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“E’ IN ATTO UNA PERSECUZIONE DEL GOVERNO UNGHERESE NEI MIEI CONFRONTI” – L’EURODEPUTATA SINISTRELLA ILARIA SALIS COMMENTA LA NOTIZIA DEL VOTO CONTRARIO ALLA REVOCA DELLA SUA IMMUNITÀ: "PER FAR FESTA ASPETTO IL VOTO DELLA PLENARIA DEL PARLAMENTO IN OTTOBRE. DA ORBAN UN COMPORTAMENTO VERGOGNOSO E PERICOLOSO, CHE BEN SINTETIZZA LA VOLONTÀ DI UNA VENDETTA FEROCE. A NORDIO CHIEDO: APRA IN ITALIA IL MIO PROCESSO. IL NOSTRO CODICE PENALE PREVEDE CHE SI POSSA FARE ANCHE MENTRE SONO EURODEPUTATA…”
Viola Giannoli per repubblica.it
ilaria salis alla manifestazione contro il riarmo a roma foto lapresse
«Ho tirato un sospiro di sollievo, ma la mia storia non è ancora finita. Ho fiducia nei miei colleghi al Parlamento europeo. A Nordio chiedo: apra in Italia il mio processo».
Dopo aver trascorso la giornata al lavoro, nella commissione Libe che si occupa di libertà civili, «con più serenità ma poca concentrazione», Ilaria Salis risponde al telefono dal suo ufficio a Bruxelles, lo stesso in cui ha ricevuto «insieme ai compagni e collaboratori» la notizia del voto contrario alla revoca della sua immunità.
Qual è stata la sua reazione?
«Ci ho messo un po’ a realizzare... Lì per lì, la sensazione è stata di grande sollievo e gioia, con la consapevolezza che occorre tenere ancora i piedi ben piantati a terra».
La prima cosa che ha fatto?
«Ho chiamato i miei: erano sollevati e felicissimi. Mi è dispiaciuto dover smorzare un po’ il loro entusiasmo, e ricordargli che dobbiamo aspettare il voto della plenaria a ottobre. Solo allora, se andrà bene, festeggerò».
ILARIA SALIS DIETRO LE SBARRE - IMMAGINE GENERATA DALL'IA
Se l’aspettava che la commissione Affari legali avrebbe bocciato la revoca all’immunità?
«In fondo sì, nutrivo la speranza che i miei colleghi avrebbero tenuto in considerazione la grave situazione dello stato di diritto in Ungheria e il fatto che, nel mio caso in particolare, è in atto una vera e propria persecuzione da parte del governo ungherese, come è riemerso chiaramente anche dalle ultime dichiarazioni di Viktor Orbán e del suo portavoce».
Cosa rappresenta per lei questo primo “no” alla revoca?
ilaria salis al parlamento europeo
«Una conferma ulteriore e a più voci del fatto che in Ungheria non è possibile un processo equo nei miei confronti. Se il voto sarà confermato dalla plenaria, anzitutto per me significherebbe che non sarei consegnata al regime ungherese, dove potrei rimanere in carcere per decenni, nelle condizioni disumane che purtroppo conosco molto bene, e dove rischierei di essere esposta a vessazioni ancora più pesanti di quelle che ho già subito. Potrei invece continuare l’attività per cui sono stata eletta. Credo però che il rigetto abbia anche una rilevanza più generale, perché riafferma i principi dello stato di diritto e l’indipendenza del Parlamento europeo dalle pressioni dei regimi illiberali».
Il voto era segreto ma, facendo i conti, qualche popolare deve aver votato con le sinistre. Lega e Fratelli d’Italia li hanno chiamati “traditori”, lei invece ha ricevuto la loro solidarietà?
«Sì, non faccio nomi, ma l’ho ricevuta anche da colleghi di destra, che si sono mostrati sinceramente preoccupati per la mia situazione. Hanno capito cosa potrebbe accadermi e sono perfettamente consapevoli dello stato di salute della democrazia in Ungheria. Hanno scelto di far prevalere la tutela delle garanzie democratiche sulla appartenenza politica, per questo li ringrazio».
Il ministro Salvini e la Lega hanno scritto: “Chi sbaglia, non paga in Europa”. Cosa ne pensa?
«Se hanno ancora qualcosa da obiettare vuol dire che il loro modello di giustizia è quello ungherese, dove la magistratura non è indipendente dal potere esecutivo, e questo è del tutto inaccettabile, oltre che pericoloso, perché significa che vogliono importare il modello di giustizia illiberale e vendicativa in Italia. Il rigetto della richiesta di revoca ungherese non implica nella maniera più assoluta che voglia sottrarmi alla giustizia. Io stessa chiedo a gran voce al ministro Nordio di essere processata in Italia, con tutte le garanzie dello stato di diritto».
È possibile farlo?
«Sì, le autorità italiane possono celebrare il processo in Italia. E possono farlo anche mentre sono protetta dall’immunità europea, che è fondamentale conservare per difendermi dalla vendetta di Orbán. In Italia sono protetta da una immunità analoga a quella dei parlamentari italiani, che non impedisce l’apertura di un procedimento a mio carico.
ilaria salis al parlamento europeo
Ed è previsto dal codice penale italiano, in presenza di alcune circostanze, la possibilità di processare in Italia un cittadino italiano anche per accuse relative a fatti avvenuti all’estero. È necessario che sia il ministro della Giustizia a chiedere di aprire il processo. Mi chiedo cosa aspetti e perché abbia aspettato sinora».
Intanto ora la palla passa all’aula di Strasburgo. Cosa si aspetta?
«Nutro sempre la stessa fiducia nei miei colleghi. L’assemblea plenaria ha votato ad ampia maggioranza diverse risoluzioni sulla situazione preoccupante dello stato di diritto in Ungheria. Il parlamento ha aperto nei confronti del regime di Orban anche una procedura d’infrazione per articolo 7, rilevando il rischio di gravi e ripetute violazioni dei valori europei, riguardanti anche l’indipendenza della magistratura. Auspico che si tenga in considerazione tutto questo e si scelga di difendere ancora una volta la democrazia in Europa».
Il governo Orbán, tramite il suo portavoce, l’ha definita, subito dopo il voto, «una terrorista che merita la galera». Come commenta?
«È l’ennesima dimostrazione che il regime di Orbán non conosce il principio di presunzione di innocenza ed è in cerca di una escalation: l’accusa di terrorismo non compare assolutamente nelle carte del processo. Mi pare un comportamento vergognoso e pericoloso, ai limiti dell’assurdo, che ben sintetizza la persecuzione in atto e la volontà di una vendetta feroce».
tajani ilaria salis
zoltan kovacs portavoce di orban
viktor orban giorgia meloni - foto lapresse
ilaria salis
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