alfredo mantovano francesco giuli

È STATA LA MANO DI MANTOVANO – ALESSANDRO GIULI A PALAZZO CHIGI, IERI, NON HA TROVATO AD ATTENDERLO GIORGIA MELONI, MA ALFREDO MANTOVANO - IL SOTTOSEGRETARIO ULTRA-CATTOLICO, CONTRARIO DALL’INIZIO ALLA NOMINA DEL GAYO SPANO, HA RIMBROTTATO IL DANDY (CARIATO), ILLUSTRANDO, CON IL SUO “GARBO”, UN ULTIMATUM: HAI FATTO TROPPI ERRORI E TROPPO FORTE LA FRIZIONE CON IL MONDO CATTOLICO – IL CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA, FOTI: “CECCHINAGGIO MEDIATICO CONTRO IL GOVERNO CHE HA FERMATO CERTI FINANZIAMENTI”

1. MIC: FOTI, 'CECCHINAGGIO MEDIATICO CONTRO GOVERNO CHE HA FERMATO CERTI FINANZIAMENTI'

ALFREDO MANTOVANO

 (Adnkronos) - "È emblematico esempio dell'avversione della sinistra al pluralismo culturale la vera e propria guerra scatenata in pochi mesi verso i Ministri della Cultura dell'attuale governo, prima Gennaro Sangiuliano, poi Alessandro Giuli.

 

È la riprova del fatto che il governo Meloni ha attirato le antipatie di un preciso mondo professionale nel momento in cui si è posto l'obiettivo di cancellare i copiosi finanziamenti pubblici e le consistenti agevolazioni fiscali a film, autori, registi e produttori, tanto affini politicamente alla sinistra quanto dall'apporto culturale scarso o nullo".

 

alessandro giuli (nel cerchio rosso francesco spano)

Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti. "Come non ricordare, solo per fare un esempio, i film di Ginevra Elkann che per i suoi clamorosi flop ha goduto di ben tre milioni assegnati dal ministero della Cultura ai tempi del Ministro Franceschini?

 

Ma la cosiddetta tax credit ha finanziato molti altri disastri cinematografici: nel 2022 sono stati erogati circa 850 milioni di euro, e anche nel 2023 vi fu chi si illuse di continuare a spartirsi il bottino con identiche modalità e così sarebbe stato se non si fosse insediato il governo Meloni. È questa la ragione per la quale acida cattiveria e reiterate attività di cecchinaggio mediatico sono state poste in essere nei confronti di chi sta tentando di rivoluzionare un vero e proprio feudo - non solo politico, ma anche economico - della sinistra" conclude Foti.

SERGIO MATTARELLA CON ALFREDO MANTOVANO IN VATICANO

 

2. L’INCONTRO A PALAZZO CHIGI E UNA FIDUCIA (A TEMPO)

Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni e Paolo Conti per il “Corriere della Sera”

 

Una verità, nella vicenda da telenovela del dimissionario Francesco Spano, titolare del più breve incarico da capo di gabinetto nella storia del ministero della Cultura, è che l’assetto interno, la struttura organizzativa, ovvero l’anima politica e ideologica di FdI non aveva mai digerito il boccone imposto dal ministro Alessandro Giuli: la nomina di un corpo assolutamente estraneo, una personalità legata a Paolo Gentiloni, Giovanna Melandri, Giuliano Amato, un libertario appassionato di diritti della persona.

 

francesco spano inchiesta di report

Per di più un omosessuale dichiarato e unito con rito civile a un altro uomo. Al punto che ieri, dopo l’addio di Spano sono circolate voci di un possibile disimpegno dello stesso Giuli.

 

L’altra verità, parallela e coincidente, è la profonda irritazione di Giorgia Meloni che Giuli ha registrato ieri durante la mezz’ora trascorsa nel pomeriggio a Palazzo Chigi nell’ufficio di Alfredo Mantovano.

 

meloni mantovano

Ufficialmente si è parlato di manovra economica, ma da qual che trapela il sottosegretario avrebbe illustrato al ministro, con il suo garbo e il suo stile, una sorta di ultimatum: troppi errori e troppo forte la frizione con il mondo cattolico innescata dalla nomina di Spano. Il ministro è sceso da Palazzo Chigi ancora in sella e senza aver incontrato la premier, ma l’interpretazione che prevale dentro FdI è che la blindatura sia tutt’altro che solida.

 

Lui (per ora) resta, ma sale la tensione in attesa della puntata di Report sui suoi rapporti con Spano. D’altronde, raccontano sottovoce i meloniani, sia Donzelli che il sottosegretario Fazzolari (di cui è nota nel cerchio ristretto della premier l’antipatia reciproca col ministro) gli avevano chiesto di non nominare Spano capo di gabinetto. Il clima dentro il partito è gonfio di veleni, anche se l’ordine di scuderia è provare a smontare il nuovo caso scacciandolo come «nuova campagna di fango ordita dalla sinistra».

Un ministro, previa richiesta di anonimato, sussurra la sua preoccupazione: «Se va a casa Giuli, andiamo a casa tutti» . […]

francesco spano inchiesta di report giorgio mottola parla con un dipendente del maxxi inchiesta report su francesco spano ALFREDO MANTOVANO