo Renzi naufraghi definitivamente a Montecitorio dopo le ultime fumate nere sui candidati ad hoc scelti dal mazzo taroccato dai resti del Pd, gli avanzi di Forza Italia e i transfughi dell’Ncd di Alfano.
I nomi degli ultimissimi candidati a un seggio nella suprema corte istituzionale, infatti, hanno in comune un solo requisito: sono tutti strenui avvocati difensori (altro che giudici imparziali!) dell’Italicum.
renzi sulla legge elettorale ieri e oggi
Si tratta degli immarcescibili Augusto Barbera, accusato d’intrallazzi per l’assegnazione delle cattedre universitarie, Francesco Paolo Sisto, ex difensore del Cavaliere, e Ida Angela Nicotra, ex candidata al Senato per Alleanza nazionale di Fini. Un terzetto di togati impresentabili e “politicizzati” dopo che per anni lo stesso Berlusconi aveva sparato alzo zero contro i giudici lottizzati dai partiti di sinistra.
Una riforma, quella per la scelta dei futuri parlamentari, imposta dal ducetto di Rignano sull’Arno e votata da un imprudente ex Cavaliere dopo aver firmato il patto occulto nel tempietto rosso del Nazareno. Una riforma, inoltre, approvata alle Camere da una maggioranza risicata e benedetta dal Quirinale, allora occupato da un Napolitano Bellanapoli sulla via di un melanconico tramonto.
ILLUSTRAZIONE DI DOMENICO DE ROSA RENZI ITALICUM
L’Opa ostile del cazzaro Renzi sulla Corte costituzionale parte però da lontano. Ha inizio nel febbraio dello scorso con l’elezione di un suo componente, Sergio Mattarella, al Colle più alto. Un’opportunità, questa, da cogliere al volo dal tandem toscano Renzi&Verdini, per tentare l’occupazione del palazzo della Consulta. Il tutto sotto gli occhi bendati della maggioranza dei media e di certi costituzionalisti à la carte che adesso non battono ciglio se l’alta Corte è considerata da Renzi terra di conquista alla pari della Rai o delle Ferrovie dello Stato.
Fin qui soltanto il Movimento cinque stelle di Beppe Grillo, mostrando così un alto senso delle istituzioni, ha impedito che nelle sedute comuni susseguitesi nell’aula di Montecitorio i suoi tre “colonnelli”, arruolati per curargli i futuri interessi al palazzo della Consulta, la potessero spuntassero impunemente.
renzi e berlusconi italicumGRILLO M5S
Dopo un anno e mezzo e dopo 29 votazioni andate a vuoto, dalle pagine del Corriere il costituzionalista Michele Ainis ha lanciato la sua provocazione: “La via d’uscita? Non lo scioglimento della Camere, come a suo tempo minacciò Cossiga: sarebbe un rimedio peggiore del male. Ma una situazione disperata reclama soluzioni disperate (…) Ecco sorteggiate i tre giudici mancanti. E non ne parliamo più”.
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