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È TORNATO L’OBAMA PIACIONE - OCCHIOLINI, BATTUTE, APPLAUSI: SCONFITTO ALLE ELEZIONI, IL PRESIDENTE PUÒ VANTARE UN’ECONOMIA IN CRESCITA E 11 MILIONI DI OCCUPATI IN PIÙ - GAG: “NON HO PIÙ CAMPAGNE DA FARE. LE HO VINTE TUTTE” (VIDEO)

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VIDEO - IL DISCORSO SULLO STATO DELL’UNIONE DI OBAMA - INTEGRALE

 

 

 

VIDEO - LA BATTUTA DI OBAMA AI REPUBBLICANI CHE APPLAUDONO CONTRO DI LUI

 

 

 

1. OBAMA: «L’AMERICA È RISORTA, LA CRISI È ALLE NOSTRE SPALLE»

Massimo Gaggi per www.corriere.it

 

obama joe biden e john boehnerobama joe biden e john boehner

«Le ombre della crisi sono alle nostre spalle, l’America è in salute. E’ tempo di pensare all’equità: vogliamo lasciare che siano in pochi ad arricchirsi in modo spettacolare o cerchiamo di costruire un’economia capace di premiare tutti quelli che si impegnano?». E’ un Barack Obama di nuovo ottimista e anche spavaldo quello che si è presentato al Congresso e al Paese per pronunciare l’annuale discorso sullo Stato dell’Unione.

 

All’improvviso sembra essere svanito il presidente cupo e un po’ rancoroso dei mesi scorsi, segnati da un continuo calo di popolarità e dalla sconfitta elettorale di proporzioni storiche del voto di “mid term” dello scorso novembre. Questo di “State of the Union” avrebbe dovuto essere il momento più difficile per il leader democratico, per la prima volta di fronte a un Parlamento dominato dai suoi avversari.

 

obama abbracciobama abbracci

 E invece nella notte politica di Washington le parti sembrano rovesciate: rincuorato dai positivi dati economici e dal suo recupero nei sondaggi demoscopici, Obama si prende il merito della ripresa dell’occupazione (più 11 milioni di posti di lavoro), dell’aumento dei diplomati e dei laureati, dei 10 milioni di americani in più che oggi sono assicurati contro le malattie grazie alla sua riforma sanitaria, del dimezzamento del deficit pubblico e del raddoppio dei valori di Borsa. E dichiara l’intenzione di annientare l’Isis.

 

Obama promette che gli Usa combatteranno il terrorismo anche agendo «unilateralmente» e chiede al Congresso di autorizzare l’uso della forza contro le organizzazioni criminali, affermando l’impegno della sua amministrazione: «Continueremo a dare la caccia ai terroristi e a smantellare le loro reti: ci riserviamo il diritto di agire unilateralmente nel caso di minacce dirette contro di noi o i nostri alleati». «Annienteremo Isis», assicura Obama, «e oggi chiedo al Congresso di mostrare al mondo che siamo uniti approvando una risoluzione per l’uso della forza».

john kerryjohn kerry

 

E, già che c’è, si attribuisce anche qualche merito nel boom petrolifero (in realtà frutto dell’attività di gruppi privati che hanno usato una tecnologia, il fracking, sviluppata al di fuori di ogni programma pubblico) che ha fatto scendere il prezzo della benzina fino a mezzo dollaro al litro. Più ancora della riduzione della percentuale di disoccupati, è questo calo, che fa risparmiare mediamente 750 dollari l’anno a ogni famiglia, ad aver fatto cambiare umore agli americani. Un quadro che consente a Obama di ritrovare la sicurezza smarrita nei mesi scorsi e di lanciare con forza un’offensiva a sostegno del ceto medio fatta di sgravi fiscali alle famiglie, contributi per i figli, “community college” gratuito per tutti.

 

Blanda, per ora, la reazione dei repubblicani: sapevano da tempo che il presidente avrebbe seguito questa linea, hanno respinto il suo piano, ma non hanno usato toni troppo duri, consapevoli che quelle della lotta contro la povertà e della riduzione delle forti disparità nella distribuzione della ricchezza sono esigenze sentite dalla grande maggioranza degli americani, repubblicani compresi. Il tradizionale discorso di replica al presidente, la destra l’ha affidato a una recluta: la neosenatrice dell’Iowa Joni Ernst.

joe biden e john boehnerjoe biden e john boehner

 

Un personaggio giovane, simpatico, fresco. Che ha parlato molto delle sue umili origini contadine e del suo servizio militare in zone di guerra, mentre sui temi della serata si è limitata a rinfacciare ad Obama il suo “no” al gasdotto Keystone e a promettere di demolire la sua riforma sanitaria. Per il resto si è limitata a promettere che i repubblicani saranno costruttivi cercando accordi sulla revisione del sistema fiscale, a patto che non comportino aumenti delle tasse. Ieri sera, insomma, Obama ha incassato i dividendi di una ripresa economica che fin qui non aveva cambiato lo stato d’animo degli americani nei suoi confronti.

 

alan gross liberato da cubaalan gross liberato da cuba

I repubblicani pagano gli affrettati giudizi liquidatori degli anni scorsi sulla sua politica economica (Obama si è potuto permettere anche di fare l’occhietto dal palco, mentre ricordava di quando i conservatori gli dicevano che la sua ricetta era troppo ambiziosa e che avrebbe prodotto risultati disastrosi). Ma scontano anche l’assenza di leader di un peso politico comparabile a quello del presidente e dotati di una dialettica altrettanto convincente.

 

Perse le elezioni a novembre, Obama ha deciso che l’unico modo per non restare sepolto sotto la valanga repubblicana era quello di andare all’attacco: l’offensiva delle scorse settimane l’ha premiato sul piano dei sondaggi e, quindi, lui ha deciso di insistere. E ha letteralmente stravinto quando, contestando il rifiuto dei repubblicani di approvare l’aumento del salario minimo, gli ha detto: “Provate voi a mandare avanti una famiglia con 15 mila dollari l’anno. E, se non ci riuscite, votate questa legge”.

 

 sheila jackson lee  john lewis sheila jackson lee john lewis

Ma Obama deve stare attento a non far irritare troppo i repubblicani, se vuole la loro collaborazione sugli accordi commerciali con l’Asia e l’Europa e, forse, sui correttivi al sistema fiscale. E’ difficile, ma i conservatori non l’hanno escluso. La finestra a disposizione della Casa Bianca, però è stretta: per una vera attività di governo restano poco più di sei mesi, Dopo l’estate la politica penserà solo alla stagione elettorale che inizierà tra meno di un anno, quando si metterà in movimento il circo delle primarie.

 

 

2. LA GRANDE PLATEA NON C’E’ PIU’. OBAMA, PER LA STORIA E BASTA

Andrea Salvadore per www.americanatvblog.it

michelle obamamichelle obama

 

Nel 1993 66 milioni e 900 mila americani si piazzarono davanti alla televisione per il discorso sullo State of the Union di Clinton, in onda solo su quattro canali televisivi.

Nel 2013, venti anni dopo, la platea televisiva per Obama e’ stata esattamente la meta’, 33 milioni e mezzo, su 17 canali tv.

 

Share del 44.3% nel 1993, del 21.8% nel 2013. La politica, in America, non tira piu’ in tv e questo e’ un fatto. Vedremo se e quando torneranno in campo i due squadroni, Bush ( Jeb ) contro Clinton ( Hillary ). E vedremo cosa ha portato a casa Obama stasera.

mitch mcconnellmitch mcconnell

 

La Casa Bianca conosce bene questi numeri e infatti si gioca tutto o quasi sui social media per chiudere con You Tube. Twitter si autoalimenta e non porta ascolto. La centralita’ dell’elettrodomestico nel salotto di casa non c’e’ piu’ ma stasera dalle 21 in poi, per chi e’ affezionato alla tv live, non c’era altro da vedere.

 

Obama ha attaccato subito con l’economia, per seguire sinteticamente con i successi dell’amministrazione. Un discorso orgoglioso, con cui ha messo sul piatto della storia i suoi sette anni alla Casa Bianca. Ha promesso di porre il veto a leggi che proveranno a capovolgere i suoi disegni. Ha chiesto al Congresso a maggioranza repubblicana il sostegno ad un’azione armata contro Isis. Ha rivendicato l’apertura a Cuba.

obama abbraccia ruth bader ginsburgobama abbraccia ruth bader ginsburg

 

Ma soprattutto Obama ha dato spazio alla sofferenza della middle class, lanciando l’idea dei community colleges gratuiti. Queste universita’ sono già’ senza costi per chi non ha reddito ma l’ottanta per cento di abbandono non e’ solo una questione economica. E’ una questione piu’ larga e i community colleges non aprono le porte del mondo del lavoro. Non sono tra i 300 migliori colleges d’America che costano 60mila dollari l’anno. E spesso non fanno uscire dai McDonald’s e Wal-Mart.

 

La riduzione delle tasse per la middle class a spese dell’uno per cento e’, probabilmente, una proposta che va piu’ nella direzione di offrire opportunita’ a chi non ne vede.

obama arrivaobama arriva

 

Le televisioni allnews hanno provato dopo le 23 a tenere i telespettatori legati, chiedendo continuamente pareri sul discorso di Obama e monitorando il gradimento. Una specie di social tv fallita in passato perche’ la conversazione si era gia’ spostata altrove. Ma quell’altrove e’ una palestra di giocatori di ruolo. Non c’e’ piu’ il pubblico giovane e quello indipendente. Rimangono i tifosi, attaccati a Twitter.

 

Tra qualche mese partira’ la stagione delle primarie per il 2016. Obama e’comunque nella storia. Stasera ha provato a scrivere una pagina importante. E potrebbe esserci riuscito. Soprattutto con una battuta.

paul ryanpaul ryan

 

Quando ha detto “I have no more campaigns to run” ( Non ho piu’ campagne elettorali da fare” ) dai banchi repubblicani sono partiti applausi e risatine. Obama ha allora aggiunto pronto “I know, because I won both of them ” ( “Certo lo so, perche’ le ho vinte tutte e due” ).

 

repubblicani col muso allo stato dell unione di obamarepubblicani col muso allo stato dell unione di obamamarco rubiomarco rubio

E cosi’ la solennita’ del rituale discorso sullo Stato dell’Unione e’ andata a farsi benedire. E Obama e’ sembrato il Frank Underwood di “House of Cards”.