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Marco Giusti per Dagospia
Tornano balene e baleniere, marinai pazzi e seri fiocinatori. Che bellezza! Il tutto in mano a Ron Howard e a Chris Hemsworth. Solo che una cosa è tirare il martellone come fa il Thor di Chris Hemsworth e una cosa è tirare la fiocina alla balena bianca come ai tempi di Melville.
Boh! Questo Heart of the Sea, che in America si chiama più propriamente In the Heart od the Sea, diretto dal Ron Howard di Rush, scritto da Charles Leavitt da un soggetto di Rick Jaffa e Amanda Silver ripreso dal romanzo di Nathaniel Philbrick (già troppa gente, vero?), ha delle bellissime pagine marinare con la baleniera Essex in mare, delle fantastiche riprese di balene e di tempeste sul mare, la fotografia è di Anthony Dod Mantle, una notevole ricostruzione storica, ma una sceneggiatura fatta di dialoghi davvero modesti, stiamo toccando qualcosa di vicino a Melville no?, inoltre costruita in maniera troppo simile a Vita di Pi.
Tutta la cornice con il geniale Brendan Gleeson che racconta al giovane Melville, interpretato da Ben Whishaw, la vera tragica storia dell’Essex e del suo incontro con Moby Dick quando era solo un cabin boy, è inutile. Tutti i quaranta minuti del secondo atto del film che raccontano come sono andate le cose dopo l’incontro con Moby Dick li abbiamo già visti.
E, come se non bastasse, no, Chris Hemsworth è troppo cafone, glielo dicono anche gli altri personaggi, troppo australiano per interpretare un baleniere, anzi il primo ufficiale della Essex di Nantucket. E lo dico anche se non so assolutamente come potesse essere fatto un marinaio di Nantucket armato di fiocina.
Diciamo anche che è troppo giovane e muscoloso. Come è troppo giovane e muscoloso per il ruolo di capitano inesperto della Essex il Benjamin Walker già protagonista dell’Abramo Lincoln cacciatore di vampiri. Magari senza star da film di superoeroi un film così non lo puoi più fare, ma ricordate come erano belli e giusti gli Achab, Queequeg, Ishmael e tutti gli altri marinai del Moby Dick di John Huston?
Cillian Murphy però, come secondo ufficiale, è perfetto, e lo è anche il cabin boy di Tom Holland, o l’ufficiale spagnolo senza un braccio di Jordi Molla. Alle prese con una storia che torna alle origini del romanzo di Melville e del mito della balena bianca, Ron Howard ha saputo costruire una grande macchina di immagini e racconto, ma non ha né i dialoghi, né l’ispirazione né il cuore di quello che poi ha scritto Melville e che tutti noi bravi ragazzi del secolo scorso abbiamo letto.
A proposito, rileggete Moby Dick nella nuova traduzione di Ottavio Fatica che è bellissima. Per non parlare della balena bianca, che è bellissima qui, col suo occhio immobile, benissimo ripresa, ma non è mai metafora di nulla, mai indifferenza assoluta del mare. E soprattutto non trova mai il suo Achab.
heart of the sea heart of the sea
Vero che non siamo dentro Moby Dick, ma dentro la vera storia che ha ispirato Moby Dick, ma se giochi col mito qualcosa ce lo devi trasmettere. Ron Howard è grande nelle scene d’azione e nelle costruzioni più difficili della baleniera Essex alle prese con la tempesta e con la balena bianca. E’ grande quando tirano su le vele. Ma appena la situazione dovrebbe avvicinarci al mondo di Melville, non bastano le belle facce di Brendan Gleeson e di Ben Whishaw. E poi Chris Hemsworth non sa tirar bene quella fiocina come Gregory Peck. E non c’è nessun Queequeg a bordo. In sala.
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