
LA MOSSA DEI DAZI DI TRUMP: UN BOOMERANG CHE L’HA SBATTUTO CON IL CULONE PER TERRA – DIETRO LA LEVA…
DAGOANALISI
Il dubbio.
Il possente colpo di coda del Canguro nell’aula di palazzo Madama sull’Italicum, grazie al soccorso azzurro, è davvero la consacrazione del “patto occulto del Nazareno” tra Renzi e Berlusconi o rischia di trasformarsi in un boomerang per lo statista di Rignano sull’Arno?
E, ancora: è nata una nuova maggioranza di governo con dentro Forza Italia e fuori l’ex Ditta di Bersani? A noi appare vera questa ipotesi. Tant’è che resta da capire quali ripercussioni avrà il “Governo del Marsupio” sull’annunciata corsa al Quirinale.
Nonché sullo stesso Pd delle “anime morte” che ora si lecca le ferite nel giorno del suo ennesimo autodafé.
A leggere i giornaloni dei Poteri marciti, il corno (storto) del problema è rimandato, ancora una volta, ai poveri lettori da giorni bombardati di notizie sullo stallo politico (o peggio) lasciato sul campo già minato da Giorgio Napolitano dopo le sue dimissioni (annunciate) da capo dello Stato.
Ma l’ex Re Giorgio II invece di lamentarsi con i suoi, farebbe cosa saggia e giusta a riflettere sugli errori politici e di procedura istituzionale, compiuti durante il suo breve mandato bis. Dando avallo pure a quel patto segreto al Nazareno, sede del Pd nel cuore di Roma, che presumeva un’intesa tra l’ex Cavaliere e il dittatorello tosco sull’uomo (o donna) che andrà a occupare il Quirinale.
Il Cardinale Rosso è stato forse ingannato dal suo amato Royal Baby (copyright Giuliano Ferrara), portato per grazia ricevuta a palazzo Chigi, e dal Santone di Arcore?
In cambio di cosa, poi i due ex avversari si sono stretti la mano?
Da stagionato impresario pubblicitario delle tv, Berlusconi non è certo il tipo che apre il suo forno di voti per regalare i suoi fragranti prodotti (i voti) a titolo gratuito. Come contropartita irrinunciabile, il deposto senatore ha chiesto a Renzi – ottenendolo - un “salvacondotto” che lo legittimi sul piano politico. Almeno fino a prova contraria.
ANNA FINOCCHIARO PIERLUIGI BERSANI
Tant’è che dopo l’osceno papocchio dell’art.19 contenuto nel decreto fiscale di Natale - inserito abusivamente e poi ritirato senza dare spiegazioni neppure alle Camere - il governo appare intenzionato a riproporlo alla fine della annunciata kermesse parlamentare per la scelta del successore di Napolitano.
Renzi, insomma, non vuole mancare alla parola data all’ex Cavaliere.
HAPPY PD DALEMA RENZI BERSANI FRANCESCHINI FINOCCHIARO
E, come da qualche tempo Dagospia va scrivendo, la senatrice del Pd Anna Finocchiaro appare la prima scelta dei pattisti del Nazareno. Magari, chissà, a insaputa dell’ex ministro delle Pari opportunità. Tutto, insomma, può accadere in questo Bel paese di facce di bronzo che agisce e prospera nell’ombra.
I media, invece, ad eccezione de “il Foglio” dell’Elefantino-fondatore del quotidiano, hanno sempre preso per buone le smentite dei due Grandi Bugiardi ora saltellanti felici sul Canguro. Peggio di giornali e tv hanno fatto i dissidenti del Pd che, ancora una volta, si sono fatti prendere bellamente per il naso dal segretario-premier.
Fino al punto di poter risultare marginali al momento della scelta del nuovo presidente della Repubblica. Gli esodati della vecchia Ditta guidata a suo tempo da Pier Luigi Bersani, in realtà hanno poche scorciatoie davanti al loro cammino tormentato.
Una prima mossa (tattica) potrebbe essere quella – anche per fare un minimo di chiarezza e pulizia – di “ritirare” tutti i suoi papabili dalla corsa al Quirinale. Altro che “ripartire” da Romano Prodi come ha suggerito Bersani. O farsi attrarre dalla sirena Fidel Confalonieri. Al numero uno di Mediaset, dopo Giuliano Amato non dispiacerebbe lo stesso Bersani.
Se il nuovo capo dello Stato è un “punto fermo” del “patto del Nazareno” (occulto) anche gli altri candidati del centro sinistra (Amato, Mattarella, Grasso, Anna Finocchiaro, Veltroni, Elena Cattaneo) - tutti autorevolissimi e sponsorizzati non soltanto dal sommo Eugenio Scalfari de “la Repubblica” debenedettiana -, dovrebbero cominciare a domandarsi se la corsa sul Colle più alto è truccata in partenza.
GIULIANO AMATO CON TOM E JERRY
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